Si é concluso il lunghissimo e duro braccio di ferro tra migliaia di minatori sudafricani e le multinazionali, alla fine ieri dopo cinque mesi di blocco della produzione è stato trovato un accordo sugli aumenti dei salari chiesti dai lavoratori. A confermarlo anche i dirigenti del sindacato che ha promosso uno degli scioperi più lunghi nella storia del Sudafrica, costato dallo scorso gennaio circa 24 miliardi di rand, circa un miliardo e 650 milioni di euro, di mancati profitti per le aziende e quasi 11 miliardi di rand in stipendi non ricevuti dai minatori.
Secondo Joseph Mathunjwa, responsabile di Association of Mineworkers and Construction Union (Amcu), l’intesa ha valore triennale e prevede incrementi salariali compresi tra il 7,5 e il 13%. L'accordo prevede per i prossimi tre anni una forte rivalutazione degli stipendi mensili dei minatori meno qualificati, che riceveranno ogni anno da 950 a 1.000 rand in più al mese (circa 70 euro), mentre gli altri riceveranno un primo aumento dell'8% e del 7,5% nei successivi due anni.
A sottoscrivere l’accordo alcune delle maggiori multinazionali straniere che gestiscono in Sudafrica le miniere di platino: la Anglo American Platinum, la Impala Platinum e la Lonmin.
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