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19/02/2013

Ecuador: Correa straccia il banchiere: “la rivoluzione continua”

Vittoria schiacciante al primo turno delle presidenziali di ieri del socialista Rafael Correa. Che promette di approfondire la rivoluzione e di rafforzare ancora i legami con gli altri paesi dell'America Latina.


E’ stata riconfermato alla presidenza, al primo turno, con una maggioranza nettissima, il presidente uscente dell’Ecuador, Rafael Correa, che ha ottenuto una percentuale schiacciante pari a circa il 57% dei consensi. Un distacco nettissimo rispetto al principale sfidante, il banchiere Guillermo Lasso, rimasto fermo al 23%. I dati finora diffusi sono relativi allo spoglio del 44% delle schede elettorali delle presidenziali e legislative di ieri. La Costituzione dell'Ecuador stabilisce che per vincere al primo turno bisogna ottenere la metà più uno dei voti validi (al netto delle schede bianche e dei voti nulli) o un 40% con una differenza di 10 punti sull'inseguitore.

Lontano, lontanissimo, l’ex presidente Lucio Gutiérrez (2003-2005) che ha ottenuto un magrissimo 5,9% dei consensi, seguito dal miliardario Álvaro Noboa che non ha superato il 3%. Lasso non ha potuto fare altro, dopo i primi exit poll, che riconoscere la vittoria di Correa parlando di “una vittoria che merita rispetto”. A capo dello Stato dal gennaio 2007, Correa è al suo terzo e ultimo mandato dopo essere già stato riconfermato alle elezioni anticipate del 2009.

Affacciatosi al palazzo presidenziale di Quito, il 49enne Correa ha promesso alla folla radunata in piazza che “siamo qui per servirvi. Niente per noi tutto per voi: il popolo ha il diritto di essere libero”. Il presidente si è impegnato ad “approfondire la sua rivoluzione cittadina”, rafforzando il controllo dello Stato sull’economia, riducendo ulteriormente il tasso di povertà e intensificando le alleanze con i leader sudamericani di sinistra. Infatti Correa ha subito dedicato la sua nuova vittoria all’amico Hugo Chávez, che da mesi sta lottando contro un tumore, promettendo di rafforzare l’Alleanza Bolivariana per i popoli di Nuestra América (Alba). "Nessuno può fermare la rivoluzione, stiamo scrivendo la storia" ha detto Correa che poi ha aggiunto: "Saremo presenti ovunque riusciremo a essere utili, ovunque potremo meglio servire i nostri concittadini e i fratelli latino-americani. Non è solo una vittoria dell'Ecuador, è una vittoria per la nostra madre terra latino-americana".

Anche se occorreranno ancora alcune ore per conoscere l’esito del voto per il rinnovo del Parlamento, Correa ha già fatto riferimento alla possibile conquista di una netta maggioranza dei 137 seggi in palio, che potrebbe servirgli per far approvare dall’Assemblea nazionale una riforma agraria, nuove regole per lo  sfruttamento minerario e una legge sull’informazione simile a quella varata dal governo argentino contro i monopoli e le concentrazioni.

Per Correa la riconferma è stata anche l'occasione per lanciare un messaggio all'Unione Europea nel tentativo di risolvere rapidamente il caso di Julian Assange, perseguitato dalla magistratura di vari paesi occidentali per il suo ruolo nella diffusione di notizie riservate attraverso il sito wikileaks. ''E' necessario trovare una soluzione il più presto possibile'', ha detto Correa, ''Il suo destino è nelle mani degli Stati europei''.

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