Un drone ha colpito il centro di Tel Aviv uccidendo un uomo e ferendo altre persone a pochi metri dall’ambasciata statunitense, le sirene del sistema antiaereo israeliano di allarme non sono scattate. Le forze di difesa israeliane confermano che un ‘bersaglio aereo’ è esploso a Tel Aviv. Il portavoce militare dei militanti Houthi dello Yemen ha dichiarato su X che il gruppo rivelerà i dettagli di un’operazione militare che ha preso di mira Tel Aviv.
Il portavoce degli Houti yemeniti ha rivendicato l’attacco con un drone che nella notte ha colpito Tel Aviv causando un morto e una decina di feriti. Il gruppo yemenita sostiene d’aver lanciato un drone in grado di aggirare i sistemi di rilevamento radar.
L’agenzia israeliana Ynet riporta come questo incidente “evidenzia un significativo fallimento dei sistemi di difesa aerea dell’IDF”. Nella loro risposta ufficiale, i militari hanno riconosciuto la violazione: “Una prima indagine indica che l’esplosione a Tel Aviv è stata causata dalla caduta di un bersaglio aereo e non sono state attivate le sirene. L’incidente è in fase di revisione approfondita. Le forze di sicurezza israeliane stanno attualmente operando sulla scena”, si legge nella dichiarazione.
Le Forze armate israeliane affermano che, secondo la loro indagine iniziale, il drone è stato rilevato dalle difese aeree, ma non è stato abbattuto a causa di un errore umano. Il portavoce degli Houti ha detto che la città di Tel Aviv continuerà ad essere un loro obiettivo primario.
Il leader dell’opposizione Yair Lapid afferma che l’attacco mortale notturno dei droni a Tel Aviv “è un’ulteriore prova che questo governo non sa come e non è in grado di fornire sicurezza ai cittadini di Israele”.
Lapid aggiunge che chiunque “perda la deterrenza nel nord e nel sud, la perde anche nel cuore di Tel Aviv”. Il leader dell’opposizione accusa il governo di non avere “nessuna politica, nessun piano: tutto è pubbliche relazioni e discussioni su se stessi”.
Al Jazeera riferisce che un membro del Consiglio politico supremo di Ansar al-Allah (più conosciuti come Houthi) Mohamed Ali al-Houthi ha inviato una lettera alle autorità israeliane chiedendo di consentire agli aiuti di entrare nella Striscia di Gaza, in cambio della quale gli Houthi avrebbero permesso che quantità simili raggiungessero il porto israeliano di Eilat.
Al-Houthi ha dichiarato in un post sulla piattaforma X: “Diciamo al nemico di permettere agli aiuti di entrare a Gaza, e la priorità assoluta è l’ingresso di aiuti nel nord di Gaza. Nella misura in cui permetterete agli aiuti di entrare, l’esercito mujahid yemenita permetterà che quantità simili raggiungano il porto occupato di Umm al-Rashrash (Eilat)”.
Il porto di Eilat è la porta d’Israele verso l’Asia e l’Estremo Oriente, situato all’incrocio del deserto del Negev con la testa del Golfo di Aqaba, e ha un’importanza economica e militare, in quanto è un progetto strategico per Israele, e un pilastro fondamentale dell’economia e della crescita della città.
Il leader del gruppo Ansar al-Allah Houthi in Yemen, Abdul Malik al-Houthi ha annunciato di aver finora preso di mira 170 navi legate a Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna dallo scorso novembre/novembre, a sostegno di Gaza, che sta affrontando l’aggressione israeliana da dieci mesi.
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