La Nato ha deciso di ritirare le truppe dall’Afghanistan, dopo 20 anni. Come annunciato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, lasceranno il Paese anche quelle italiane. Si ritireranno naturalmente pure quelle statunitensi, con il presidente Joe Biden che ha già fissato il limite temporale, decisamente significativo: l’11 settembre 2021.
Ma quanto è costata, all’Italia, la missione ventennale in Afghanistan?
Il costo ufficiale della partecipazione alle missioni militari in Afghanistan a partire dal novembre 2001 al 2014 è stato di 8,5 miliardi di euro, vale a dire ben oltre un milione di euro al giorno in media.
A cosa è servita?
Al complesso militare industriale, per un business stabile nel tempo, ed a fare gli ascari dell’imperialismo USA, non certo all’Afghanistan.
L’Afghanistan è al 170esimo posto su 189 paesi nell’Indice di Sviluppo Umano del 2019.
La vulnerabilità è elevata: i livelli di povertà sono altissimi, l’insicurezza alimentare diffusa e l’accesso all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie limitate. I disastri naturali – come alluvioni e terremoti – sono frequenti e alcune parti del Paese sono ancora controllate dai miliziani talebani.
E, last but not least: le donne afgane sono in una condizione peggiore che 40 anni fa.
Oltre 40 anni di conflitto hanno avuto un impatto su diverse generazioni e si riflette in un allarmante aumento delle vittime tra i minori negli ultimi anni; si stima che a fine 2020, saranno 14 milioni gli afghani che avranno bisogno di aiuti umanitari.
Al di là del terribile costo in termini di vite umane, il conflitto ha colpito anche tutti gli aspetti della vita dei bambini che si ritrovano ad affrontare ancora enormi ostacoli nell’accesso ai servizi di base come l’assistenza sanitaria e l’istruzione.
Più di un terzo della popolazione vive a più di due ore dalla struttura sanitaria più vicina e anche prima della pandemia circa 3,7 milioni di bambini, quasi la metà di tutti quelli in età scolare, non erano iscritti a scuola.
Immaginate quindi quanto sia difficile curarsi, anche per le malattie più comuni, ed andare a scuola, fattore fondamentale per la costruzione di un futuro.
In questo contesto, la pandemia da Covid-19 ha esacerbato una situazione già disperata.
Il conflitto ha avuto anche un impatto devastante sulla salute mentale e sul benessere psicosociale di milioni di uomini, donne e bambini. Ciò ha portato a quella che è stata descritta come una “crisi di salute mentale”, con un’intera generazione di afghani segnata dal trauma della violenza; milioni di persone soffrono di depressione e ansia a causa dei traumi legati alla guerra.
Ma poi, con 8,5 miliardi – solo per la parte italiana – quanti ospedali si potevano riaprire e quante scuole si potevano costruire?
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