Pubblicando a novembre 2012 sul
cartaceo di Senza Soste l'articolo che segue consigliammo di mantenere
alta l'attenzione su questo fenomeno dei gruppi di acquisto che è
sintomatico di una realtà di gestione del piccolo esercizio commerciale
in grande difficoltà e spesso in stato confusionale dovuto agli effetti
della crisi. L'idea del gruppo d'acquisto è già diventato una pratica di
massa ma negli ultimi mesi si sono levati grida di allarme da parte di
piccoli commercianti rispetto al boomerang che sta tornando verso di
loro a causa di contratti con le aziende intermediatrici che li
costringono a lavorare sotto costo per un numero di prodotti o servizi
troppo alto rispetto a ciò che inizialmente era preventivato e che
probabilmente era nato come una semplice trovata pubblicitaria.
Groupon,
una di queste capofila di compagnie intermediatrici, indica
l'overbooking (cioè il vendere tantissime offerte e in breve spazio di
tempo, più di quante sono economicamente sostenibili o preventivate con
l'esercente) come una causa esterna nel rapporto con il soggetto che ha
aderito. L'overbooking ha già dato vita a molte cause contro Gruopon,
così come i mancati rimborsi o le consegne in ritardo confidando sul
fatto che alla lunga il cliente desistesse dal chiedere i soldi
indietro. Ma sorge allora una domanda. Se gli esercenti rischiano il
fallimento, l'azienda intermediatrice danneggia anche se' stessa nel
lungo periodo e questo non dovrebbe essere il suo obiettivo, a meno che
non sia proprio quel condor che vola sulle carogne, mangia e se ne vola
via cercando di fare profitti nel brevissimo periodo a scapito del
commerciante in crisi che le tenta tutte.
Una
cosa è chiara, non si può certo mandare avanti un'attività che fa la
maggior parte degli incassi con sconti del 70% su prodotti e servizi a
meno che a lungo andare non si ricorra a lavoro nero o al lavoro
sottopagato oppure si accetti di mandare avanti un'attività in perdita
per un periodo. Dall'altra parte, invece, il successo di queste pratiche
che stanno diventando pratiche di massa fra i clienti, delinea
antropologicamente il fatto che il miraggio del non abbassamento del
proprio tenore di vita rimane un obiettivo fortissimo per una larga
fetta di popolazione e ciò viene misurato esclusivamente dal
mantenimento o meno dei soliti livelli di consumo anche in quelle
attività o necessità non prioritarie. red. 14 febbraio 2013
Groupon e Groupalia: quando i condor volano sulle carogne
I
gruppi d’acquisto generalmente basano la loro forza sulle quantità di
prodotti da comprare. Recentemente si sono sviluppati sul web dei
gruppi di acquisto orientati verso delle promozioni lanciate sui beni e
servizi organizzati da aziende che lanciano la promozione del singolo
soggetto commerciale o professionista. Sono iniziative guidate da start up e da amministratori delegati molto abili nell’interpretare i nuovi bisogni di acquisto e di vendita.
Si
tratta di gruppi al cui interno ti senti felice perché puoi organizzare
il tuo tempo libero come se niente nell’economia reale intorno a te
fosse cambiato. Con il 70/90% di sconto potrai accedere a quel livello e
tenore di vita che sempre più ti stai dimenticando. Ancora un po'
d’ossigeno nei tuoi polmoni mentre il volume d’aria rapidamente si sta
restringendo. E’ su questo leverage emozionale che le venture capital
con impieghi iniziali di capitale limitati, si pensi a 1 milione di
dollari per Groupon e 2,5 per Groupalia, finanziano queste piccole
società di organizzazione di gruppi di acquisto.
Le
remunerazioni sono molto improvvise e se paragonate al capitale
investito sono vertiginose. Attualmente i clienti sono solo qualche
milione ma nei prossimi mesi diverranno decine e centinaia di milioni
probabilmente. Questa previsione è da fare cercando di interpretare la
metamorfosi dei valori economici come risultante da lavoro sia
dipendente che autonomo. Nei gruppi d’acquisto ci sono gli acquirenti ma
a questo punto focaliziamo chi fa l’offerta che non sono di certo i
vari Groupon o Groupalia, questi sono solo mediatori. Sul lato
dell’offerta le motivazioni che spingono un soggetto commerciale a fare
una proposta di vendita sono varie e considerati i tempi certe offerte
potrebbero essere l’ultimo rantolo per vedere di ripristinare il
dissesto aziendale piuttosto che semplici iniziative di promozione.
Tra
gli esercizi che fanno offerte spesso figurano attività avviate da
tempo con vaste clientele. Come giustificano ad esse gli sconti del
70/90%? Nella pratica danno un’indicazione all’esterno che non è affatto
quella di una sana conduzione aziendale. E’ e sarà un caos che seguirà
il crollo dei valori reali prodotti dal lavoro. Qualcuno forse senza
riflettere potrà dire che prima gli stessi esercenti ci guadagnavano
troppo ed è quindi giusto che ribassino. Ma se si va a fondo all’analisi
troviamo che i margini (cioè i guadagni) maggiori venivano
redistribuiti in una economia reale prossima. Quei margini oggi non ci
sono più perché qualcuno se li è portati via e questa è un’altra analisi
non disgiunta a cui è legato tutto il sistema di manovre che i governi
occidentali stanno praticando per vedere di salvare capra e cavoli in
altri termini finanza pubblica e privata di matrice istituzionale.
Manovre chiaramente animate da concezioni ortodosse della materia
economica e sociale nell’ottica di non interrompere i rendimenti del
capitale per il capitale, non di certo orientate a salvare la massa.
Questa componente, la massa, è importante solo per la sua capacità di
acquisto non per la sua umanità. Lasciamo perdere.
Ritorniamo al fenomeno dei gruppi d’acquisto on line
chiarendo bene il significato di questa breve analisi della realtà
economica in cui viviamo che vuole mettere in luce delle connessioni ben
precise di come una situazione critica di disagio sociale crei spazi
per aziende che interpretando in anticipo l’emergere di nuovi bisogni
provvedono a creare un’idea commerciabile. Proprio come quando i condor
volano sulle carogne. Era già successo nel caso della grande
distribuzione che ha superato le realtà commerciali di quartiere con
sconti e margini che però non arrivavano al 70/90%.
Potremmo
ora sospendere il giudizio e mantenere però l’attenzione su queste
realtà che ci danno probabilmente un ordine di misura della consistenza
della metamorfosi economica in corso che comunemente viene chiamata
crisi ma che in effetti non è tale. Sta il fatto che se un amico che ha
un negozio e fa un offerta on line ribassata dei suoi servizi non
me la sento di vederlo lavorare a gratis o addirittura in perdita.
Prima di essere suo cliente sono un suo amico.
JACK RR tratto da Senza Soste n.76 (novembre 2012)
Fonte
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