Il 5 maggio 1972 il volo Alitalia 112, con un DC-8 di linea partito dall’aeroporto di Roma-Fiumicino e diretto all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi, si concludeva in prossimità dell’atterraggio schiantandosi contro la Montagna Longa, tra il territorio di Cinisi ed il territorio di Carini, alle porte di Palermo. A bordo 108 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio, tutti morti.
“Errore del pilota”?
Le successive indagini si conclusero con la sentenza del tribunale di Catania che incolpava i piloti di non aver seguito le linee guida dei controllori di volo durante le fasi dell’atterraggio. Insomma, un incidente causato da un “errore del pilota”?
L’Associazione Nazionale Piloti Aviazione Commerciale (ANPAC) si schierò dalla parte dei piloti, rifiutando la possibilità di un loro errore per la lunga esperienza che avevano.
“Il DC-8 fu colpito da proiettili esplosi a terra da fascisti e mafiosi”
Maria Eleonora Fais, sorella di Angela, morta nella strage, dopo molti anni, è riuscita a recuperare il rapporto dell’allora vicecapo della polizia Giuseppe Peri secondo il quale l’aereo fu colpito da proiettili esplosi da terra. Peri nel rapporto attribuiva la responsabilità a dei neofascisti che agivano in collaborazione con alcuni mafiosi. Questo “attentato terroristico” si è verificato tre giorni prima delle elezioni politiche e avrebbe avuto lo scopo di spostare a destra l’asse politico nazionale.
La pista NATO
A marzo 2012 un altro parente delle vittime, un generale dei Carabinieri che nella strage perse il fratello, chiese alla Procura di Catania di riaprire l’inchiesta sul 5 maggio 1972.
Il generale sosteneva l’esistenza di un nesso tra un’esercitazione NATO, con consistente traffico aereo, e una foto scattata all’indomani dell’incidente, con tre presunti fori d’entrata di proiettile sull’ala dell’aereo.
“La presenza di esplosivo a bordo DC-8”
Un anno fa i familiari della strage di Montagna Longa hanno richiesto la riapertura delle indagini e hanno lanciato un appello al presidente Mattarella. In una nota firmata da Ernesto Valvo, presidente dell’Associazione familiari delle vittime di Montagna Longa, si legge, tra l’altro: “La magistratura ha recentemente respinto la richiesta di riapertura delle indagini da noi presentata, scaturita dalla meticolosa relazione del professor Rosario Marretta, che ipotizza la presenza di esplosivo a bordo del DC-8 schiantatosi misteriosamente il 5 maggio 1972. Senza contare che mai si è fatta luce sul mancato funzionamento della scatola nera e sulla scomparsa del tracciato radar”.
Da Montagna Longa a Ustica
Montagna Longa come Ustica, due aerei inghiottiti dalla morte con tutto il loro carico umano. Due aerei civili che hanno subito la stessa sorte sorvolando lo stesso tratto di mare colmo di segreti orrendi. Due stragi che hanno in comune anche il silenzio dei radar e la scomparsa dei tracciati precedenti “l’incidente”. Ma la strage di Montagna Longa ha un contesto storico e politico assai diverso dalla strage di Ustica: la strategia della tensione, le stragi fasciste, Gladio...
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