La Banca Centrale Europea (BCE) ha rilasciato il primo rapporto sui progressi della fase preparatoria dell’euro digitale, avviata lo scorso primo novembre, concentrandosi principalmente sui pagamenti offline per rendere la moneta digitale il più simile possibile ai contanti.
Oggi, sembra che la fase di preparazione dell’euro digitale, varata nel 2021, stia procedendo a grandi passi, con il nuovo strumento che potrebbe vedere una prima implementazione già a partire dalla fine del 2025.
L’euro digitale sarà la “valuta digitale della banca centrale” emessa dalla BCE, affiancando ma non sostituendo la cartamoneta. Diversamente dalle criptovalute, che sono progettate e gestite da privati, sarà di proprietà della BCE, che garantirà la sicurezza, la stabilità del valore e la parità nominale con l’euro contante.
Nel rapporto, la BCE ha enfatizzato l’importanza della privacy nelle transazioni digitali, prevedendo un sistema offline che assicuri riservatezza al pagatore e al beneficiario, simile in tutto e per tutto a un pagamento in contanti.
Il progetto prevede una funzionalità offline che offrirebbe un livello di riservatezza paragonabile a quello dei contanti per i pagamenti in negozi fisici e tra individui, con i dettagli della transazione noti solo alle parti coinvolte e non condivisi con terzi.
Per i pagamenti offline, l’Eurosistema sta sviluppando una funzione che permetterà di pagare senza connessione internet, caricando il conto digitale in euro tramite Internet o bancomat, utilizzando dispositivi offline come telefoni o carte di credito.
La BCE sta anche lavorando per preservare la stabilità finanziaria e la trasmissione della politica monetaria, imponendo limiti di detenzione e non remunerando le disponibilità in euro digitali.
Quindi, almeno nelle prime fasi di utilizzo, la nuova moneta digitale dovrà affiancare, e non sostituire, i tradizionali mezzi di pagamento (cioè l’euro contante e gli strumenti bancari). Si prevede che la versione aggiornata del Regolamento dell’euro digitale sarà pronta entro la fine del 2024.
Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, ha spiegato che l’euro digitale offrirebbe ai consumatori una scelta in più, combinando la comodità del contante con i sistemi digitali, semplificando alcuni pagamenti e aumentando la concorrenza, mantenendo però la circolazione del contante.
L’obiettivo di rendere i pagamenti digitali simili a quelli in contante, senza eliminare la cartamoneta e proteggendo la privacy, è fugare i timori di controllo insiti nei pagamenti elettronici, preservando il ruolo delle banche centrali nell’emissione e nel controllo della moneta e proteggendosi dall’ascesa delle criptovalute private.
Abbiamo già trattato la prospettiva della valuta digitale in un precedente articolo, delineandone le potenzialità. Almeno dal punto di vista teorico, le valute digitali offrono la possibilità di rimpiazzare integralmente il sistema di pagamenti digitali privati.
Stiamo parlando della complessa rete di banche e intermediari finanziari che è diventata essenziale al funzionamento di una moderna economia di mercato. Ciò porterebbe a enormi vantaggi dal punto di vista della stabilità finanziaria e capacità di azione della politica monetaria.
Tuttavia, come abbiamo visto, la BCE ha esplicitamente escluso che la finalità dell’euro digitale sia sostituire integralmente gli strumenti concorrenti.
L’euro digitale dovrà, piuttosto, affiancare gli strumenti tradizionali e porsi come alternativa alla grande fauna di criptovalute private emersa nell’ultimo decennio.
L’euro digitale potrebbe inoltre, secondo il report, rivelarsi uno strumento utile per aumentare la resilienza dell’Eurosistema a fronte di rischi geopolitici e crisi del credito internazionale.
Lo sviluppo di un sistema di pagamenti integralmente pubblico costituisce anche un ottimo modo di affrancare il proprio sistema finanziario dai vincoli dei circuiti di pagamento internazionali.
Questo è uno dei motivi per cui numerosi paesi emergenti (in testa Cina, Iran e Russia) si sono mostrate particolarmente interessate alla nuova tecnologia e stanno percorrendo le stesse vie di progettazione e implementazione di valute digitali.
La Cina ad oggi rappresenta l’avanguardia nello sviluppo di questo genere di sistemi. Nel Paese esistono già oltre 260 milioni di conti digitali, che operano soprattutto sul versante dei pagamenti transfrontalieri.
L’e-Yuan, infatti, permette alla moneta di Pechino di circolare liberamente nei movimenti internazionali e può ‘bucare’ agilmente le frontiere, a dispetto delle restrizioni alla circolazione dei capitali.
In Russia, il rublo digitale è attualmente in fase di sperimentazione, e dovrebbe cominciare a circolare fuori dai confini nazionali già dalla metà del 2025.
Specialmente per i Paesi esclusi dal sistema SWIFT o esposti al rischio di sanzioni, lo sviluppo di una valuta digitale potrebbe costituire uno degli strumenti per rendere il proprio sistema finanziario meno fragile ed accelerare la de-dollarizzazione.
Ovviamente è difficile pensare che questo tipo di sistemi possa imporsi alla ribalta in breve tempo. Anche una volta che le difficoltà tecniche e legali-regolatorie saranno superate.
I nuovi strumenti di pagamento avranno bisogno di tempo per superare la naturale diffidenza degli utenti e cominciare ad imporsi come vere alternative agli strumenti che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi decenni.
In particolare, mentre i potenziali vantaggi dal punto di vista sistemico sono evidenti, non è chiaro perché dal punto di vista degli utenti sarebbe vantaggioso passare ai nuovi sistemi.
In prospettiva però l’introduzione delle valute digitali potrebbe avere implicazioni importanti per gli assetti finanziari globali e persino sul funzionamento stesso dei nostri sistemi economici.
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