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20/04/2021

Val Susa laboratorio di repressione per proteggere interessi USA–NATO-UE

Piena solidarietà a Giovanna e ai militanti No Tav.

Da anni seguiamo e partecipiamo alle mobilitazioni delle popolazioni della Val Susa, contro un’opera evidentemente inutile e dannosa per le popolazioni, la natura e l’economia del paese.

Contro quest’opera e le collaterali, come l’autoporto contro il quale in questi giorni si sono giustamente mobilitati gli attivisti No Tav, sono stati scritti fiumi di parole, inchieste, analisi, relazioni e quant’altro a dimostrare la totale inutilità anche dal punto di vista macroeconomico.

Nonostante l’evidenza, gli interessi che ruotano attorno ai lavori sono difesi a spada tratta dall’Unione Europea e dai governi che si susseguono a palazzo Chigi, di qualsiasi sfumatura neoliberista essi facciano parte, anche perché l’accanimento contro i No Tav è ispirato da esigenze USA/Nato, come si evince da questo importante articolo.

Di opere inutili portate a termine nonostante l’evidenza ne sappiamo qualcosa anche in Toscana, dove procedono le opere per la TAV ed è stato costruito il “People Mover” a Pisa, trenino inutile e costosissimo, opere che continuano a gravare sulle tasche dei contribuenti, grazie a contratti che garantiscono i privati nonostante la totale inefficienza delle opere.

Quello che conta è che girino i soldi, dalle tasche dei lavoratori a quelle degli azionisti delle multinazionali.

Stessa sorte per i vaccini anticovid, sui quali si sta giocando una partita tragica e macabra, che ogni giorno costa la vita a migliaia di persone povere nel mondo, dato che i ricchi si sono garantiti le proprie scorte, attraverso lobby massoniche che rubano vaccini a favore di categorie privilegiate, come accaduto in Toscana.

In Val Susa questa logica di speculazione, profitto e morte ha trovato un punto di resistenza che rende la vita difficile ai padroni e ai loro servi. Per questo da alcuni anni le forze “dell’ordine” stanno sperimentando nuove forme di repressione, che hanno l’obiettivo di terrorizzare l’intera popolazione, com’è successo in questi giorni di mobilitazioni nel comune di San Didero, occupato militarmente, cosparso di lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo.

Si intende togliere l’acqua ai militanti e agli attivisti No Tav, attraverso la paura e i rastrellamenti di massa. In questa operazione repressiva è stata colpita gravemente Giovanna, ora ricoverata all’ospedale Molinette di Torino, dove le forze della repressione non la lasciano in pace neppure nel suo letto di convalescenza.

Occorre stringersi attorno a Giovanna e a tutti i militanti No Tav, esempio di resistenza che va esteso a tutte le vertenze sociali determinate dalla crisi e dalla gestione criminale della pandemia, utilizzando quella esperienza per rendere più incisiva la nostra lotta contro l’Unione Europea, il governo Draghi e i padroni che essi rappresentano.

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