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26/07/2024

È "corsa" cinese all'acquisto di materie prime?

di Francesco Dall'Aglio

Sempre a proposito di Cina, articolo molto interessante dell'Economist che si fa una bella domanda: perché Xi Jinping, ovvero la Cina, sta costruendo scorte segrete di materie prime? L'articolo è dietro paywall ma ho amici molto gentili, quindi lo riassumo a vostro beneficio prima che lo faccia, male, roba tipo Linkiesta.

Negli ultimi due decenni la domanda cinese di materie prime è cresciuta moltissimo, anche in conseguenza dell'aumento del potere d'acquisto delle popolazione. L'anno scorso l'import totale di materie prime è cresciuto del 16%, e nei primi sei mesi di quest'anno di un ulteriore 6%. Questo aumento di importazioni però non si è tradotto in un aumento del consumo. Al contrario, pare che la Cina stia ammassando materie prime perché è preoccupata dalla minaccia di un blocco statunitense: preoccupazione sensata perché dipende in larghissima misura dalle importazioni.

Alcuni numeri: la Cina importa il 40% del suo gas, il 70% del greggio, il 70% della bauxite (serve principalmente a fare l'alluminio), il 97% del cobalto (che serve a parecchie cose, soprattutto per le batterie al litio). Dal 2020, la capacità cinese di stoccare greggio è salita da 1,7 miliardi di barili a 2 miliardi; per il gas, stoccato principalmente in siti sotterranei, la capacità è cresciuta di sei volte tra il 2010 e il 2020, raggiungendo i 15 miliardi di metri cubi, con l'obiettivo di raggiungere i 55 miliardi l'anno prossimo; infine, le cisterne di LNG dovrebbero riuscire a stoccare 85 miliardi di metri cubi di gas per il 2030.

Al momento le scorte di gas valgono 23 giorni di consumo al ritmo attuale di utilizzo. Stesso discorso per il petrolio, con quantità ancora maggiori: al momento ci sono scorte per 115 giorni di utilizzo. Il calcolo sui metalli è più complesso, ma a seconda del materiale la Cina ha scorte dal 35% al 133% della necessità ANNUALE. Per quanto riguarda le risorse alimentari, infine, al termine del prossimo raccolto le scorte di grano e mais saranno rispettivamente il 51% e il 67% della quantità MONDIALE, corrispondenti più o meno a un anno di utilizzo.

Questa smania di accaparramento, che se continuasse (come pare probabile aumenterà addirittura) porterebbe ovviamente a un aumento dei prezzi delle materie prime, è ovviamente causata dalla preoccupazione cinese di un blocco economico degli USA e dei loro alleati, o di un blocco militare degli stretti attraverso i quali passa la maggior parte del traffico commerciale mondiale, e delle risorse di cui ha bisogno la Cina.

Qui finisce l'articolo dell'Economist e cominciano le mie considerazioni, che poi sono due. La prima, banale: in quest'ottica, la dipendenza reciproca tra Cina e Russia è destinata ad aumentare. La seconda: come già nel caso russo, quando qualcuno si sente preoccupato e vede che dall'altra parte non si fa alcuno sforzo per rassicuralo, può capitare che decida di agire per primo per evitare di trovarsi vittima del peggior scenario che le sue simulazioni prevedono.

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