Sono ancora in molti a domandarsi quale sia il senso di una conferenza di pace senza tutti i contendenti. Per questo motivo le defezioni cominciano a essere tante e significative.
I Paesi invitati dalla Svizzera alla Conferenza di pace sull’Ucraina che si apre oggi a Obbuergen sono stati circa 160, ma solo una novantina, secondo il governo svizzero, hanno accettato di parteciparvi.
La lista precisa dei Paesi presenti, incluso il livello a cui saranno rappresentati, sarà comunicata questa sera dal governo federale.
Pochi giorni fa il governo svizzero aveva detto che la metà sarebbe stata rappresentata a livello di capi di Stato e di governo, l’altra metà a livello di ministri; ora scrive che la “maggior parte” dovrebbe essere rappresentata a livello di capi di Stato e di governo ma con significative defezioni.
Secondo l’analista Cenk Tamer, dell’Ankara Center for Crisis and Policy Studies, “il vertice in Svizzera si sta trasformando in una piattaforma di solidarietà politica per rafforzare il sostegno dell’Occidente all’Ucraina, piuttosto che essere semplicemente una parte degli sforzi di pace. Se la Russia sarà assente dalla conferenza, la partecipazione globale sarà probabilmente limitata o simbolica, indebolendo le speranze di una soluzione”.
La ‘conferenza di pace’ in Svizzera sull’Ucraina partiva già azzoppata dal decisivo mancato invito alla Russia, cioè uno dei due belligeranti, e soprattutto dall’assenza della Cina, che è un partner fondamentale per Mosca.
Un’altra defezione pesante è arrivata oggi ed è quella del presidente brasiliano Inacio Lula da Silva.
Anche il premier indiano Narendra Modi è stato invitato, ma è quasi certo che non verrà alla conferenza ma manderà un funzionario del ministero degli Esteri. L’Indonesia manda solo un diplomatico, così come il Sudafrica. La Turchia ha inviato il ministro degli Esteri, Hakan Fidan.
Paradossalmente anche gli Usa manderanno la vicepresidente Kamala Harris, malgrado Zelensky avesse insistito, anche pubblicamente, perché il presidente Joe Biden partecipasse. Probabilmente dopo il vertice del G7, Sleeping Joe ha bisogno di “fare un riposino”.
L’Ue sarà invece rappresentata in grande spolvero, con Charles Michel, Ursula von der Leyen e Roberta Metsola. Ci saranno Olaf Scholz ed Emmanuel Macron, come pure il polacco Andrzej Duda, presidente della Repubblica. Per l’Italia sarà presente il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
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