Natale, opere buone anche per i super miliardari? La fondazione di beneficenza di Elon Musk è ai primi posti nella classifica della filantropia mondiale con 237 milioni di dollari ‘donati’, ma destinati ad altre ‘entità’ da lui controllate, dice Bloomberg News. Versione più severa su Swssinfo.ch secondo cui lo straricco avrebbe donato sotto i limiti di legge, dedotto molto e finanziato progetti che spesso lo riguardavano direttamente.
Swissinfo.ch e New York Times
Il patron di Tesla, SpaceX e il social X ha creato la Musk Foundation nel 2001, organizzazione benefica con miliardi di dollari. Ma a differenza di altri miliardari che hanno finanziato progetti precisi, la filantropia di Musk è stata ‘casuale’. Donazioni fiscalmente deducibili per un valore di oltre 7 miliardi di dollari, miliardi gestiti da un consiglio composto da lui stesso e da due volontari, uno dei quali riferisce di dedicarci in media sei minuti a settimana. Nel 2022, dati New York Times che contraddicono Bloomberg: la Musk Foundation avrebbe donato 160 milioni di dollari, «ovvero 234 milioni di dollari in meno rispetto a quanto richiesto dalla legge: è il quarto deficit più grande di qualsiasi fondazione nel Paese».
Donazioni molto interessate
Sola certezza incontrastata, gli obiettivi delle donazioni di Musk. L’analisi del New York Times ha rilevato anche che, delle donazioni 2021 e 2022, circa la metà aveva qualche collegamento con Musk stesso, uno dei suoi dipendenti o una delle sue attività. 55 milioni di dollari per aiutare un importante cliente di SpaceX. 20 milioni alla contea di Cameron in Texas, che ospita il sito di lancio di SpaceX: la donazione solo un’ora e mezzo dopo l’esplosione nel marzo 2021 di un razzo che inondò la zona di pezzi di metallo. Due scuole, ma strettamente legate alle sue attività: una all’interno di un complesso di SpaceX, l’altra accanto a una nuova zona per i dipendenti di Musk. In una terza scuola nonprofit (Ad Astra), fondata a Bel-Air, cinque dei 14 studenti del primo anno erano suoi figli.
Bloomberg e ‘Donald J. Trump Foundation’
Secondo l’analisi di Bloomberg, le fondazioni Usa trasferiscono miliardi di dollari a fondi gestiti dai donatori, aggirando le leggi statunitensi che impongono trasferimenti ai bisognosi. La Donald J. Trump Foundation, fondata nel 1987 per ricevere i proventi del libro del tycoon “L’arte della trattativa” è stata costretta a chiudere nel 2016 a seguito delle accuse per frode fiscale.
Miliardari-filantropi per convenienza
La beneficenza è sempre stata una virtù dei ricchi e nell’ultimo decennio c’è stata una crescita esponenziale del numero di miliardari-filantropi, tant’è che nel 2010 Bill Gates e Warren Buffett avevano lanciato «The Giving Pledge» movimento di uomini d’affari impegnati a donare gran parte del proprio patrimonio per scopi benefici. All’inizio i miliardari che hanno raccolto l’invito erano 62, oggi sono diventati 216.
Avari europei e leggi fiscali
In Europa il fenomeno è più ridotto che in Usa, ma segue logiche simili. Le principali fondazioni filantropiche fanno riferimento soprattutto a banche e grandi imprese. Le prime cinque sono l’inglese Wellcome Trust, la Fondazione bancaria Caixa in Spagna, Fondazione Cariplo in Italia, la Fondation de France e la danese Ingka Foundation, legata a Ingvar Kamprad il fondatore di Ikea. In Francia vengono erogati 12,9 miliardi a 685 enti no profit, 10,7 in Germania, 8,5 in Spagna e 0,91 miliardi dalle fondazioni italiane.
Quel denaro è destinato ad associazioni che gestiscono attività di assistenza sociale, sanitaria, ecologia, ricerca. Tutte attività meritorie svolte da volontari e che sostituiscono in buona parte i servizi di welfare che lo Stato non è in grado di offrire, né garantire.
Agevolazioni fiscali costose per i governi
Anche la filantropia europea è regolata da un sistema fiscale fortemente agevolato. Le detrazioni per beneficenza incoraggiano le donazioni dei privati, ma costano soldi al governo in termini di entrate fiscali perse. Per fondazioni ed enti filantropici (fondazioni d’impresa, di famiglia, di comunità, enti filantropici secolari) il meccanismo è ancora più contraddittorio. La filantropia è storicamente una strategia per guadagnare rispettabilità sociale e orientare la politica. È indubbio che l’enorme ricchezza costituitasi negli ultimi due decenni può in questo mondo beneficiare di sgravi fiscali per detassare profitti miliardari.
Nuovi ‘magnati’ vecchi vizi
Una nuova generazione di magnati, soprattutto americani, ma non solo, sono decisi ad esercitare un’influenza crescente sulla governance mondiale mediante attività filantropiche trasversali nel settore dell’ambiente, della salute e delle diseguaglianze sociali. Arrivando a poter modificarne le regole, e divenendo di fatto attori multilaterali, come nel caso della fondazione di Bill Gates che è il maggior donatore dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Stampella per governi zoppi
Più in generale il potere delle fondazioni sta creando una pericolosa stampella per i governi nazionali che dichiarano di non avere più risorse da destinare allo stato sociale. La distinzione tra controllati e controllori diventa così più labile fino ad arrivare al modello americano con l’esempio della Fondazione di Elon Musk.
Una macroscopica contraddizione sociale che dimostra come alla crescita esponenziale delle ricchezze private corrisponda l’incremento dei patrimoni degli enti filantropici, in un contesto globale di aumento della povertà.
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