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03/05/2022

“L’incidente” di Mian Channu tra India e Pakistan. Il controllo sulle armi nucleari diventa decisivo

Il mondo ha rischiato un altro cigno nero e questa volta sul terreno delicatissimo e inquietante dell’uso delle armi nucleari. Mai come in queste settimane si è tornati a parlare di armamenti nucleari e del loro possibile – e devastante – utilizzo.

La newsletter Affari Internazionali riporta che il 9 marzo scorso l’India, a causa di quello che le autorità liquidato come un “malfunzionamento tecnico”, ha lanciato accidentalmente un missile supersonico, caduto vicino a Mian Channu nel Punjab, nel distretto di Khanewal, in Pakistan.

Inutile dire che l’incidente ha allarmato il Pakistan (e non solo) sollevando serie preoccupazioni per il controllo dei missili nucleari e per un aumento del rischio di errori o incidenti che potrebbero portare a ad un attacco nucleare.

Occorre rammentare che India e Pakistan hanno una lunga storia di scontri militari, controversie territoriali e continua espansione dei rispettivi arsenali nucleari.

Nel maggio 1998, entrambi i paesi hanno effettuato test sulle armi nucleari (la Francia faceva altrettanto nel Pacifico, ndr) e negli anni le relazioni tra India e Pakistan si sono visibilmente deteriorati. Entrambi i paesi fanno affidamento sulla loro deterrenza nucleare, evitando così un conflitto su vasta scala.

È accaduto così che il 9 marzo, l’esercito pakistano ha riferito che un missile supersonico indiano (non armato) ha violato il suo spazio aereo nel Punjab. Il missile indiano ha viaggiato a un’altitudine di 12.200 metri e ha volato per 124 km nello spazio aereo pakistano prima di schiantarsi a Mian Channu, a circa 500 km da Islamabad.

Dovrebbe trattarsi di un missile BrahMos, un missile supersonico da attacco al suolo con capacità nucleare, con una portata di 300-500 km, che lo rende in grado di raggiungere Islamabad dal nord dell’India.

Secondo Affari Internazionali “In larga misura, la politica nucleare indiana è motivata da minacce regionali in relazione all’obiettivo a lungo termine dell’India di stabilire un deterrente credibile contro la Cina. Pertanto, l’India ha fatto grandi passi avanti nello sviluppo di un programma di missili balistici a lungo raggio, più per scoraggiare Pechino che Islamabad”.

Uno scenario di relazioni tra tre potenze asiatiche – India, Cina, Pakistan, che per Affari Internazionali “crea una complessa geometria nucleare in Asia, in cui gli sviluppi volti a fornire stabilità hanno spesso avuto l’effetto opposto”, scrive la newsletter.

“Con l’uscita degli Stati Uniti e della Nato dall’Afghanistan, l’evoluzione di un sistema di quasi-alleanza che contrappone l’India e gli Stati Uniti contro il Pakistan e la Cina, e una nuova corsa agli armamenti regionale che potrebbe intensificarsi al livello nucleare, la rivalità India-Pakistan acquisisce una sempre più grande importanza nel contesto della sicurezza sia regionale che globale”.

Alle molte domande sulla pericolosità degli arsenali nucleari esistenti e di quelli potenziali, vorremmo aggiungerne solo un’altra: perché dell’incidente di Mian Channu in Italia non si è saputo nulla tranne che tra gli “addetti ai lavori”?

Oltre che a raccontarci con che cosa ha fatto merenda Zelenski, le redazioni estere di Tg e giornali di cosa si occupano?

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