Il giudice della corte d’Assise di Torino, Pietro Capello, ha assolto i NoTav Claudio Alberto, Chiara Zenobi, Mattia Zanotti e Niccolò Blasi dall’accusa di terrorismo, sconfessando, demolendo, distruggendo e ridicolizzando l’asse portante dell’impianto accusatorio portato avanti strenuamente dai due Pm Padalino e Rinaudo, i due pubblici ministeri particolarmente dediti al contrasto del movimento NoTav. Decaduta l’accusa di terrorismo ai sensi dell’articolo 280 comma 1 e 3, un reato che non veniva rispolverato dagli anni ’70 e tirato a lucido per l’occasione, l’intero teorema accusatorio della procura di Torino partorito durante la gestione Caselli subisce uno storico scossone, dimostrando quanto pretestuose e faziose siano le misure repressive adottate nei confronti del movimento No Tav.
Le accuse a carico dei quattro, riferite all’attacco dimostrativo della notte del 14 maggio 2013, erano pesantissime: attentato per finalità terroristiche o di eversione, distrazione o sottrazione di armi ed esplosivi, violenza, resistenza o minaccia a pubblico ufficiale. Talmente pesanti da costringere i quattro attivisti alla misura della custodia cautelare per l’intera durata del processo, dal dicembre dello scorso anno.
Il capo d’accusa relativo all’assalto alla ditta con la finalità di terrorismo è decaduto. Resta in piedi solo una sentenza di condanna a 3 anni e 6 mesi per detenzione delle armi da guerra, danneggiamento seguito da incendio, resistenza a pubblico ufficiale. Rigettate le richieste risarcitorie avanzate dalla presidenza del consiglio dei ministri e dal famigerato sindacato di polizia SAP, che incassa l’ennesima figuraccia, dopo quelle collezionate in seguito alle dichiarazioni sui morti di malapolizia.
Sono stati riconosciuti solo i danni patiti dalla Lyon-Turin ferroviaire (LTF), il general contractor italo-francese che gestisce il cantiere di Chiomonte. Il giudice ha riconosciuto i danni ma ha rimesso al giudice civile la quantificazione degli stessi. Pertanto anche sul piano delle questioni risarcitorie, l’impianto accusatorio ha subito un clamoroso ridimensionamento.
Il collegio difensivo composto dall’avvocato Claudio Novaro, Giuseppe Pelazza, Oreste Dominioni ed Eugenio Losco è unanime nel definire questa sentenza una vittoria: “la ricostruzione della procura è falsa su tutta la linea, e non si può che esprimere soddisfazione. Padalino e Rinaudo sono stati clamorosamente smentiti e sconfitti”.
In sostanza si conferma quanto già aveva attestato la Corte di Cassazione sull'incongruità dell'accusa di terrorismo, che presentava anche palesi profili di incostituzionalità.
Come evolverà il quadro cautelare a carico dei quattro No Tav “ex terroristi”? Se prima era impossibile chiedere un’attenuazione della misura cautelare, da oggi in poi essendo caduta l’aggravante di terrorismo è possibile chiedere una revoca della detenzione: “la sentenza di primo grado ha stravolto le ipotesi indiziarie, pertanto lo scenario cambia e dovrà essere necessariamente rivalutato”, commentano gli avvocati, “e si spera che questa scandalosa detenzione si chiuda quanto prima”.
Francesco, Graziano e Lucio sono gli altri tre NoTav accusati di terrorismo, colpiti la settimana scorsa dalla stessa misura cautelare di Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò. La situazione dei tre è un po’ in bilico, ma logica vuole che alla luce della sentenza di oggi si vada verso un ridimensionamento anche delle loro posizioni. Per loro si proporrà quindi il riesame e la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare.
Il movimento No Tav per oggi ha organizzato una manifestazione a Bussoleno con ritrovo alle 17.30 in piazza del mercato. Sarà dura, la lotta continua.
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