È stato un fine settimana decisamente pesante per le forze armate israeliane che stanno occupando la Striscia di Gaza.
Il portavoce dell’IDF domenica ha permesso la pubblicazione dei nomi degli ufficiali e sottufficiali israeliani uccisi quando il veicolo corazzato Namer su cui viaggiavano è stato attaccato da un missile anticarro a Rafah, dopo aver già annunciato sabato la morte nell’incidente del capitano Wassem Mahmoud, 23 anni.
Oltre a loro, sono stati uccisi un altro capitano, Eitan Koplovich, e il sergente maggiore Elon Waiss, nella battaglia nel nord della Striscia di Gaza. Mentre un altro soldato, il sergente maggiore Tzur Abraham, è stato ucciso oggi a Rafah. Nello stesso attacco, un ufficiale riservista che prestava servizio come specialista degli interrogatori sul campo con l’Unità 504 della Direzione dell’Intelligence è stato gravemente ferito e altri due soldati sono stati feriti più lievemente.
La morte del sergente maggiore Abraham porta a 312 il bilancio dei militari israeliani solo nell’offensiva di terra a Gaza. È il numero più alto di militari israeliani in guerra.
Quanto sta accadendo sul campo, potrebbe non essere affatto estraneo alla decisione delle forze armate israeliane di rallentare le operazioni militari su Gaza, decisione che ha scatenato l’ira di Netanyahu, il quale ha dichiarato di essersi opposto a una pausa umanitaria tattica quotidiana nel sud di Gaza annunciata dall’IDF, soffermandosi su apparenti disaccordi con la sua leadership militare durante una riunione di gabinetto. Lo riferisce l'emittente israeliana Channel 13.
“Abbiamo un paese con un esercito, non un esercito con un paese”, avrebbe detto Netanyahu durante l’incontro. “Al fine di ottenere l’eliminazione di Hamas, ho preso decisioni che non sempre vengono accettate dai vertici militari”.
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