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27/07/2024

Nella militarizzazione reale o presunta della Germania procede l'escalation contro la Russia

Anche oggi si discute di armi immaginarie: e certo discutere di armi immaginarie è meglio che discutere di armi reali, ma qualche elemento di preoccupazione, sempre ammesso che non siano chiacchiere tanto per fare, come pure è probabile, resta sempre.

Il discorso sulle armi immaginarie era iniziato il 10 luglio, con uno scarno comunicato del Dipartimento di Stato USA mentre l'attenzione dei media era concentrata, e giustamente, sul comunicato finale del vertice NATO a Washington.

Lo scarno comunicato dava conto di un accordo tra Stati Uniti e Germania in virtù del quale gli USA nel 2026 dispiegheranno ‟in maniera episodica” armamenti a lungo raggio in Germania. Tra questi, gli SM-9, i missili Tomahawk e le armi ipersoniche ‟in via di sviluppo”, che hanno una gittata molto più ampia degli altri armamenti a lungo raggio dispiegati in Europa.

La reazione russa è stata, ovviamente, piuttosto ostile, considerando anche che nel corso del summit è stata annunciata sia l’operatività del nuovo sito polacco di Redzikowo del sistema di difesa antimissile AEGIS ASHORE, che va a integrare i sistemi già presenti nelle basi di Kürecik in Turchia, Deveselu in Romania e Rota in Spagna. Per finire, restando sempre in ambito missilistico è stata annunciata anche l’iniziativa ELSA (European Long-Range Strike Approach) di Francia, Germania, Italia e Polonia che dovrebbe portare alla produzione e al dispiegamento, in tempi e quantità non ancora specificate, di un nuovo sistema a lungo raggio.

Al di là delle dichiarazioni, però, ci sono alcune considerazioni da fare sull’accordo tra USA e Germania. Più che un senso militare, in effetti, sembra di scorgervi un senso politico: obbligare anche la futura amministrazione statunitense, di qualsiasi colore essa sia (ma è chiaro che il pensiero va a un’eventuale vittoria di Trump) a mantenere, e anzi ad aumentare, una presenza militare in Germania, per mettere a tacere le voci che vorrebbero la prossima amministrazione statunitense disposta al disimpegno dal teatro europeo per spostare la maggior parte dei propri asseti in altri teatri, quello del pacifico soprattutto.

Il tutto, senza considerare che uno dei sistemi d’arma che andrebbero dispiegati in Germania, ovvero il missile ipersonico ‟Dark Eagle”, sostanzialmente non esiste ancora: solo il 28 giugno è stato annunciato il primo test di successo, con un volo completato dalle Hawaii alle isole Marshall, ma i tempi di dispiegamento operativo sembrano estremamente ottimistici. Stando a fonti dell’esercito, infatti, le prime batterie dovrebbero essere consegnate nell’agosto 2025, ma lo stesso Congressional Research Service appare piuttosto scettico nel suo rapporto, che si può leggere qui.

La dichiarazione, quindi, pare davvero più un tentativo di rassicurare gli alleati europei e provare a legare le mani alla prossima amministrazione che una manovra escalatoria contro la Russia: da questo punto di vista l’entrata in funzione della base di Redzikowo è una minaccia molto più seria.

Estremamente escalatorio, invece, è il contenuto dell'articolo del Times pubblicato oggi. Anche qui si tratta di armi che non esistono e che, a differenza degli ipersonici USA, non sono state testate con successo, testate in generale, o anche solo progettate: ma sono missili a lungo raggio che il Ministro della Difesa inglese ha specificamente definito come diretti contro Mosca, nel senso di città, non nel generico senso di Russia. Naturalmente sarebbero impiegati solo nel caso in cui Putin decida di lanciare armi nucleari tattiche, ma la precisazione, lungi dal rassicurare, crea ancora più preoccupazioni.

In primo luogo, questi missili (che non esistono...) partirebbero in caso Putin lanciasse un'atomica tattica contro chi? Se fosse contro la Gran Bretagna, contro la Russia partirebbe ben altra roba, per cui non si capisce molto bene il senso della cosa. C'è per caso l'idea di utilizzarli contro Mosca anche in caso di impiego di atomiche tattiche contro l'Ucraina? Perché nel qual caso ci troveremmo di fronte a un attacco missilistico al quale la Russia risponderebbe con bel altre misure che un'atomica tattica. A proposito: saranno nucleari, questi missili? Il Ministro non specifica. Anche questi missili, poi, andrebbero schierati in Germania, ma a differenza di quelli USA il governo tedesco ne controllerebbe l'impiego insieme a quello britannico, così come parteciperebbe alla produzione.

Però, sempre considerando che tutti questi missili non ci sono, il quadro che si prospetta non è incoraggiante: la Germania come base per missili a breve, medio e lungo raggio, sia statunitensi che anglo-tedeschi. E la preoccupazione russa è ovvia: chi ci assicura che servono ad azioni di rappresaglia in caso noi dovessimo usare l'atomica per primi? La rappresaglia non serve a niente, in questi casi: non è che il loro scopo è quello di un attacco preventivo alle capacità nucleari russe?

Qui due link in italiano sulla questione dei missili USA in Germania:

https://www.rid.it/shownews/6686/europa-russia-tornano-gli-euromissili

https://www.rid.it/shownews/6684/aegis-ashore-anche-il-sito-polacco-e-operativo

Fonte

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