Con la conferma da parte della Corte d’Assise d’Appello di Bologna dell’ergastolo in primo grado anche a Paolo Bellini per i fatti del 2 agosto 1980, che fa seguito a quello a Gilberto Cavallini di quasi un anno fa, la peggiore strage del periodo della strategia della tensione arriva, dopo oltre quarant’anni ad una verità giudiziaria ormai appurata e incontrovertibile, nonostante decenni di depistaggi e insabbiamenti: la mano della strage fu senza alcun dubbio fascista, ma ad armarla non fu il supposto “spontaneismo” dei NAR, ma i soldi della P2 sottratti al Banco Ambrosiano e la volontà politica dei vertici dei servizi segreti.
Infatti se le condanne di Cavallini e Bellini in quanto esecutori materiali danno la cifra di come non solo i NAR, ma tutta la galassia dell’eversione fascista fosse in qualche modo coinvolta o consapevole di ciò che accadde, non meno importante è aver finalmente dato volti e nomi agli ispiratori politici, ai mandanti, ai finanziatori e agli organizzatori della strage, tutti legati a vario titolo agli interessi della Nato nel nostro Paese.
Questa sentenza è dunque l’ennesima conferma di come sia esistita una parte della società italiana legata a doppio filo alle organizzazioni Stay Behind atlantiste (ben al di là di qualche “trama” o “servizio deviato”) fatta di alti funzionari dello stato ma anche di politici, imprenditori e giornalisti spesso passati indenni nei loro ruoli dal fascismo alla democrazia, che per tutta la Seconda Repubblica ha lavorato per la destabilizzazione dell’impianto costituzionale, per imporre una svolta autoritaria ed impedire qualsiasi cambiamento in senso progressivo della società italiana.
Dopo la doverosa partecipazione al corteo in ricordo delle vittime, vi invitiamo dunque a partecipare ad un momento di approfondimento questa sera alle 19 al Parco della Zucca non solo su questa strage ma più in generale sul ruolo della Nato e delle organizzazioni Stay Behind all’interno della strategia della tensione.
Aggiornamento. Come ogni 2 agosto, questa mattina abbiamo partecipato al corteo della città che ricorda la ferita inferta dalla bomba piazzata dai fascisti, pagata dai fascisti e pagata dalla P2, coperta e manovrata dallo stato in connessione con la NATO.
Abbiamo partecipato denunciando la continuità tra i fascisti di allora e quelli di oggi che siedono al governo e continuano il processo di distruzione degli spazi democratici, degli spazi in cui è possibile lottare per avanzare verso una società migliore, verso forme di socialismo. E proprio oggi alla cerimonia è stato presente quel ministro Piantedosi che sta facendo passare un decreto sicurezza che addirittura inventa il reato di terrorismo di parola.
Dopo il minuto di silenzio abbiamo abbandonato la piazza, insieme a tante e tanti bolognesi che evidentemente non sopportano più la retorica istituzionale – incarnata da Lepore – secondo cui dopo le condanne dei fascisti resta solo da ripetere anno dopo anno il cerimoniale.
Abbiamo abbandonato la piazza anche per andare a rispondere alla provocazione di chi in via de Carracci ha svolto un presidio “innocentista” per Mambro, Fioravanti e tutta la banda degli assassini fascisti, ripetendo ancora l’infame menzogna della pista palestinese.
A Bologna non c’è spazio per fascisti vecchi e nuovi, tanto più il 2 agosto. Pensiamo che la ferita di Bologna si curi riportando al centro ciò che fascisti, massoni e stato hanno voluto colpire: la lotta per il socialismo!
Potere al Popolo Bologna
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