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11/02/2013

Quello che il film "Lincoln" non dice su Lincoln

Il film "Lincoln", prodotto e diretto da uno dei registi più conosciuti degli Stati Uniti, Steven Spielberg, ha riacceso un grande interesse per la figura di Lincoln, uno dei presidenti che, come Franklin D. Roosevelt è sempre intervenuto nell’ideologia statunitense con un grande ricordo popolare. Si evidenzia questa figura politica, come il garante dell'unità degli Stati Uniti, dopo aver sconfitto i confederati che aspiravano alla secessione degli stati del sud dallo Stato federale.

E' anche una figura che risalta nella storia degli Stati Uniti per aver abolito la schiavitù e dato la libertà e la cittadinanza ai discendenti di popolazioni immigrate di origine africana, vale a dire la popolazione nera, che negli Stati Uniti è conosciuta come afro-americana.
 
Lincoln è stato anche uno dei fondatori del Partito Repubblicano, che all'origine fu proprio l'opposto del Partito Repubblicano attuale, oggi fortemente influenzato da un movimento - il Tea Party - sciovinista, razzista ed estremamente reazionario dietro al quale ci sono interessi economici e finanziari che vogliono eliminare l'influenza del governo federale nella vita economica, sociale e politica del paese. Il Partito Repubblicano, fondato dal presidente Lincoln era, al contrario, un partito federalista, che considerava il governo federale come garante dei Diritti Umani. E tra questi, l'emancipazione degli schiavi, tema centrale del film Lincoln, a cui Lincoln diede maggiore enfasi. Eliminare la schiavitù significava che lo schiavo sarebbe diventato lavoratore, padrone del proprio lavoro. 
Abraham Lincoln
Tuttavia Lincoln, anche prima di diventare presidente, considerò anche altre conquiste sociali come parte dei diritti umani, e tra questi, il diritto del mondo del lavoro di controllare, non solo il lavoro in sé, ma anche il prodotto dello stesso. Il diritto di emancipazione degli schiavi trasformava lo schiavo in una persona libera salariata, unita, secondo lui, in vincoli fraterni con gli altri membri della classe operaia, a prescindere dal colore della loro pelle. Le sue richieste affinché lo schiavo cessasse di essere tale e affinché il lavoratore – tanto bianco quanto nero – fosse il padrone, non solo del proprio lavoro, quanto anche del prodotto dello stesso, erano in egual misura rivoluzionarie. L'emancipazione dalla schiavitù era necessaria affinché la persona fosse  proprietaria del proprio lavoro. L'emancipazione della classe operaia significava che essa fosse padrona del prodotto del suo lavoro. E Lincoln ha enunciato i due tipi di emancipazione. Tuttavia, il secondo tipo nemmeno è citato nel film Lincoln. In realtà, viene ignorato. E uso il termine "ignorato" invece di "nascosto", perché è del tutto possibile che gli autori del film o del libro su cui si basa, nemmeno conoscono la vera storia di Lincoln.
La guerra fredda nel mondo culturale e perfino accademico degli Stati Uniti (che continua a esistere) e l'enorme dominio di quella che lì è chiamata la Classe Corporativa (la classe dei proprietari e gestori del grande capitale) sulla vita, non solo economica, ma anche civile e culturale, spiega che la storia formale degli Stati Uniti che viene insegnata nelle scuole e nelle università è molto parziale purificata da ogni contaminazione ideologica del movimento operaio, che sia socialismo, comunismo o anarchia. La stragrande maggioranza degli studenti americani, anche delle università più prestigiose e conosciute, non sanno che la festa del 1° maggio, celebrata in tutto il mondo come la Giornata Internazionale del Lavoro, è un tributo in onore di sindacalisti americani che sono morti in difesa dell'orario di lavoro di otto ore al giorno (invece di dodici), vittoria che lanciò questa richiesta di rivendicazione con successo nella maggior parte dei paesi del mondo. Negli Stati Uniti, oggi, il 1° maggio, oltre a non essere festivo, è il giorno della Legge e dell'Ordine, Law and Order-Day (vedi Storia del popolo libro degli Stati Uniti, Howard Zinn). La vera storia degli Stati Uniti è molto diversa dalla storia ufficiale promossa dalle strutture di potere statunitensi.

Le simpatie ignorate e/o nascoste di Lincoln 
Lincoln, già quando era membro della Camera legislativa dello Stato dell'Illinois, simpatizzava chiaramente con le esigenze del movimento operaio socialista, non solo degli Stati Uniti, ma anche di tutto il mondo. In realtà, Lincoln, così come ho indicato all'inizio dell'articolo, considerava come un Diritto Umano, il diritto del mondo del lavoro a controllare il prodotto del proprio lavoro, posizione chiaramente rivoluzionaria in quel periodo (e che continua a esserlo oggi), e che né il film né la cultura dominante negli Stati Uniti ricorda o conosce, convenientemente dimenticata nell'apparato ideologico dell'establishment statunitense controllato dalla Classe Corporativa. In verità, Lincoln riteneva che la schiavitù era il massimo dominio del capitale sul mondo del lavoro e la sua opposizione alle strutture di potere degli stati del sud, si deve proprio al fatto che queste strutture erano percepite come sostenitrici del un sistema economico basato sullo sfruttamento assoluto del mondo del lavoro. Ecco perché vedeva l'abolizione della schiavitù come la liberazione non solo dei neri, ma di tutto il mondo del lavoro, compresa la classe operaia bianca, il cui razzismo vide che era contro i propri interessi. Lincoln ha anche detto che:
 
"il mondo del lavoro precede il capitale. Il capitale è il frutto del lavoro, non esisterebbe senza il mondo del lavoro, che lo ha generato. Il mondo del lavoro è superiore al mondo del capitale e merita maggiore considerazione (...) Nella situazione attuale, il capitale ha tutto il potere e bisogna invertire questo squilibrio".

I lettori degli scritti di Karl Marx, contemporaneo di Abramo Lincoln, ricorderanno che alcune di queste frasi erano molto simili a quelle utilizzate da cotanto analista del capitalismo nella sua analisi del capitale/lavoro, nell'ambito di tale sistema economico.
Sorprenderà molti lettori sapere che gli scritti di Karl Marx influenzarono Abraham Lincoln, così come documenta con grande dettaglio John Nichols nel suo eccellente articolo "Reading Karl Marx with Abraham Lincoln Utopian socialists, German communists and other republicans” (Leggere Karl Marx con Abraham Lincoln socialisti utopisti, comunisti tedeschi ed altri repubblicani), pubblicato in Political Affairs (27/11/12), e da cui estraggo le citazioni così come la maggior parte dei dati pubblicati in questo articolo. Gli scritti di Karl Marx erano conosciuti tra i gruppi di intellettuali che erano profondamente insoddisfatti della situazione politica ed economica degli Stati Uniti, come nel caso di Lincoln. Karl Marx scriveva regolarmente sul New York Tribune, il giornale intellettuale più influente negli Stati Uniti in quel periodo. Il suo editore, Horace Greeley, era considerato un socialista e un grande ammiratore di Karl Marx, che invitò ad essere editorialista di questo giornale. Nelle colonne del suo giornale incluse molti attivisti tedeschi fuggiti dalle persecuzioni avvenute nella Germania di quel tempo, una Germania altamente tumultuosa, con un nascente movimento operaio che metteva in discussione l'ordine economico esistente. Alcuni di questi immigrati tedeschi (noti negli Stati Uniti da quel momento come "Repubblicani Rossi") hanno poi combattuto con le truppe federali durante la guerra civile, guidati dal Presidente Lincoln. 

Greeley e Lincoln erano amici. In realtà, Greeley e il suo giornale sostennero fin dall'inizio la carriera politica di Lincoln, essendo Greeley colui che gli consigliò di candidarsi alla presidenza del paese. Tutti i fatti indicano che Lincoln era un avido lettore del New York Tribune. Nella sua campagna per la presidenza degli Stati Uniti invitò diversi "repubblicani rossi" a far parte della sua squadra. Infatti, già prima come membro del Congresso, rappresentante dei cittadini di Springfield nello stato dell'Illinois, sostenne spesso i movimenti rivoluzionari che stavano emergendo in Europa e più in particolare in Ungheria, firmando dei documenti a sostegno di tali movimenti.

Lincoln, grande amico del mondo del lavoro statunitense e internazionale
La sua conoscenza delle tradizioni rivoluzionarie esistenti in quel periodo non era casuale, bensì era il risultato del suo sostegno al movimento operaio internazionale e delle sue istituzioni. Incoraggiò i lavoratori degli Stati Uniti ad organizzare e formare sindacati e continuò a farlo da presidente. E diversi sindacati lo nominarono membro onorario. Nella sua risposta ai sindacati di New York sottolineò: 

"voi avete capito meglio di chiunque altro che la lotta per porre fine alla schiavitù è la lotta per liberare il mondo del lavoro, vale a dire, liberare tutti i lavoratori. La liberazione degli schiavi nel Sud è parte della stessa lotta per la liberazione dei lavoratori del Nord". 

E durante la campagna elettorale, il presidente Lincoln promosse la posizione contro la schiavitù indicando in modo esplicito che la liberazione degli schiavi permetteva ai lavoratori di esigere salari che consentono loro di vivere decentemente e con dignità, contribuendo in tal modo ad aumentare i salari di tutti i lavoratori, sia neri sia bianchi. 
Marx, ed anche Engels, scrissero con entusiasmo della campagna elettorale di Lincoln, in un momento in cui entrambi stavano preparando la Prima Internazionale del Movimento Operaio. A un certo punto della sessione, Marx ed Engels proposero all'Internazionale di inviare una lettera al presidente Lincoln congratulandosi con lui per il suo atteggiamento e la sua posizione. Nella sua lettera, la Prima Internazionale si congratulava con il popolo degli Stati Uniti e il suo presidente, per la fine della schiavitù, per aver favorito la liberazione di tutti i lavoratori, non solo degli Stati Uniti, bensì in tutto il mondo. 
Il Presidente Lincoln rispose, ringraziando e affermando che apprezzava il supporto dei lavoratori di tutto il mondo alle sue politiche, in un tono caloroso, che di certo, creò grande allarme tra gli istituti economici, finanziari e politici da entrambi i lati dell'Atlantico. Era chiaro che, a livello internazionale, come segnalò più tardi il leader socialista statunitense Eugene Victor Debs, proprio nella sua campagna elettorale, "Lincoln era stato un rivoluzionario e che per quanto paradossale potesse sembrare, il Partito Repubblicano aveva avuto nelle sue origini un tonalità rossa". 

La rivoluzione democratica che Lincoln ha iniziato ma non è mai stata sviluppata
Inutile dire che nessuno di questi dati appare nel film Lincoln, né sono ampiamente conosciuti negli Stati Uniti. Ma, come fanno ben notare John Nichols e Robin Blackburn (altro autore che ha scritto molto su Lincoln e Marx), per capire Lincoln si deve capire il periodo e il contesto in cui ha vissuto. Lincoln non era un marxista (termine sovrautilizzato nella letteratura storiografica e che lo stesso Marx denunciò), e non era sua intenzione eliminare il capitalismo, se non correggere l'enorme squilibrio tra il capitale e il lavoro in esso esistente. Ma non vi è dubbio che sia stato molto influenzato da Marx e da altri pensatori socialisti, con cui ha condiviso le sue contigue aspirazioni, chiaramente simpatizzando con loro, prendendo la loro posizione ad alti livelli di radicalismo nel suo impegno democratico. E' una distorsione storica ignorare questi fatti, come fa il film Lincoln.
 
Non c'è dubbio che Lincoln fosse una personalità complessa, con molti chiaroscuri. Ma le simpatie sono scritte e ben definite nei suoi discorsi. Inoltre, gli intensi dibattiti in atto nella sinistra europea sono riprodotti anche nei circoli progressisti negli Stati Uniti. In realtà, la più grande influenza su Lincoln fu quella dei socialisti utopici tedeschi, molti dei quali si rifugiarono in Illinois fuggendo dalla repressione europea.
Il comunitarismo che caratterizzò tali socialisti influenzò la concezione democratica di Lincoln, interpretando la democrazia come il governo delle istituzioni politiche da parte del popolo, in cui le classi popolari erano la maggioranza. Il suo famoso detto (che è diventato lo splendido slogan democratico più conosciuto al mondo - Democracy for the people, of the people and by the people - chiaramente indica l'impossibilità di avere una democrazia del popolo, per il popolo, senza che sia realizzata e raggiunta dal popolo stesso. Da ciò vedeva la liberazione degli schiavi e del mondo del lavoro come elementi essenziali di tale processo di democratizzazione. Il suo concetto di uguaglianza ha aperto inevitabilmente un conflitto con il dominio di tali istituzioni politiche da parte del capitale. E la realtà esistente oggi negli Stati Uniti e che ho descritto nel mio articolo “Lo que no se ha dicho en los medios sobre las elecciones en EEUU” (Quello che non è stato detto dai media circa l'elezione negli Stati Uniti") (Público, 13.11.12) è una prova di quanto affermo. Oggi la classe Corporativa controlla capillarmente le istituzioni politiche statunitensi

Ultime osservazioni e una richiesta
Ripeto che nessuna di queste realtà appare nel film. Spielberg non è, dopo tutto, Pontecorvo, e il clima intellettuale statunitense  è ancora bloccato nella guerra fredda, impoverendolo intellettualmente. "Socialismo" è una parola che continua a essere malvista nei circoli dell'establishment culturale del paese. E nella terra di Lincoln, quel progetto democratico che egli sognava non fu mai realizzato a causa dell'enorme influenza del potere del capitale sulle istituzioni democratiche, influenza che ha notevolmente diminuito l'espressione di democrazia in quel paese. E il paradosso graffiante della storia è che il Partito Repubblicano è diventato lo strumento politico più aggressivo che esiste oggi al servizio del capitale. 
Di certo, apprezzerei che tutte le persone che troveranno interessante questo articolo lo diffondano ampiamente, compresa la distribuzione ai critici cinematografici, che nella loro promozione del film, sicuramente non parleranno dell'altro Lincoln sconosciuto nel suo paese (e in molti altri, tra cui la Spagna). Uno dei fondatori del movimento democratico rivoluzionario non è nemmeno riconosciuto come tale. L'emancipazione degli schiavi è una grande vittoria da celebrare. Ma Lincoln è andato oltre. E di questo non si parla.


di Vicenç Navarro, traduzione a cura di Alba Canelli

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