E'
evidente che per valutare le pressioni e i giochi dei mercati sullo
scenario post-voto bisognerà leggere l'andamento non solo degli
interessi sul debito sovrano, e anche dello spread, ma anche quello dei
titoli azionari in particolare bancari e le partecipate statali a
rischio privatizzazioni ed entro forti scandali (come Eni e
Finmeccanica). Oltre ai vari cds speculativi sul rischio Italia e quelli
connessi al rischio di diverse aziende dei settori menzionati. Diversi
analisti sostengono poi di non dover guardare, per lo scenario
post-voto, tanto alle prime sessioni di borsa dopo il risultato certo
(quando ci si libera o si acquista a breve) quanto alle posizioni di
investimento a medio termine. In quest'ottica si colloca sicuramente
Mediobanca, storica banca di affari italiana. La quale, nel corso della
settimana pre-voto, è stata oggetto di una indiscrezione, filtrata
tramite il Fatto Quotidiano, sulle preferenze del suo management per il
dopo elezioni.
Mediobanca, a quanto
si legge, scommette sull'impossibilità di governare da parte del
centrosinistra. E sul commissariamento dell'Italia da parte della Bce
tramite il programma di "aiuti" Omt che però non è mai entrato in
funzione. Va anche detto che in settimana l'unione europea, nel
silenzio tombale dei tre candidati coperti dal mainstream (Bersani,
Berlusconi, Monti), ha approvato un trattato, detto Two Pack, che
cambia di molto il senso delle stesse elezioni. Guardiamo a cosa accade
oggi in Parlamento: il 60 per cento dell'attività legislativa è
semplicemente di conversione in legge di direttive europee. Il senso, e
la giustezza, di questa conversione non sono soggette a giudizio
elettorale come abbiamo visto dal dibattito di queste settimane.
Bene,
con il Two Pack la legge di stabilità, la ex Finanziaria ovvero la
principale legge dello stato, non può essere né anticipata alle camere
(come avviene ogni anno) né presentata in Parlamento senza il
preventivo assenso dell'unione europea. Avremo quindi un
parlamento che non solo, di fatto, è notaio Ue sulle leggi ordinarie ma che diventa anche un semplice esecutore di una finanziaria, che
riguarda il paese sovrano, pensata ed imposta altrove. Verrebbe da
tradurre un recente articolo della Handelsblatt, sull'agenda di incontri
tra governo di Berlino e banche tedesche, per chiarire nel dettaglio
chi e come sarebbe l'attore politico forte di questo genere di
governance. Ma non c'è probabilmente bisogno.
La
stessa Mediobanca ci chiarisce la posta, e gli attori, in gioco a
sostegno di un eventuale governo Vendola-Bersani-Monti. Dopo la
rivelazione del Fatto, sul desiderio di commissariamento dell'Italia da
parte dell'istituto di Piazzetta Cuccia, Mediobanca si è di nuovo
espressa sull'Ansa. I numeri sembrano non piacergli e infatti
Mediobanca suggerisce nuove elezioni dopo quelle che stanno per
tenersi. Segno che l'eventuale commissariamento Draghi è ben lontano
dal materializzarsi, per una complessità di motivi tecnici e politici, e
che non si sta profilando una maggioranza pro-governance europea
disposta a passare sul cadavere di questo paese. Follow the money e i
futuri assetti di potere saranno chiari.
redazione
23 febbraio 2013redazione
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