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08/01/2017

I sondaggi sono davvero pilotati?

Talvolta mi capita di sentire delle persone affermare che i sondaggi sono pilotati. Al fine di modificare i risultati elettorali. Esiste una legge che vieta la diffusione dei sondaggi sui massmedia nei 15 giorni precedenti alle elezioni e questo sembrerebbe avvalorare questa ipotesi.

D’altra parte negli ultimi anni molti sondaggi non sono riusciti a prevedere i risultati. La Brexit, Trump, il successo dei 5 stelle un paio di anni fa e per chi è un po’ più vecchio l’affermazione negli anni ‘90 della Lega Nord. I risultati non erano stati previsti... a dispetto dei sondaggi.

Ma perchè gli istituti di ricerca dovrebbero falsificare i risultati?

Posto al 5% il mercato dei sondaggi elettorali ed al 95% il resto del mercato (le ricerche per il mercato agroalimentare, per le banche, per il farmaceutico...) perchè un Istituto dovrebbe perdere la propria credibilità rispetto al 95% dei propri clienti dando dati taroccati?

Ma perchè allora sbagliano così spesso?

Un po’ di teoria potrebbe non fare male!

L’indagine statistica campionaria nasce negli anni '20 del secolo scorso per stimare la produzione agricola. Con risultati economici ragguardevoli. Intervistando 1000 imprese agricole si stimava la produzione di un milione di imprese. Le basi teoriche erano chiare e definite: prendete infatti una stanza con dentro un milione di palline rosse o nere e immaginate di estrarne casualmente 1000; sappiate che con buona probabilità la proporzione di rosse e nere nelle vostre mille sarà uguale alla proporzione di rosse e nere presenti nella stanza (e non ne avrete contate un milione!).

Negli anni ‘50 del secolo scorso però le indagini campionarie iniziarono ad essere usate per scopi meno “definiti” e cioè per misurare opinioni ed atteggiamenti. In quegli anni si può dire che la survey methodology giunge alla sua maturità fondendo la statistica con 2 altre discipline e cioè la psicologia e la sociologia. Iniziano da quegli anni a prolificare i sondaggi elettorali come le varie ricerche di marketing.

Sento già il lettore rimuginare e mandarmi a quel paese... ripetendo la domanda:

Ma perchè allora sbagliano così spesso?

I motivi sono sostanzialmente 3.

Primo. Vi sono palline rosse e nere in un’altra stanza!

I sondaggi vengono spesso fatti su telefonia fissa o su internet e una parte della popolazione non è semplicemente raggiungibile su telefonia fissa o internet. Insomma noi peschiamo le palline rosse o nere da una stanza ma... vi è una stanza che noi non siamo in grado di raggiungere che contiene anch’essa palline rosse o nere in una proporzione forse differente della stanza da cui noi peschiamo le palline.

Secondo. Le palline non ci vogliono dire di che colore sono!

Ebbene si. Le palline, cioè gli individui, possono mettere giù il telefono o ignorare la nostra email e non dirci se sono rosse o nere oppure possono dirci di essere rosse invece di nere. Questi due fenomeni chiamati il primo crollo del Response Rate (o tasso di risposta) passato dal 70% alll’8% in vent’anni ed il secondo spirale del silenzio sono i due fenomeni che mettono a repentaglio la capacità di stimare il numero di palline rosse (o nere). Questo avviene quando chi non risponde al sondaggio è diverso da chi risponde!

Terzo. L’orda detto anche mal comune mezzo gaudio!

Quando un Istituto ha un risultato differente dagli altri istituti tende a ridimensionarlo “aggiustando le stime” per diminuire il rischio di sbagliare da solo. Dare una stima molto distante da quella degli altri istituti è troppo rischioso e può mettere a repentaglio la credibilità dell’istituto; se si sbaglia insieme agli altri ci si assolve tutti adducendo la difficoltà nello stimare il fenomeno. Questo fenomeno di autocondizionamento può portare ad errori collettivi da parte degli Istituti.

Prendiamo ora i due referendum e cioè quello sulla Brexit nel Regno Unito e quello sulla riforma costituzionale.

Sulla Brexit sicuramente abbiamo visto il secondo fenomeno: tale era la pressione dei massmedia e delle élite contro la Brexit che chi voleva votare contro la UE non lo dichiarava. Gli anziani colpiti più duramente dalla crisi non dicevano che avrebbe votato contro la UE.

Sul referendum per la manovra costituzionale invece i dati da qualche mese erano abbastanza stabili: 52% contro ed il 48% a favore. Gli anziani (in Italia i meno colpiti dalla crisi) schierati con Renzi mentre i giovani ed i lavoratori e gli autonomi contro. La cosa divertente avvenuta è che la chiamata alle armi di Renzi (consigliata probabilmente dallo stesso think-tank di Obama) delle ultime settimane ha chiamato al voto gli oppositori di Renzi chiudendo la partita con un 60 contro Renzi ed un 40 a favore. In questo caso i dati dei sondaggi sono stati precisi al punto percentuale ed i motivi sopracitati non hanno deformato le stime.

L’amato lettore, ancora un po’ dubbioso, torna alla carica.

Vuoi dirmi allora che i sondaggi che vengono pubblicati sono sempre veritieri?

No.

Succede regolarmente che dei sondaggi non vengano pubblicati e servano per il marketing politico.

Può succedere che un Istituto abbia dei risultati e che il committente decida di non pubblicarli.

Può succedere che un Istituto sia così legato ad un partito che fornisca stime a favore di quel partito; ed è successo ma non è vero per la maggioranza degli istituti.

Può succedere che con l’aggravarsi della crisi ed in qualche passaggio particolarmente critico vi sia una chiamata di scuderia con falsificazioni di massa.

Ma questi sono altri discorsi.

Fonte

In sostanza si ribadisce che la scienza sociale, di cui sondaggi demoscopici fanno parte, non è una scienza esatta. 

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