Il caccia giordano caduto in Siria e il volto terrorizzato del suo pilota. Avaria o missile? Se il califfato disponesse di missili antiaerei sarebbero guai per la minicoalizione a guida Usa. Altra sottovalutazione occidentale - equivoci in casa di Paesi arabi e Turchia - sulla forza reale dell’Isis?
ULTIMORA ANSA Il ‘governatore’ dell’Isis di Mosul, in Iraq, è rimasto ucciso nei raid della coalizione internazionale. Lo afferma la polizia irachena citata dalla Cnn. Si tratterebbe del secondo ‘governatore’ della città ucciso in meno di 25 giorni.
E’ ancora troppo presto per capire se l’Isis dispone di armi tali da contrastare efficacemente i raid aerei che la minicoalizione a guida USA conduce da tempo sul suo territorio. Certo l’episodio del caccia giordano caduto in Siria non induce a stare tranquilli.
Gli americani si sono subito affrettati a dichiarare che l’aereo si è schiantato al suolo a causa di una semplice avaria. Tuttavia i dubbi permangono. E se il califfato disponesse di missili antiaerei, magari catturati all’esercito di Assad oppure, più probabilmente, a quello irakeno sbaragliato e messo in fuga alcuni mesi orsono?
In uno scenario già caotico, si tratterebbe di un salto di qualità di notevole portata. Finora gli aerei da guerra della coalizione si sentivano al sicuro poiché si riteneva che l’Isis non fosse in possesso di sistemi in grado di colpirli. Se le cose stanno diversamente, l’intero quadro di questo strano conflitto dove in pratica solo i curdi combattono a terra, mentre gli altri si limitano a colpire dall’aria, subirebbe un mutamento radicale.
Per il momento fa impressione lo sguardo letteralmente terrorizzato del pilota giordano caduto, per sua sventura, nelle mani dei soldati del califfo. E scrivo “soldati” perché tali essi appaiono nelle foto subito diffuse in rete. Tutti barbuti come ce li immaginiamo, ma non con l’aspetto classico dei guerriglieri.
Hanno una divisa mimetica identificabile e sono ben armati. Uno tiene un braccio intorno al collo del prigioniero in segno di possesso, gli altri esibiscono uno sguardo trionfale. E bisogna ammettere che, dal loro punto di vista, ne hanno ben donde. Si tratta del primo pilota catturato.
Il padre ha già lanciato un appello invitando l’Isis a rilasciarlo perché è “un musulmano devoto”. Facile indovinare una reazione di scherno a tali parole. Andando a bombardarli il militare, anche se musulmano, è comunque un apostata, e forse merita la sorte peggiore proprio per il fatto di essere un correligionario (i giordani sono infatti sunniti).
L’episodio, al di là della sorte che verrà riservata al pilota, è grave poiché gli alleati arabi della coalizione vi sono entrati tra mille dubbi ed esitazioni. E’ noto che Qatar e Arabia Saudita hanno in un primo tempo visto di buon occhio e appoggiato concretamente la nascita ed espansione del califfato, salvo poi ricredersi – ma sarà vero? – quando il “giocattolo” è diventato troppo pericoloso per tutti.
E non si dimentichi la posizione sommamente ambigua della Turchia (membro della Nato), con truppe schierate a ridosso di Kobane che non muovono un dito per aiutare i difensori curdi della città. Del resto lo stesso Erdogan ha chiarito in modo assai chiaro che per il governo di Ankara, Assad e i curdi, e non l’Isis, sono i veri nemici.
Il giornalista tedesco Jurgen Todenhofer ha avuto il coraggio di entrare nel territorio del califfato per seguire dal vivo le sue truppe in azione. Ne è uscito vivo, ma il suo racconto è impressionante. I combattenti di al-Baghdadi sono, ha riferito, “invasati” e non arretrano di fronte a niente.
Finora quasi sempre vincenti in battaglia, impongono la conversione forzata nei territori via via conquistati e riducono le donne di altre confessioni in schiavitù anche a fini sessuali. Il reporter, insomma, ha confermato i nostri peggiori incubi con la testimonianza diretta.
Purtroppo l’impressione è che gli Usa e i loro alleati continuino a sottovalutare la situazione. Barack Obama si è concesso una ritemprante vacanza nelle sue Hawaii, imbaldanzito dal successo economico e dalla sostenuta crescita del Pil americano*. L’Unione Europea è come sempre intenta a far di conto. Forse ci vorrà qualcosa di più drammatico degli attentati isolati in Francia e altrove per suonare la sveglia.
Fonte
Nulla è per sempre, nemmeno la superiorità aerea.
* anche qui abbiamo avuto modo di vedere che si tratta di roba che va bene giusto per i feticisti del "sogno americano".
Nessun commento:
Posta un commento