Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

25/06/2014

Usa. La crisi è appena ricominciata...

Con le statistiche gli americani sono alquanto pasticcioni, è noto. Tant'è vero che i loro dati trimestrali vengono resi pubblici più volte. Una come "stime", una seconda come "revisione" e infine come dati finali. Naturale quindi che tra la prima versione e l'ultima ci sia sempre una differenza più o meno piccola.

Nessuno si aspettava però che  quel -1% davanti alla "crescita" del Pil - già preoccupante perché interrompeva una piccola serie positiva di segni "più" - sarebbe diventato alla fine un disperante -2,9%. Quasi il triplo della prima stima, ma soprattutto il peggior calo trimestrale degli ultimi cinque anni, ovvero da quel 5,9% registrato agli inizi del 2009.

La Casa Bianca è subito intervenuta cercando di tranquillizzare, sottolineando gli elementi di "ottimismo" emersi in precedenza: "Gli indicatori più aggiornati di aprile e maggio suggeriscono un rilancio dell'economia nel secondo trimestre - ha spiegato Jason Furman, consigliere economico di Obama - anche se il recupero dalla grande recessione, tuttavia, rimane incompleto".

E quindi si presta ancora fede nella conferma della ripresa in atto, con previsioni di una crescita tra il 3,5% e il 4% nel trimestre in corso.
A far sprofondare gli indici è stata la spesa dei consumatori, salita appena dell'1% anziché del 3,1% inizialmente stimato. Alla ricerca di una spiegazione congiunturale, si dà la colpa all'inverno più rigido del solito. Ma un'analisi più dettagliata indica che è calata molto la spesa sanitaria (che in questo caso avrebbe al contrario dovuto essere maggiore). E in effetti anche l'export è stato a sua volta inferiore al previsto, nonostante siano continuate le "iniezioni di liquidità" finalizzate a far deprezzare il dollaro. Il calo qui è stato quasi drammatico: -8,9% (invece del 6% delle prime stime), a causa della ridotta penetrazione sui mercati europei ed emergenti, a cominciare dalla Cina.

Ma anche il tradizionale mercato interno ha dato segni recessivi alquanto evidenti: gli investimenti immobiliari residenziali sono calati del 4,2%, rendendo più visibile quell'accenno di "bolla" pronta ad esplodere per la seconda volta.

A sette anni dall'esplosione della crisi - con la "bolla dei subprime" - sembra di essere tornati al punto di partenza.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento