Cosa hanno in comune un altissimo ufficiale britannico e uno storico statunitense dell’università di Yale? Che entrambi parlano con “nonchalance” di terza guerra mondiale, a conferma che nei circoli di quella che veniva definita “anglosfera”, la questione è ormai all’ordine del giorno.
“Il Regno Unito dovrebbe essere meglio preparato a una Terza guerra mondiale” ha dichiarato il capo di Stato maggiore uscente dell’Esercito britannico, Patrick Sanders, che si dimetterà nei prossimi giorni dopo due anni in carica.
Sanders, intervistato dal quotidiano The Times, ha affermato che la Seconda Guerra Mondiale sembra “storia antica” per i giovani, ma che un conflitto di tale portata potrebbe “accadere di nuovo”.
Secondo invece uno storico statunitense, gli ucraini che combattono contro la Russia stanno evitando una terza guerra mondiale, paragonando il terzo anno di guerra su larga scala in Ucraina al periodo immediatamente precedente la Seconda Guerra Mondiale.
In una conferenza tenuta a Tallin, in Estonia e paragonando il 2024 al 1938, Timothy Snyder, professore di storia dell’Università di Yale specializzato in Europa orientale e Unione Sovietica, ha detto che l’Ucraina è paragonabile a una Cecoslovacchia “che ha scelto di combattere”.
Nel 1939, la Germania nazista guidata da Adolf Hitler entrò in Cecoslovacchia e si assicurò i beni cechi per le forze armate tedesche. Gran Bretagna e Francia offrirono alla Polonia garanzie di sicurezza, ma nonostante ciò le forze di Hitler invasero la Polonia nel settembre 1939. Londra e Parigi dichiararono quindi guerra alla Germania, dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale.
“Se gli ucraini rinunciano, o se noi rinunciamo all’Ucraina, in futuro sarà una Russia diversa a fare la guerra”, ha detto Snyder durante una conferenza nella capitale estone, Tallinn.
“Dobbiamo essere in grado di affrontare una guerra entro il 2029” ha affermato mercoledì il ministro della Difesa tedesco Pistorius intervenendo al Bundestag. E per la Germania non è proprio una novità.
A gennaio c’è stato infatti il caso di un “documento segreto” del ministero della Difesa tedesco svelato dal giornale Bild, con tanto di cifre di mobilitazione militare, azioni di “guerra ibrida” e sviluppo sul terreno mese dopo mese, che delinea nel dettaglio un possibile “percorso verso il conflitto” tra la Russia e la Nato.
Lo scenario tracciato dalla Bundeswehr si chiama ‘Alleanza di difesa 2025’, scrive il Bild. Per luglio 2024 si ipotizzano “pesanti attacchi informatici e altre forme di guerra ibrida” e l’istigazione russa delle proprie minoranze etniche sul Baltico per lanciare una manovra su larga scala detta ‘Zapad 2024’, con 50.000 soldati nella Russia occidentale e in Bielorussia a partire da settembre. Dal dicembre 2024 ci sarebbe un “conflitto di confine” mentre “gli Stati Uniti potrebbero essere senza leader per qualche settimana” in seguito alla possibile sconfitta elettorale di Joe Biden. Nel rapporto, la Nato decide “misure di deterrenza credibile” nel maggio 2025 per prevenire un attacco russo al Corridoio Suwalki e, in un “giorno X”, ordina il dispiegamento di 300.000 soldati, tra cui 30.000 soldati della Bundeswehr, per confrontarsi con più di 200 mila russi.
Una prospettiva inquietante, che il Cremlino ha bollato come “una bufala” mentre un portavoce della Difesa di Berlino si è affrettato a definirlo come parte di “scenari estremamente improbabili” frutto dell’attività militare quotidiana, soprattutto per l’addestramento.
“La terza guerra mondiale è un pericolo “reale” anche se l’ipotesi di un conflitto nucleare è inaccettabile, specie per l’alleato cinese”. È stato il commento del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, in un’intervista al programma Bolshaya Igra (The Great Game) sul canale televisivo di stato Channel One.
All’inizio di quest’anno, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che “tutto è possibile” quando si è parlato dell'ipotesi che scoppi una guerra più ampia tra la Russia e i Paesi occidentali che sostengono l’Ucraina.
Il mondo è “a un passo da una terza guerra mondiale su larga scala”, ha detto Putin a metà marzo. “Penso che quasi nessuno sia interessato a questo”, ha aggiunto.
Il Presidente statunitense Biden ha accusato Netanyahu di voler prolungare la guerra a Gaza (e magari allargarla in Libano) per i propri interessi politici.
“Siamo a un passo dall’invio di truppe da parte dell’Occidente in Ucraina – ha dichiarato recentemente un leader reazionario come l’ungherese Orban; “Si tratta di un vortice di guerra che può trascinare l’Europa nel baratro. Bruxelles gioca col fuoco”. È una sconfitta della ragione dover sentire questo allarme nelle parole di uno dei peggiori leader europei mentre i capi di stato occidentali alzano continuamente l’asticella dell’escalation di guerra.
Più di due anni di conflitto su larga scala in Ucraina e l’escalation israeliana in Medio Oriente hanno riportato nell’agenda politica mondiale la possibilità di una terza guerra mondiale.
Lo storico statunitense Graham Allison nel suo libro “Destinati alla guerra”, afferma che a questa si arriva per tre motivi: quelli economici, quelli geopolitici e poi per “l’onore” dei governi. È questo il motivo che deve farci temere il crescendo di toni delle dichiarazioni e di fatti compiuti che si vanno accumulando sul terreno, fatti compiuti e dichiarazioni dalle quali è poi è difficile tornare indietro “senza perdere la faccia”.
Dare vita ad una terza guerra mondiale pur di non ammettere i propri errori o incassare una parziale sconfitta potrebbe essere il più grande errore dell’Occidente collettivo nel XXI Secolo, altro che “essere all’altezza della sfida della storia”.
Dobbiamo raddrizzare il piano inclinato e fermare un treno in corsa, almeno a partire dal non coinvolgimento del nostro paese in questo pericoloso avventurismo bellicista europeo e dall’indebolimento del fronte guerrafondaio. Whatever it takes!
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