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21/07/2024

Rappresaglia israeliana su Hodeidah


Dopo che gli Houthi erano arrivati a colpire Tel Aviv con i loro droni, era facile attendersi una risposta sionista. E la risposta è arrivata, direttamente sul suolo yemenita, con un’operazione aerea su Hodeidah.

La città portuale sulla costa occidentale del paese è diventata il bersaglio di 12 aerei israeliani, tra cui alcuni F-35, che hanno colpito i serbatoi di carburante della zona. Parte del combustibile si è anche riversato in mare, causando anche un disastro ambientale.

Gli Houthi hanno dichiarato che ci sono stati almeno 3 morti e 87 feriti. Nella notte trascorsa le forze armate israeliane hanno dichiarato di aver fermato un altro missile terra-terra lanciato dallo Yemen, una possibile ulteriore rappresaglia.

Non è chiaro se le aeronautiche di altri paesi alleati di Israele abbiano partecipato in qualche modo all’operazione. È possibile che aerei cisterna statunitensi e britannici siano stati coinvolti per garantire rifornimenti, dato che uno di essi è stato fotografato in zona.

Il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha affermato che Israele si è mosso da solo. Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale di Washington ha dichiarato che gli Stati Uniti non sono stati coinvolti negli attacchi, non li hanno coordinati né sostenuti.

Un aereo cisterna italiano è decollato dalla base aerea di Gibuti e si è mosso nella stessa area. Fonti del governo italiano hanno smentito al quotidiano Avvenire che la sua missione fosse legata ai bombardamenti sionisti.

Gli Houthi hanno fatto presente di essere pronti a sostenere un conflitto su più lungo periodo. Questo mentre il rischio di escalation per tutto quel settore di mondo si fa più concreta, come denunciato dal segretario generale dell’ONU Guterres.

Il ministro della Difesa di Tel Aviv, Yoav Gallant, ha dischiarato che “l’incendio che attualmente brucia a Hodeidah è visibile in tutto il Medio Oriente e il significato è chiaro”. Per Israele si tratta di un messaggio lanciato anche contro “l’Iran e le sue metastasi”.

Nel frattempo, gli attacchi di Hezbollah alle forze sioniste non si fermano, con altre salve di missili lanciate verso il territorio israeliano. L’esercito israeliano nella notte passata, ha risposto colpendo due depositi di armi della milizia sciita nel sud del Libano.

Nel frattempo, poche ore fa gli Stati Uniti hanno abbattuto un drone Houthi nel Mar Rosso. Questi ultimi hanno rivendicato di aver attaccato una nave a-stelle-e-strisce e di aver colpito obiettivi anche nell’area del porto israeliano di Eliat, già in grave crisi.

Le missioni militari occidentali nel Mar Rosso per ora non sembra stiano raggiungendo i loro obiettivi. Il generale statunitense Kurilla, a capo dello US Central Command, ha scritto al segretario alla Difesa Austin, affermando che serve un impegno maggiore nella zona.

Questo non potrà che significare un ulteriore passo verso un incancrenimento della situazione del Medio Oriente. Almeno finché Israele continuerà nel genocidio e nel suo attacco illegale a ogni realtà della zona che non accetta la sua occupazione.

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