La sparata del Presidente del Senato circa l’abolizione del doppio turno nelle elezioni comunali, consentendo così di eleggere il Sindaco con il 40% dei voti validi (in pratica con il 20% degli aventi diritto), pare avere un seguito negli intendimenti del centro destra che vorrebbe procedere rapidamente in questa direzione per via legislativa.
Questo elemento si inserisce in una strategia complessiva che, in una fase di forte riflusso nella partecipazione politica e nella strutturazione dei partiti segnalata non soltanto dalla espressione elettorale ormai stabilmente assestata attorno o appena al di sotto del 50%, punta decisamente ad un accentramento del potere politico – amministrativo ben oltre al primato della governabilità, trappola nella quale era caduta anche la sinistra al tempo dello “sblocco del sistema politico”: slogan poi portato avanti sia dalla Bicamerale 1997-98, sia dalla proposta di modifica costituzionale poi sfociata nel referendum del 2016.
Premierato, abolizione del doppio turno nelle elezioni locali, soffocamento del decentramento amministrativo sostituito dall’autonomia differenziata (attuata in tempi di elezione diretta dei Presidenti di Regione: altro punto da porre in discussione), deperimento di ruolo dei consessi elettivi e non soltanto del Parlamento, amministrazioni provinciali elette in secondo grado, leggi elettorali ispirate proprio dalla logica del superamento della rappresentanza politica: tutti fattori che attaccano direttamente la Costituzione Repubblicana nei suoi capisaldi attuativi dei principi democratici di piena partecipazione, rappresentanza, solidarietà sociale.
Intanto crescono tutti gli indicatori delle disuguaglianze economiche e sociali, si intensifica (se ancora può essere considerato possibile) lo sfruttamento delle persone, del territorio, dell’ambiente e il quadro internazionale (ben oltre i giochetti brussellesi sulle nomine) ci porta direttamente davanti allo spettro della guerra.
A questo punto andrebbe aperta una riflessione ben più profonda di quella che si sta svolgendo attualmente tra le forze democratiche e progressiste: una discussione da finalizzare anche con urgenti azioni sul piano della prospettiva politica.
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