Lo staff di Sabbahi ha sollevato alcuni dubbi sul regolare svolgimento delle elezioni, parlando di forzature per convogliare la scelta degli incerti sul candidato da tutti presentato come il favorito, ma l’eco si è presto spenta. Una maggioranza tanto schiacciate non si raggiunge coi brogli bensì col desiderio di appoggiare l’uomo considerato l’attuale salvatore dell’Egitto. Osservatori internazionali sia dell’Unione Europea, sia della Lega Araba hanno affermato che flussi ai seggi, operazioni di voto, spoglio delle schede si sono svolti in modo regolare. Rispetto al combattutissimo confronto fra Mursi e Shafiq, che aveva visto prevalere l’islamico con 13 milioni di preferenze che distaccavano il rivale solo di 900.000 voti, l’attuale presidente si fa forte d’un consenso di 10 milioni di voti in più. Ora il protocollo attende il giuramento ufficiale che si dovrebbe tenere il 7 giugno, o ritardare di qualche giorno. Seguirà l’insediamento nel Palazzo di Ittihadiya, reso celebre dall’inizio della contestazione anti Mursi del novembre 2012. Le cronache locali evidenziano come festeggiamenti popolari sono già in corso per le strade a maggior concentrazione di traffico e attività. Ma l’opposizione afferma che proseguirà a protestare perché è convinta che gli ideali di rinnovamento del Paese non dovranno essere smarriti. Rinnovamento che rientra nelle stesse promesse elettorali di Al-Sisi. Per ora la realtà mostra una nazione in attesa di ritrovare la via democratica e della ripresa economica.
Fonte
Mi sa che della democrazia al momento nessuno è interessato in Egitto. In misura maggiore la gente è stata presa per propaganda e soprattutto fame.
Nessun commento:
Posta un commento