In Spagna dilaga la rivolta popolare delle città contro i danni del turismo di massa. Dopo Barcellona, le Baleari e le Canarie la protesta è dilagata anche Malaga.
Sabato scorso erano migliaia di persone in piazza nella città nel sud della Spagna, contro l’aumento degli affitti e dei prezzi delle case provocato dal devastante incremento dell’attività turistica negli ultimi anni. El Pais valuta che i partecipanti siano stati 15mila.
Malaga, vent’anni fa accoglieva circa mezzo milione di turisti, negli ultimi anni è diventata un centro del turismo di massa, fino a raggiungere nel 2023 la cifra di 1,6 milioni di presenza, con previsioni per quest’anno di numeri ancora più alti.
Ma il successo del turismo di massa ha contestualmente provocato crescenti disagi ai residenti a causa del forte aumento degli affitti, rendendo di conseguenza difficili e costosissime le condizioni di vita degli abitanti.
Quella di Malaga non è la prima manifestazione di massa contro le devastazioni del turismo in Spagna.
Avevano infatti cominciato gli abitanti delle Baleari e di Barcellona poi quelli delle Canarie, e le manifestazioni sono state tutte molto partecipate. Quella di Malaga è però la prima a tenersi in una città che fino a pochi decenni fa non era una delle grandi mete turistiche della Spagna, e che quindi ha subìto un cambiamento forse più radicale.
A Malaga nel 2016 gli appartamenti registrati a uso turistico erano 846, oggi sono diventati 12mila, e questo senza considerare gli appartamenti affittati a turisti ma non registrati. Secondo un'inchiesta curata da El País, in vari quartieri del centro di Malaga tra il 20 e il 25 per cento di tutti gli alloggi è registrato su Airbnb e i prezzi delle case sono schizzati verso l’alto.
Secondo un sondaggio condotto dall’Università di Malaga, oggi il 72 per cento degli abitanti della città ritiene che il turismo abbia un effetto negativo o molto negativo sulla disponibilità di case per la popolazione.
A Barcellona, una delle città più colpite dal medesimo fenomeno e tra le prime a vedere manifestazioni contro il turismo di massa, proprio in questi giorni, il sindaco Jaume Collboni ha proposto una drastica soluzione: le oltre 10mila licenze per affitti brevi, in scadenza nel 2028, non saranno rinnovate.
Barcellona è una città di 1,6 milioni di abitanti e lo scorso anno ha accolto più di 12 milioni di turisti. È uno dei casi di cosiddetto overtourism, cioè di eccesso di turismo.
Quanto sta accadendo in Spagna è di straordinaria importanza anche per il nostro paese, dove i danni del turismo di massa stanno diventando evidenti non solo in città come Roma e Venezia ma ormai anche Napoli, Milano, Firenze dove la denuncia delle conseguenze del fenomeno è stata fino ad oggi limitata a piccoli gruppi di attivisti sociali.
Sul nostro giornale, in tempi decisamente insospettabili, abbiamo denunciato come, nel caso di Roma, il turismo fosse diventato una risorsa per pochi e un danno per molti. Il livello di appropriazione privata degli introiti del turismo a discapito del resto delle città, è diventato decisamente insopportabile.
Anche qui, da qualche parte e in qualche modo, occorre cambiare rotta.
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