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18/12/2024

Ucraina come Israele: terrorismo di stato

Quando perdi la guerra, ti dai al terrorismo come estremo tentativo di ottenere qualcosa, che sia qualche effimero e breve vantaggio sul campo o millantare ancora importanti capacità belliche, sul piano della mera propaganda. Soprattutto quando la tendenza di chi governerà tra un mese a Washington, tuo principale finanziatore, è quella di concentrarsi su teatri che non sono l’Europa orientale.

È quello che è successo nelle prime ore della mattinata di ieri, quando attraverso qualche etto di TNT posizionato su di un monopattino elettrico è stato ucciso il tenente generale russo Igor Kirillov, a capo delle truppe per la difesa nucleare, chimica e biologica (NBC, ovvero il reparto che si occupa delle contromisure di protezione da eventuali attacchi di quel tipo, non quelli che li preparano in territorio nemico), e con lui anche il suo assistente.

L’attentato esplosivo è stato realizzato all’entrata di un complesso residenziale nel sud-est di Mosca, ad appena 7 chilometri dal Cremlino. La scelta del luogo avrebbe potuto portare a molte più vittime, considerando che l’atto terroristico è stato effettuato in una zona civile, e non dentro recinti militari.

Non sono arrivati chiaramente comunicati ufficiali per rivendicare l’attentato, ma è evidente che l’azione è stata pensata ed orchestrata dal Servizio di sicurezza ucraino (SBU). La notizia è stata confermata da varie fonti che hanno parlato con le testate ucraine Unian e Kyiv Independent, e con quelle occidentali Financial Times, Reuters, AFP, BBC e Guardian.

Proprio il giorno prima della sua morte, Kirillov era stato condannato in contumacia per quasi 5mila casi in cui le autorità ucraine affermano che egli abbia dato ordine di utilizzare armi chimiche nel corso del conflitto con Kiev. Le accuse riguardavano l’uso di granate e droni equipaggiate con sostanze chimiche irritanti vietate dalle convenzioni internazionali.

Accuse di tal genere erano arrivate anche dal Dipartimento di Stato statunitense. Kirillov era stato poi sottoposto anche a sanzioni da diversi paesi, tra cui il Canada e il Regno Unito: il portavoce del primo ministro Starmer ha commentato la vicenda dicendo Londra non piangerà la morte del militare russo.

“Kirillov era un criminale di guerra e un obiettivo completamente legittimo [...]. Una fine così ingloriosa attende tutti coloro che uccidono gli ucraini”, ha detto una fonte a RBC, altra testata ucraina. Insomma, Kirillov è morto per mano di un’operazione terroristica in territorio nemico da parte dell’intelligence ucraina, non c’è dubbio.

La modalità ricorda molto quelle usate da Israele, anche recentemente con i cercapersone esplosivi, al di fuori di ogni conduzione normata della guerra, e con grave pericolo per i civili. Del resto, una sorta di Mossad ucraino esiste, ed è stata addestrata dalla CIA, che in quanto a terrorismo sicuramente se ne intende.

Questo attentato si inserisce in una scia di omicidi di importanti esponenti militari russi: il 12 dicembre, sempre a Mosca, era stato ucciso Mikhail Shatsky, a capo del dipartimento che si occupa di tecnologie missilistiche. Il 28 settembre, sempre nella capitale russa, era stato ucciso anche Aleksey Kolomeitsev, un colonnello che era incaricato della gestione degli attacchi tramite droni.

Kirillov è però sicuramente il più importante comandante russo ad essere stato eliminato dal febbraio 2022. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha ricordato che Kirillov aveva anche denunciato molti crimini occidentali, accusando la NATO di aver usato armi chimiche in Siria e puntando i riflettori su altre questioni, come i biolaboratori statunitensi in Ucraina.

Anche l’obiettivo politico sembra piuttosto scontato: nell’impossibilità di reggere ancora a lungo la guerra sul campo, per drammatica mancanza di uomini, si ricorre ad omicidi “mirati” per cercare di forzare la Russia a misure di rappresaglia che ricordino alla distratta opinione pubblica occidentale il “pericolo russo” e la convincano a mandare altri aiuti.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha parlato di un’imminente vendetta per l’assassinio di Kirillov. Ria Novosti riporta un’altra frase di Medvedev che, ripulita delle formule e dei toni da propaganda, risulta come una verità evidente: “rendendosi conto dell’inevitabilità della sua sconfitta militare, Kiev lancia attacchi codardi e spregevoli in città pacifiche”.

A farne le spese, ha detto sempre Medvedev, dovrà essere tutto l’apparato politico-militare dell’Ucraina. Zelensky e compagnia stanno infatti tentando in tutti i modi di spingere la Russia a un’ulteriore escalation, sperando che il nuovo inquilino della Casa Bianca non li abbandoni... magari preparando anche qualche false flag, sperando che non riguardi proprio le competenze di Kirillov (nucleare, chimica, biologia).

Ad ora, però, rimane il fatto che le centrali imperialiste occidentali confermano che per loro gli ucraini sono carne da macello, da sostenere fin quando se ne ricava qualcosa di utile, ma facilmente abbandonabili appena le priorità cambieranno.

Da sottolineare, comunque, l’atteggiamento della stampa occidentale, tutta immediatamente orientata a “spiegare” che questo tipo di terrorismo è in fondo “buono”. Una conferma, certo non l’ultima, che non esiste più alcuna regola o principio “etico”. Chi è “con noi” (l’Occidente) può fare qualsiasi cosa, chi è “contro di noi” è un demone qualsiasi cosa faccia...

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