di Federica Iezzi
L’epidemia di
AIDS è in allarmante aumento in Medio Oriente, a livelli che in
proporzione alla popolazione residente sono i più alti del mondo. Nel 2013, in Medio Oriente e Nord Africa 15.000 persone, contagiate dall’HIV, hanno perso la vita. Un aumento del 66% rispetto ai dati del 2005. Questi dati sono stati riferiti da UNAIDS, in occasione della giornata internazionale della lotta all’Aids.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oggi 35 milioni di
persone convivono con l’AIDS. Dal 2011, ridotte le nuove infezioni da
HIV del 38%. Più di un milione di neonati, sono rimasti sieropositivi,
senza sviluppare l’AIDS, per la costante fornitura di farmaci
antiretrovirali essenziali.
Durante la giornata mondiale contro l’AIDS, è stato
annunciato che 13 milioni di persone sono in grado di accedere ai
farmaci antiretrovirali, preziosa arma per combattere la battaglia
contro il virus da immunodeficienza acquisita.
Ma ancora troppe persone non hanno accesso a servizi completi di
trattamento e prevenzione. “Close the gap” è la campagna lanciata
quest’anno dall’UNAIDS, con l’obiettivo audace di arginare l’infezione
da HIV entro il 2030.
L’obbedienza all’Islam è stata per anni vista come migliore
protezione all’epidemia in Medio Oriente. Epidemia concentrata su alcune
categorie di uomini, dalla condotta e dalle pratiche socialmente e
religiosamente intollerabili. Per cui se da un lato, in questi
Paesi, il Ministero della Salute tenta di impegnarsi a non lasciare in
ombra questa fetta di popolazione, dall’altro tutti cercano l’anonimato
perchè, per le regole del Ministero degli Interni, si rischia la
prigione.
Per Siria, Libano e Iraq, non si ha alcuna stima né dei tassi
di incidenza e prevalenza della malattia, né dei nuovi contagi, né del
numero effettivo di persone che ricevono un trattamento. La nuova
inclinazione vede il virus dell’AIDS migrare assieme al flussi di
profughi, tra Paesi limitrofi.
La terapia antiretrovirale nei Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa è disponibile solo per il 20% della popolazione.
Tunisia, Marocco, Libano e Algeria hanno iniziato dure e concrete
campagne di sensibilizzazione e difesa dei diritti dei pazienti.
In Medio Oriente, solo l’11% dei bambini con l’AIDS ha
accesso alle cure. Eccezione di Gibuti e Marocco, che forniscono
assistenza al 20-40% di bambini malati.
Il vero flagello è proprio questo. Bambini malati di AIDS rimasti
orfani. Si stima che 17,8 milioni di bambini sono orfani a causa
dell’AIDS. Di questi, circa 15 milioni vive tra Africa e Medio Oriente.
Nel corso dell’ultimo decennio, la percentuale di bambini orfani a
causa dell’AIDS è passata dal 3,5% al 32%. E i numeri sono destinati a
crescere. Senza supporto familiare e programmi di cura e protezione, la
vita di strada è la soluzione per molti orfani. Crollano i tassi di
istruzione a causa dell’emarginazione. E spesso il futuro è quello degli
abusi, dello sfruttamento e dei traumi psicologici.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento