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25/06/2014

1748 miliardi in armi nel pazzo mondo 2013


Ce lo racconta Luigi Barbato per Archivio Disarmo analizzando i dati del Sipri, lo Stockholm International Peace Research Institute (www.sipri.org) che propone di dati sulla spesa militare globale nel 2013. Spendono un po’ meno Usa e blocco occidentale, ma spendono di più i Paesi delle altre aree.

Nord America ed Europa frenano
Tra il 2012 ed il 2013 la spesa militare nel mondo è diminuita dell’1,9% in termini reali. Bruscolini. Ma con sempre maggiori differenze. Diminuita in molti paesi dell’area occidentale – Nord America, Europa occidentale e centrale, Oceania – mentre è cresciuta in tutte le rimanenti aree. In realtà, se si escludessero gli Stati Uniti dal conteggio, il dato risulterebbe in aumento dell’1,8%. Gli Stati Uniti frenano andando a battere cassa sui Paesi Nato. I cinque paesi con la più alta spesa sono stati gli Usa, Cina, Russia, Arabia Saudita e Francia. L’Arabia Saudita cresce dal settimo al quarto posto.

Usa e Cina la metà del mondo
La danza dei numeri propone altre follie. Metà dei ‘fantamiliardi’ sono stati spesi da Usa e Cina. Circa l’80% delle spese è stato realizzato da soli 15 paesi. Ma andiamo ai dettagli. Stati Uniti 640 miliardi di dollari, il 37% della spesa mondiale. Meno 7,8% alla fine delle avventure “Overseas” in Afghanistan e in Iraq; Russia, ‘solo’ 88 miliardi di dollari, +4,8% per la prima volta dal 2003; in rapporto al pil la spesa è stata superiore a quella degli Usa. L’obiettivo di Mosca è quello di sostituire entro il 2020 il 70% degli attuali armamenti dell’ex Armata Rossa con nuovi sistemi d’arma.


Europa centrale e occidentale
Ma procediamo per area: Europa Centrale ed Occidentale. Tagli da crisi economica, -2,4%, ma sempre l’enormità di 410 miliardi. Purtroppo in Europa, per la prima volta da molti anni si spara. Registrati importanti aumenti in paesi dell’ex area sovietica, come in Ucraina (+16%), Bielorussia (+15%) e in Lettonia (+9.3%). Stupisce il +9% in Svizzera. Tagli super in Spagna (-13%), Albania (-13%), Ungheria (-12%) e Olanda (-8.3%). Altri paesi, come Austria, Belgio, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Spagna e Regno Unito registrano diminuzioni superiori al 10% in termini reali.

Centro e Sud America
In Centro America e area caraibica, si spende di più (6%), 77 miliardi di dollari con aumento concentrati nei Paesi coinvolti nella guerra ai narcotrafficanti, vedi Messico (+5,1%), Honduras (+22%), Nicaragua (+18%) e Guatemala(+11%). In Sud America un moderato +1.6%. Salvo il boom del Paraguay (+33%), e Colombia (+13%), sempre sul contrasto armato alle milizie dei narcos. Singolare la situazione nel Brasile del calcio mondiale, superspenditore in armi col +7% anno dal 2005, che nel 2013 ha dovuto tagliere il 3.9% sulle armi per costruire gli stadi del mondiale.

L’Africa armata
Ma è l’Africa la regione col maggiore incremento, +8.3%, raggiungendo i 44.9 miliardi di dollari. In testa l’Algeria con 10.4 miliardi di dollari: regime militare e la minaccia terroristica islamica nel vicino Mali. Secondo spenditore l’Angola con 6.1 miliardi, +36%. Sia Algeria sia l’Angola la spesa militare in rapporto al Pil si attesta al 4.8%, il valore più alto di tutta l’Africa. Da sottolineare il caso del Ghana, che ha visto raddoppiata la propria spesa ad un livello di 306 milioni di dollari. Il forte aumento è spiegato con l’impegno di quello stato nelle missioni di peace-keeping internazionali.


L’Asia rincorre la Cina
La spesa militare dell’Asia è stata di 381 miliardi, l’Oceania 26 miliardi. Gran parte dell’aumento del continente asiatico è della Cina. La spesa di Pechino, circa 188 miliardi di dollari, +7,4%. Un trend che pare più legato alla crescita economica che alle recenti dispute territoriali con Giappone, Filippine e Vietnam. Escludendo la Cina, la spesa asiatica registra un modesto aumento dello 0.9%, che è la solita ‘media del pollo’. Indigestione di polli armati in Afghanistan, +77%, per costituire dal nulla una forza armata, e il +17% delle Filippine certamente prodotto dalle tensioni con la Cina.

Medio Oriente bugiardo e caos
In Medio Oriente incerti anche i numeri. Sul 2013 non sono disponibili i dati su Iran, Qatar, Siria, UAE, e Yemen. L’Ispi azzarda la cifra di 150 miliardi di dollari. I maggiori incrementi proprio in Iraq (+27%); data l’avanzata Isis, soldi all’apparenza mal spesi. Poi Bahrain (+26%) ed Arabia Saudita, che è il maggior spenditore della regione col +14%: armi per suo uso e ad alimentare jihad attorno. Il forte incremento del Bahrain ha a che fare sia con problemi con il vicino Iran, sia con le rivolte di piazza. Il rapporto tra democrazia ed armamenti non ha alcuna coerenza logica.

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