Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

17/11/2016

Studenti in piazza in tutta Italia: contro il governo


Una data scelta per ricordare la repressione degli studenti cecoslovacchi ad opera dei nazisti, 18 ottobre del 1939, anniversario dell'indipendenza della Repubblica Cecoslovacca (il paese era unito ben prima che entrasse a far parte del Patto di Varsavia, nel secondo dopoguerra, e finì per scindersi solo dopo la caduta del Muro).

Si trattò di un attacco diretto, all’interno dell’Università Carolina di Praga, dove vennero uccisi 9 studenti, mentre più di 1200 vennero deportati nei campi di concentramento.

E' diventata la giornata internazionale degli studenti, quindi molto "istituzionale" e "dialogante". Ma anche così, in Italia, si è mostrata subito come una giornata di protesta contro la "buona scuola" e, in molti spezzoni, anche come un NO al referendum.

La cosa è notevole se si pensa che "la testa", in un movimento di ragazzi che si affaccia per la prima volta sul mondo "adulto", è rappresentata in genere da Uds e Udu, ovvero le organizzazioni che facevano capo al Pd (prima Pds, ecc).

A Torino, fin qui, la scena più movimentata e politicamente avanzata. Qualche migliaio di studenti è infatti partito in corteo da piazza Arbarello per protestare contro la Buona Scuola e il governo Renzi, ma anche per contestare la controriforma costituzionale. Striscioni e slogan a colpi di “C'è chi dice no”. Discorsi chiari anche rispetto alla specifico contesto scolastico “L’istruzione pubblica continua ad essere inaccessibile, costosa, di bassa qualità ed escludente, le notizie sulle deleghe in bianco non sono certamente rassicuranti. Sulla valutazione e la riforma dell’esame di stato si parla di Invalsi e la conseguente devalorizzazione del titolo di studio”.

A piazza Castello la polizia presidiava... il McDonalds, la catena di junk food protagonista nei giorni scorsi di una oscena proposta di "alternanza scuola-lavoro". Lì un folto gruppo di ragazzi, con la maschera di Fawkes (V per vendetta) hanno acceso fumogeni e scaricato sacchi di letame sulla strada davanti all'ingresso del negozio. "Non vogliamo lavorate gratis per una multinazionale che sfrutta i suoi dipendenti".

Ben trentadue città vedono in queste ore iniziative analoghe, anche se non particolarmente "radicali". In Sicilia, però, la protesta riguarda direttamente almeno due rettori molto "renziani", quelli delle università di Palermo e Catania, che nei giorni scorsi hanno vietato persino dibattiti sul referendum, organizzati dagli studenti, con la motivazione ufficiale che "non era previsto il contraddittorio". Si ragionasse così anche in tv, la Rai sarebbe chiusa da un pezzo...

“Agli studenti – spiega Silvia Fabra, del Collettivo Universitario Autonomo – è stata negata per domani, venerdì 18, attraverso il rifiuto di una richiesta scritta, la possibilità di organizzare un’assemblea espressamente per il no al referendum. L'assemblea era stata pensata proprio per creare un momento di discussione e collettivizzazione della presa di posizione del corpo studentesco rispetto al Referendum, cosa che evidentemente non è ben gradita alla governance universitaria. E’ di pochi giorni fa, infatti, la circolare dei due rettori Fabrizio Micari e Davide Pignataro (rispettivamente di Palermo e di Catania, ndr) che impedisce agli studenti di organizzare dibattiti referendari, senza contraddittorio.”

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento