Il toto Quirinale impazza e vengono
fuori i nomi più strampalati: Pinotti, Lanzillotta, Piano, Muti…
intendiamoci: Muti è un grandissimo direttore d’orchestra che ammiro
moltissimo, ma cosa c’entra con il Quirinale? Ed, infatti, essendo una
persona seria, ha smentito lui stesso questa candidatura. E’ probabile
che questi nomi siano in parte frutto di autocandidature o, più
modestamente, di tentativi di guadagnare un lampo di celebrità, ed in
parte frutto del “metodo Gentiloni”: far circolare una raffica di nomi
da mandare allo sbaraglio, per coprire il nome del vero candidato da
tirare fuori dopo aver fatto cadere gli altri.
E qui il nodo ha un solo nome: Prodi.
Sulla carta è il candidato ideale del fronte anti Nazareno, ma con i
voti dei nemici del Nazareno (ammesso e non concesso che si coalizzino
tutti, da Salvini a Civati, da Vendola alla Meloni, da Grillo ed i suoi
ex a Fitto ecc.) non ce la farebbe mai (si vedano i conti che abbiamo fatto). E lui, invece, ci pensa molto seriamente, a quanto pare. Diversamente non ripeterebbe ogni due per tre “Non sono candidato”.
Ed allora qui le ipotesi sono due:
- o Renzi sta pensando di sbarazzare il
campo dal suo più pericoloso sfidante, per aprire la strada ad un
Gentiloni o a una Pinotti;
- oppure si sta veramente valutando di eleggere “la mortadella dal volto umano” al Quirinale.
Per farlo fuori potrebbero esserci due
sistemi: o candidarlo e bruciarlo per poi puntare sul nome vero (come
abbiamo ipotizzato in un articolo precedente), oppure convincerlo a
farsi da parte, magari con la promessa di un grande incarico
internazionale (Presidenza dell’Assemblea Generale Onu?). Anche la
seconda ipotesi potrebbe avere qualche fondamento perché a Prodi un
posto così prestigioso potrebbe garbare molto. Il guaio è che Renzi può
solo garantirgli di candidarlo, ma dato il credito internazionale di cui
gode (praticamente zero), sarebbe come essere candidati da Scaramacai.
Quindi dovremmo scartare a prima vista questa ipotesi. Ma, c’è sempre un
ma, forse le cose non sono così semplici.
Proviamo ad esaminare questa strana visita di Prodi a Putin
sotto il profilo delle due ipotesi considerate a cominciare da quella
Onu. Prodi è sempre stato tanto amico dei tedeschi, poi dei cinesi, ma
anche dei russi. In fondo, l’affare Gazprom partì quando lui era
presidente del Consiglio e molti ricordano la sede moscovita della Nomisma
(d’accordo, pagata dal Sismi, ma questo conta fino ad un certo punto)
che dava autorevoli pareri al Cremlino. Dunque, Renzi candida Prodi (ed è
ovvio che la candidatura parta dal paese di appartenenza del
candidato), però poi si aggiunge un autorevolissimo appoggio di Russi,
tedeschi e (perché no?) cinesi. Col che la candidatura all’Ag dell’Onu
prenderebbe decisamente corpo. Per cui, la gita russa di Prodi andrebbe
letta come il sondaggio della disponibilità di Putin a sostenerlo.
Vedremo se i pellegrinaggi continueranno anche a Berlino, Pechino,
magari Washington…
Seconda ipotesi: Prodi sta realmente
puntando a succedere a Napolitano: con il fronte anti nazareno non ce la
può fare. L’abbiamo già detto. Ma non ce la farebbe neppure con un
cartello Pd-Sel-M5s perché i margini sarebbero troppo ristretti ed il
solito plotone di esecuzione del Pd lo falcerebbe. Ci vorrebbero anche i
centristi, ma, peraltro la questione è stata risolta da Grillo che ha
già detto di no.
Resta una sola possibilità di riuscita:
il voto compatto dei 440 grandi elettori del Pd, più i centristi e Forza
Italia (e magari con l’aggiunta anche di Sel ed ex M5s). Così i numeri
sarebbero decisamente abbondanti anche nel caso di defezione di parte di
Fi.
Già, ma come convincere il Cavaliere
a votare quello che certamente odia di più? Be, a pensarci bene, Putin è
tanto amico del Cavaliere che può anche chiedergli un favore, magari
assicurandogli la tanto sospirata grazia. In fondo, l’eventuale ripresa
dei progetti Gazprom dovrebbe stare molto a cuore anche al Cavaliere. E
poi, magari, Prodi potrebbe godere l’appoggio della Ue. Infatti uomo di
sicura fede europeista (tradotto: farebbe benissimo il ruolo di
commissario Ue in Italia, garantendo il debito anche a costo di
impiccare uno per uno gli italiani per pagare gli interessi). E, in
fondo, potrebbe essere sopportato anche dagli americani o, quantomeno,
dall’attuale amministrazione Usa.
Certo, a Berlusconi, Gazprom sta a
cuore, ma potrebbe non bastare per convincerlo. Ed allora, potrebbe
esserci lo zuccherino finale: la grazia. Chi meglio di Prodi potrebbe
dargliela? Già sento i commenti: “Con la grazia al Cavaliere, da parte
del suo storico avversario, si chiudono venti anni di guerra civile”…
“E’ una svolta epocale, solo Prodi poteva farlo”.
Oppure, la variante, è che, ottenuta
l’assicurazione del voto al bolognese, la grazia all’uomo di Arcore la
dà il vecchio Presidente uscente, per lasciare un paese pacificato.
Insomma un mega inciucio, un super Nazareno che ingoia e digerisce la
fragile opposizione interna al Pd (come potrebbero non votare Prodi?).
Vedremo, però una cosa possiamo dirla da adesso: mai vista una elezione
del Presidente con giochi coperti ed intrighi come questa. E siamo solo
agli inizi…
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