Ieri la commissione elettorale centrale del Kosovo si è rifiutata di ammettere alle prossime elezioni, in programma a febbraio, la Lista Serba (Srpska Lista), la formazione che rappresenta la popolazione serba dell’ex provincia di Belgrado resasi indipendente nel 2008 dopo un intervento militare e l’occupazione del paese da parte dell’Alleanza Atlantica nel 1999.
I membri della commissione hanno motivato la decisione col fatto che il leader del partito, Zlatan Elek, non si sia mai riferito al Kosovo come a una repubblica indipendente, ma come a «Kosovo i Metohija», la dizione utilizzata quando il territorio era una provincia autonoma della Repubblica Serba. Secondo la commissione la formazione esclusa non riconosce la sovranità territoriale e l’indipendenza del territorio e quindi non può partecipare alle elezioni. Secondo i membri dell’organismo, la Lista Serba ha in varie occasioni assunto posizioni contrarie all’interesse nazionale del Kosovo.
I funzionari della commissione hanno anche affermato che il partito sotto esame intrattiene stretti legami con il presidente serbo Aleksandar Vučić e con altri leader serbi, i quali si rifiutano anch’essi di riconoscere l’indipendenza del Kosovo.
In Kosovo vivono circa 100mila serbi, su una popolazione totale di 1,8 milioni di persone.
La reazione del presidente serbo non si è fatta attendere. In una nota Aleksandar Vučić ha accusato il premier kosovaro Albin Kurti di voler eliminare i serbi del Kosovo.
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