Il 24 marzo 1999 scattò l’operazione “Allied Force” (senza mandato ONU) contro la Serbia: fu un’aggressione illegale, ma la NATO dichiarò che “i raid si erano resi necessari per fermare i massacri in Kosovo”. Belgrado venne bombardata con massicci raid aerei che durarono 78 giorni causando migliaia di morti tra i civili e la distruzione di tutte le infrastrutture più importanti del paese.
Le bombe NATO vennero lanciate pure sulla fabbrica di automobili “Zastava” piena, in quel momento, di operai al lavoro. Quella fabbrica altro non era che una filiale della italianissima (all’epoca) Fiat. Con tutta evidenza, anche in quel caso, c’erano “un aggressore e un aggredito”. E l’aggressore era la NATO, Italia compresa. Presidente del consiglio era Massimo D’Alema, vice presidente e ministro della difesa era Sergio Mattarella.
Oggi i paesi della NATO stanno supportando, politicamente e militarmente, uno dei più grandi massacri di civili del dopoguerra che va avanti, ininterrottamente, da più di 9 mesi. Ogni giorno gli aerei israeliani bombardano uno o più campi profughi di Gaza causando, ogni volta, decine o centinaia di vittime innocenti. Da quei campi giungono, senza sosta, scene raccapriccianti di corpi straziati, fatti a pezzi e persino di bimbi con le teste mozzate o resi irriconoscibili dalle bombe sganciate in continuazione dalle forze militari di occupazione israeliane. Come stabilito dalla Corte Internazionale di giustizia e dalla Corte penale internazionale, a Gaza è in corso un “genocidio” e, secondo la prestigiosa rivista scientifica The Lancet, l’offensiva israeliana potrebbe aver causato, fino qui, più di 186mila vittime, ovvero, il 7,9% della popolazione della Striscia.
Ecco, basterebbe questo accostamento per capire cosa era la NATO nel 1999 e cosa è ancora oggi.
La NATO, checché ne dica Mattarella (visti, peraltro, i suoi trascorsi non proprio pacifisti), per la maggior parte dei popoli di questo pianeta è, unanimemente, ritenuta come la più grande organizzazione criminale della terra nella consapevolezza che soltanto il suo scioglimento potrà farci sperare, un giorno, in un un futuro di pace e prosperità in luogo di un oscuro ed inquietante presente in cui la cosiddetta “Alleanza Atlantica” sta facendo di tutto per trascinare l’umanità intera in un’avventura senza ritorno.
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