Il Presidente di
Finmeccanica Giuseppe Orsi è stato arrestato. L'ordinanza è stata
firmata dal Gip di Busto Arsizio ed eseguita dai Carabinieri. Ai
domiciliari invece l'amministratore delegato di Agusta Westland Bruno Spagnolini.
L'inchiesta sembrava riguardare una serie di tangenti pagate
per "agevolare" affari in Svizzera e Brasile. Poi le precisazioni nelle
accuse. Le autorità di polizia elvetica starebbe anche eseguendo due
arresti a Lugano. Si tratta dei due intermediari dell'affare
Finmeccanica con il governo indiano, Guido Haschke e il suo socio Carlo
Gerosa. Al centro delle indagini c'è la vendita di 12 elicotteri
AgustaWestland al governo indiano.
E' l'ennesimo colpo durissimo
contro un altro pilastro dell'industria italiana - particolarmente
delicato, in quanto è il cuore della produzione bellica nazionale -
abbandonato a suo tempo in mano a personaggi che hanno avuto occhio
più per gli interessi personali e la fedeltà politica (alla destra
berlusconiana e leghista) che non all'integrità di un gruppo ai vertici
dell'"innovazione tecnologica".
Già nei giorni scorsi si era avuto
forte sentore di imminenti sviluppi, anche perché una vicenda di questa
importanza entra direttamente nella campagna elettorale.
In un post
pubblicato sul suo sito, il candidato premier di Rivoluzione civile,
Antonio Ingroia, aveva in qualche misura anticipato che la vicenda di
Finmeccanica (impresa pubblica, ma in mano alla destra) era
l'equivalente di MontePaschi (banca privatizzata, con forte presenza del
Pd, oltre che del Pdl, dell'Opus Dei e della massoneria):
"Finmeccanica,
la più grande azienda industriale italiana pubblica, rischia di
diventare un nuovo caso MPS. La vicenda è semplice: l'Amministratore
delegato, Giuseppe Orsi, è sotto inchiesta per vicende gravissime nell'esercizio delle sue funzioni. La società è indebitata e vuole disfarsi
delle attività civili (treni, energia, segnalamento e sistemi di
trasporto)". "L'Amministratore delegato ha più volte comunicato al mercato la volontà
di incassare 1 miliardo di euro per ridurre le perdite, vendendo i
gioielli di famiglia. In questi giorni sta accelerando la vendita di
Ansaldo Energia privando così l' Italia di un patrimonio tecnologico e
produttivo. Ci chiediamo perché l' Ad di Finmeccanica voglia vendere a
tutti i costi prima delle elezioni?
Perché insiste nel vendere al
maggiore concorrente tedesco con drammatiche conseguenze su Genova e
sull'Italia? Perché non esiste un bando internazionale di gara con
criteri trasparenti sul piano industriale, occupazionale, di ricerca,
innovazione produttiva e potenziamento sui mercati del marchio Ansaldo?
Ci chiediamo ancora quali rapporti vi siano tra l' Amministratore
delegato e la Siemens.
Speriamo che la magistratura e la Corte dei
Conti, già informata, intervengano in tempo e non quando i buoi saranno
fuori dalla stalla. Qui c'è in gioco il futuro industriale e l'autonomia italiana. Per questo, chiediamo a Monti di fare almeno una
cosa buona e cioè fermare la svendita di un'impresa che ha generato e
sta generando enormi profitti, creata in cinquant'anni dal saper fare
degli ingegneri, dei lavoratori e dei ricercatori italiani".
Come
si è visto, la "cosa buona" non è stata fatta da Monti, ma dalla
magistratura. L'azienda è di fatto in questo momento "decapitata" nel
management - che andrà ovviamente e prontamente sostituito - e quindi la
vendita del ramo civile alla Siemens è praticamente annullata.
Le tappe delle inchieste che hanno portato agli arresti nella cronologia che riprendiamo da La Stampa:
28 maggio 2010
Quasi
due anni fa si comincia a parlare di un'indagine che riguarda
Finmeccanica e il suo presunto utilizzo di fondi neri per agevolare
alcune commesse o riciclare denaro. L'indagine è in carico alla procura
di Roma, e parte dalla cosiddetta inchiesta "Broker", il caso di
riciclaggio per il quale furono arrestati, tra gli altri, l'allora
senatore Pdl Nicola Di Girolamo e l'ex ad di Fastweb Silvio Scaglia.
L'inchiesta gira attorno al ruolo di Gennaro Mokbel, un imprenditore
romano - sostenitore di Di Girolamo - che avrebbe fatto da anello di
congiunzione tra la 'ndrangheta e le società di telecomunicazioni.
L'ipotesi di reato consisterebbe nell'aver occultato all'estero ingenti
quantità di denaro, da utilizzare come tangenti allo scopo di ottenere
commesse e appalti. Questi soldi sarebbero stati accantonati grazie ad
alcune società fantasma, una di queste intestata alla moglie dello
stesso Guarguaglini.
Nella serata del 28 maggio, la procura di
Roma smentisce che le indagini su Gennaro Mokbel abbiano coinvolto
società del gruppo Finmeccanica, il suo presidente Pierfrancesco
Guarguaglini o la moglie Marina Grossi. «Le attività rogatoriali [...] a
Singapore e Hong Kong sono state svolte nell'ambito del procedimento
[...] nei confronti di Mokbel Gennaro e di alcuni degli altri indagati
nello stesso procedimento (su Fastweb e Telekom Sparkle, ndr) e non
hanno avuto ad oggetto il gruppo Finmccanica».
8 luglio 2010
I
carabinieri del Ros arrestano Lorenzo Cola, 44 anni, nella veste di
consulente di Finmeccanica, con l'accusa di concorso in riciclaggio
aggravato. Al manager, consulente personale del presidente e
amministratore delegato di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, e
della moglie e amministratore delegato di Selex, Marina Grossi, la
procura contesta il riciclaggio di sette milioni e mezzo di euro versati
dal gruppo di Gennaro Mokbel (coinvolto nella megafrode da due miliardi
di euro Fastweb e Telecom Italia Sparkle) per l'acquisto del 51 per
cento della società Digint srl.
26 novembre 2010
La
Guardia di Finanza e i Carabinieri del Ros eseguono alcune
perquisizioni in aziende legate a Finmeccanica e nella sede di via
Salaria all'Enav. Nel mirino del procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo
Capaldo e del pm Paolo Ielo, i bilanci di alcune società e il sistema
degli appalti per accertare la sussistenza di episodi di corruzione e di
frode fiscale. Nell'inchiesta sono state notificate una decina di
comunicazioni giudiziarie. Tra queste persone raggiunte dal
provvedimento il presidente dell'Enav, Luigi Martini, l'amministratore
delegato Guido Pugliesi e Marina Grassi (moglie del presidente della
Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini) presidente di Selex, una delle
società collegate all'Enav. L'inchiesta sull'Enav si intreccia anche con
quella su Finmeccanica, indagine questa che verte su una presunta
attività di riciclaggio che ruota attorno all'acquisizione della società
Digint da parte di Gennaro Mokbel. In particolare su Enav la Procura di
Roma ha aperto due fascicoli ed entrambi configurano l'ipotesi di falso
in bilancio.
21 luglio 2011
Pier
Francesco Guarguaglini è ufficialmente indagato per frode fiscale e
false fatturazioni. Dopo un anno di lavoro istruttorio, l'inchiesta
della Procura di Roma sui fondi neri di Finmeccanica travolge con
un'ipotesi di reato il suo presidente, il manager che ha sin qui posato
da sopravvissuto alla tempesta giudiziaria che ha investito la holding.
E che, il 4 aprile 2011, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha
confermato al vertice del colosso degli armamenti.
Novembre 2011
Nell'inchiesta
sui fondi utilizzati illegalmente - secondo l'accusa - dalla società
Enav è stato arrestato (ai domiciliari) l'amministratore delegato Guido
Pugliesi e altri dirigenti dell'azienda.
Maggio 2011
Giuseppe
Orsi è nominato Amministratore Delegato di Finmeccanica Spa, carica a
cui si aggiunge quella di Presidente da dicembre 2011 con le dimissioni
di Guarguaglini coinvolto dallo scandalo su presunti appalti e fondi
neri.
Dicembre 2011
Pier Francesco
Guarguaglini, indagato dalla Procura di Roma per frode fiscale e false
fatturazioni per operazioni inesistenti, nell'ambito dell'inchiesta
sugli appalti assegnati dall'Enav a Selec, viene rimosso dalla
presidenza e dal CdA il primo dicembre 2011 con una buona uscita di 4
milioni di euro.
16 aprile 2012
Dopo
la chiusura indagini per un presunto giro di false fatture, l'ex ad di
Selex Marina Grossi, moglie dell'ex presidente di Finmeccanica
Pierfrancesco Guarguaglini, rischia un'altra richiesta di rinvio a
giudizio, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Enav. E con lei altre
cinque persone oltre a tre società, queste ultime come soggetti
giuridici. I pm romani hanno chiuso anche il filone relativo alla
corruzione di un membro del cda di Enav, Ilario Floresta, e notificato a
tutti gli indagati l'avviso di chiusura indagini, l'atto, cioè che
anticipa la richiesta di processo. Sotto processo, oltre a Grossi e
Floresta, rischiano di finire anche vecchie conoscenze degli inquirenti:
Tommaso Di Lernia, titolare della Print Sistem, Marco Iannilli,
commercialista, Lorenzo Cola, ex consulente esterno di Finmeccanica e
titolare della "Arc Trade", Manlio Fiore, ex direttore commerciale di
Selex, e le società Selex, Arc Trade e Print Sistem. A tutti, per fatti
avvenuti tra il 2009 ed il 2010, è contestato il concorso in corruzione.
Quello chiuso dai pm è il secondo filone di indagine dell'ampia
inchiesta sugli appalti Enav.
23 aprile 2012
Alcuni
documenti di una società fiduciaria svizzera di Finmeccanica
proverebbero l'esistenza di un sistema di tangenti per ottenere commesse
e per finanziare la politica italiana, che potrebbe aver coinvolto
anche la Lega Nord. Si parla di almeno 10 milioni di euro che secondo
Lorenzo Borgogni, ex capo delle relazioni istituzionali di Finmeccanica e
ora testimone nell'inchiesta, sarebbero stati anche "utilizzati per
soddisfare le esigenze dei partiti e in particolare quelle del
Carroccio".
24 aprile 2012
Indagato il presidente e l'amministratore delegato di Finmeccanica Orsi.
Fonte
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