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26/06/2024

Guerra in Ucraina - È giallo su drone Usa partito da Sigonella e abbattuto dai russi

A dare notizia dell’abbattimento di un drone Usa sono stati due canali Telegram russi – “Military Informant” e “Fighterbomber” – ripresi dal quotidiano italiano La Stampa.

Per ammissione dello stesso giornale si tratta, nel primo caso, di uno dei canali telegram russi più informati su ciò che avviene nello spazio aereo e nell’aviazione russa. L’articolo cita così quanto riporta il canale : “Un caccia russo MiG-31 ha abbattuto un drone da ricognizione dell’aeronautica americana sul Mar Nero. Presumibilmente si tratta di un drone da ricognizione ad alta quota RQ-4B Global Hawk”. Poco dopo, il canale pubblica un aggiornamento: “Sì, l’incidente è stato ora confermato”.

Pochi minuti prima la stessa notizia era stata riportata dal canale Telegram “Fighterbomber”, ritenuto vicino al comando dell’aeronautica russa: “Congratulazioni a tutti i soggetti coinvolti. Bravi ragazzi! Stiamo aspettando ora l’ok degli Stati Uniti circa le “azioni non professionali. Ora c’è una maggiore turbolenza nel Mar Nero. Vediamo se è una cosa continuativa o se si è trattato di un evento irripetibile”.

Secondo l’articolo de La Stampa, in passato piuttosto raramente questi due canali hanno scritto cose men che informate.

Da fonti statunitensi ufficiali non c’è nessuna conferma dell’abbattimento. L’unica fonte che ne ha parlato, è il corrispondente di Reuters Idris Ali, che segue il Pentagono, citando un rappresentante anonimo del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Idris Ali ha scritto su X che “non si sono verificati incidenti sul Mar Nero” (ma poco dopo, il link che aveva postato risulta cancellato).

La questione è seria per almeno due motivi.

Domenica scorsa le schegge di un missile Atacms fornito dagli Usa, lanciato dagli ucraini sulla Crimea e intercettato dai russi, sono finite sulla spiaggia di Sebastopoli, uccidendo quattro bagnanti – tra cui tre bambini – e ferendone circa 150. Come noto le coordinate di tiro dei missili vengono "aggiunstate" nel corso dell'attacco propri dai droni in volo.

Mosca ha esplicitamente accusato per questo attacco gli Stati Uniti ed ha convocato l’ambasciatore statunitense avvisando che l’evento non sarebbe rimasto senza conseguenze. “Secondo il ministero della Difesa – riporta un comunicato ufficiale della Russia – sono stati usati missili americani Atacms, armati con bombe a grappolo per aumentare la loro letalità. Tutti i dati di volo sono stati inseriti da specialisti Usa sulla base dei loro dati di ricognizione satellitare e un drone da ricognizione americano Global Hawk era in volo nei cieli vicino alla Crimea”.

L’abbattimento diretto del drone – se verrà confermato – segna un salto di qualità, perché nei mesi scorsi l’aviazione russa si era limitata ad accecare un drone Usa con il lancio di carburante. Il drone era stato poi fatto precipitare dai comandi Usa nel Mar Nero per impedirne la cattura.

Il secondo motivo è il coinvolgimento dell’Italia. È infatti risaputo che questo tipo di droni vengono fatti decollare spesso dalla base italiana di Sigonella. Stando ai dati di Flightradar, negli ultimi due giorni solo un drone americano Global Hawk ha sorvolato il Mar Nero. Intorno alle 9 (ora di Mosca) di domenica 23 giugno – il giorno dell’attacco missilistico sulla Crimea – il drone è apparso sul radar nell’area dell’aeroporto militare di Sigonella, ma alle 6 del 24 giugno (ossia la mattina presto di lunedì) è regolarmente rientrato alla base.

Anche il settimanale statunitense Newsweek scrive che gli osservatori della guerra in Ucraina, tra cui l’analista di intelligence Oliver Alexander, hanno sottolineato su X che, nonostante le affermazioni del canale Telegram russo, i dati del radar di volo mostrano che l’ultimo volo visibile del drone spia “si è concluso con un atterraggio sicuro a Sigonella lunedì mattina”.

Rimane il fatto che il ruolo della base militare di Sigonella nell’uso dei droni statunitensi nel conflitto in Ucraina espone il territorio italiano alle possibili ritorsioni della Russia per gli attacchi missilistici sul proprio territorio. Ma i comandi degli Stati Uniti continuano ad utilizzare le loro basi in Italia per le proprie operazioni senza porsi alcun problema.

Il problema andrebbe posto, e seriamente, dall’Italia ma con un governo servile verso Washington come quello in carica appare difficile prevedere note di proteste o misure di protezione del territorio che infastidiscano l’operatività delle forze aeree statunitensi.

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