Pochi avvertono che il tempo della menzogna è insieme quello dell’incompetenza e dell’atarassia cognitiva, anche se le due cose vanno necessariamente assieme: se occorre mentire non ha importanza che si sappia o meno qualcosa di quello che si va dicendo.
Anzi in queste condizioni il non sapere è un sollievo morale per così dire e si fa di tutto per tenersi aggrappati alle parole d’ordine, senza mai alzare il tappeto per scoprire l’ordito.
E allora non sembrerà poi tanto strano che due inutili inviati in Siria, i quali devono comunque dare un’idea edenica del nuovo regime – cosa che si può fare tranquillamente da casa leggendo le agenzie di stampa e guardando le televisioni che appartengono, in un certo senso a un unico editore globale – producano un articolo che ha poi come risultato quello che vedete nell’immagine a fianco.
Certo, so bene che i titoli non li fa chi scrive i pezzi, ma è mai possibile che un’intera redazione non si accorga del clamoroso errore di creare un valico inesistente tra Libia e Siria che fanno parte di due continenti diversi?
Questa informazione che asserisce falsamente di controllare i contenuti, in realtà sembra non sapere nulla nemmeno della geografia elementare e dimostra un’incredibile sciatteria.
In un quotidiano gli errori sono all’ordine del giorno e anche io ne ho fatti alcuni, per non dire dei refusi che accompagnano i miei post, ma qui si tratta proprio delle conoscenze di base: eppure questo titolo è passato al vaglio di parecchi occhi senza obiezioni, visto si stampi o si mandi in rete.
Non posso che provare pena per chi si fa menare il naso da questi organi di cosiddetta informazione.
Si tratta di un errore da ciuchi irrecuperabili che personalmente non avrei fatto nemmeno in terza media, però quelli erano altri tempi, in cui si studiava anche sugli atlanti muti.
Tuttavia non è solo un’evidente carenza di cultura di base ad aver originato il risibile incidente di Repubblica, perché dietro questo titolo sospetto che ci sia una sorta di lapsus freudiano: Libia e Siria sono state investite da analoghe operazioni, condotte con gli stessi pretesti, con le medesime modalità terroristiche e stanno producendo gli stessi effetti di disgregazione, creando una vicinanza storica che è stata tradotta in vicinanza geografica.
Alcuni anni fa nei test di ammissione alla facoltà (uso ancora i vecchi termini) di Medicina, quasi nessuno rispose correttamente alla domanda se il Cairo fosse più vicino a Oslo o a Rabat che è la capitale del Marocco.
La differenza culturale fece sì che tutti considerassero Oslo molto più lontana, mentre in effetti è più vicina della città marocchina.
La domanda era insidiosa, molto più complessa e rivolta a un insieme eterogeneo di persone, mentre qui siamo di fronte a gente che pretende di spiegare le cose al pubblico e non ha chiaramente in testa che tra Libia e Siria ci sono di mezzo l’Egitto, Israele e il Libano.
Il fatto è che a volte ignorare è meglio che prendersi delle responsabilità e l’incidente potrebbe a giusto titolo far parte di quella raccolta di deliziosi saggetti di William Hazlitt, L’ignoranza delle persone colte, solo che in questo caso bisognerebbe ribaltarlo nella cultura delle persone ignoranti.
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