Licenziare lavoratori con molta anzianità, per sostituirli poi con giovani senza esperienza ma “meno costosi”, è una vecchia pratica antisindacale del peggiore padronato. Ora a farlo è il Ministro dell’Istruzione e del Merito (MIM). Con un espediente, il leghista Valditara ha mandato a casa una parte notevole degli insegnanti precari con più anzianità di servizio, candidati al Concorso Scuola 2024 appena concluso, dichiarando invece meritevoli di una cattedra stabile, candidati più giovani, con meno esperienza e voti più bassi agli esami, ma che hanno partecipato per un anno al Servizio Civile Universale (SCU) ai sensi della legge 74 del 21 giugno 2023.
Ma come mai i precari più anziani, sapendo che il SCU costituiva un titolo preferenziale al Concorso per ben il 15% dei posti disponibili, non hanno svolto quell’anno di servizio presso la Protezione Civile o presso altri enti dello Stato? Bastavano 5 ore al giorno per 8 mesi, meno ore ogni giorno se il partecipante prestava servizio anche l’estate. Il motivo è semplice: non era materialmente possibile farlo. Infatti, l’intervallo tra l’entrata in vigore della legge e la scadenza per partecipare al concorso è stato meno di un anno. Inoltre, per partecipare al SCU, bisogna avere meno di 28 anni. In altre parole, i precari più anziani non avevano nessuna possibilità di acquisire il titolo preferenziale.
È stata chiaramente una trappola, dunque, usata per poter “scremare”, tra i candidati al Concorso Scuola 2024, migliaia di candidati più anziani i quali, pur con voti assai più alti agli esami e diversi anni di esperienza, si sono visti passare davanti quei giovani meno preparati e con voti più bassi ma che potevano vantare un anno di SCU. Giovani che, soprattutto, graveranno meno sul bilancio ministeriale.
Un gruppo di insegnanti precari esclusi dal concorso si è mobilitato per contestare il colpo di mano. Ha lanciato una petizione diretta al MIM, ai Sindacati scuola e alla Comunità Europea (infatti, i soldi per pagare gli stipendi dei vincitori del concorso scuola sono del PNRR). Attualmente gli insegnanti stanno studiando una azione legale da usare come estrema ratio. Chiedono almeno l’istituzione di una graduatoria di merito, in cui inserire tutti coloro che hanno riportato un punteggio superiore al settanta nel concorso appena concluso.
Richiesta che il MIM dovrebbe avere ogni interesse ad accogliere – tanto più che, dopo il suo severo monito del 2013 andato a vuoto, la Commissione Europea ha, lo scorso ottobre, deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE per il suo reiterato utilizzo abusivo del precariato nella Scuola. Infatti, l’Italia non ha mai recepito la direttiva europea 70 del 1999, che prevede la stabilizzazione dei precari in ogni settore della pubblica amministrazione e che nega la possibilità di reiterare i contratti a tempo determinato per oltre 36 mesi. Nel lungo arco di tempo in cui i concorsi pubblici non sono stati organizzati con la frequenza che la legge 270 del 1982 prevedeva (ogni due anni), molti precari hanno maturato diversi anni di servizio. Adesso vengono falciati.
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