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12/06/2025

L’Unione Europea deve “sentirsi in guerra”. I guerrafondai europei vanno fermati

“L’Unione europea non è in guerra, ma viviamo in tempo di guerra e dunque dobbiamo mettere da parte i nostri occhiali da tempo di pace e prepararci ad essere in forma per combattere”.

Queste inquietanti dichiarazioni sono state rilasciate dal commissario europeo alla difesa e Spazio, il lituano Andrius Kubilius, nel suo intervento allo European Defence&Security Summit 2025 in corso a Bruxelles.

I guerrafondai europei continuano così a creare un clima bellico e a veicolare messaggi conseguenti alle propria opinione pubblica.

“Putin non ha intenzione di fermarsi”, neanche in caso di pace in Ucraina, ha detto il commissario europeo, e “questa volta andrà contro l’Ue”, come “i nostri servizi di intelligence ci stanno avvertendo”. Dunque l’unico deterrente per dissuaderlo dal mettere in pratica i suoi “piani di aggressione contro di noi, l’Ue e gli Stati membri della Nato è la forza”.

Secondo il commissario europeo occorre costruire un’industria della difesa e un’Unione europea della difesa basata su un’Europa indipendente, anche se “la Nato rimarrà sicuramente una spina dorsale della nostra difesa collettiva”.

Kubilius ha ripreso il concetto di “Pax europea” formulato dalla Von der Leyen ad Aquisgrana due settimane fa e per ottenerla e mantenerla, occorre una Ue autonoma. E la prima indipendenza necessaria, ha affermato, è quella della difesa.

“Al momento, in termini di capacità, abbiamo solo circa il 50% di ciò di cui abbiamo bisogno secondo i piani di difesa della Nato”
, ha avvisato Kubilius. Inoltre, sostituire gli Usa in Europa costerà, secondo due think-tank come l’Istituto Internazionale per gli Studi Strategici e l’Istituto Bruegel, 300mila militari aggiuntivi e mille miliardi di dollari.

Con l’avventurismo bellicista che ormai contraddistingue i governi e le istituzioni europee, Kubilius ha affermato che “La linea di difesa dell’Ucraina è la linea di difesa dell’Europa, perché con il suo esercito collaudato in battaglia e l’industria della difesa estremamente innovativa, sarà la parte più importante della nuova architettura di sicurezza europea”.

Il Commissario europeo è poi entrato anche nei dettagli di come oggi va combattuta la guerra.

“Oggi l’80% degli obiettivi in Ucraina viene distrutto dai droni. C’è una “valle della morte” di 15 km su entrambi i lati della linea del fronte dove nulla può muoversi. La “valle” è creata dai droni. Droni ucraini e droni russi. Un carro armato tradizionale sopravvive in media 6 minuti in questa “valle della morte”.

Su questo aspetto l’Ue è in ritardo, dunque occorre “un’innovazione radicale” basata sulla ‘dottrina 20-40-40‘ fatta propria dalla nuovissima Strategic Defence Review della Gran Bretagna: il 20% degli obiettivi deve essere colpito da armi convenzionali pesanti, il 40% – da droni kamikaze leggeri, un altro 40% – da droni pesanti e missili. Ovvero, la parte del leone la fanno i droni.

“Oggi la prontezza alla difesa è impossibile senza la prontezza allo spazio. Inteso non solo come “spazio per la difesa”, ma anche nella “difesa dello spazio”, poiché “gran parte della sicurezza nella nostra vita civile dipende dai servizi spaziali, come ad esempio l’aviazione”, ha sottolineato Kubilius.

A tal proposito il commissario ha ricordato le iniziative in corso, tra cui IRIS2 per la comunicazione satellitare sicura, che sarà pienamente operativo nel 2030, e il sistema GOVSATCOM pronto da questa estate.

La prossima settimana, ha annunciato il commissario, verrà presentato il piano per la semplificazione della difesa, perché “senza questa semplificazione, non sarà possibile ottenere niente”. Dare impulso alle industrie della difesa e aerospaziali è essenziale anche per recuperare competitività, come un anno fa già predicava il Rapporto presentato da Draghi alla Commissione europea.

Relativamente alle spese militari, Kubilius ha indicato come “L’attuazione del programma “Rearm Europe” con ulteriori 800 miliardi di euro nei prossimi 4 anni sta procedendo a pieno ritmo; il regolamento su 150 miliardi di euro di prestiti SAFE interessanti è stato approvato 2 settimane fa; la scorsa settimana la Commissione ha approvato la richiesta di 15 Stati membri di utilizzare la clausola di salvaguardia nazionale”, quindi “stiamo andando avanti con l’attuazione “materiale”, ma c’è ancora molto da fare”.

Infine, il commissario europeo ha evidenziato il bisogno di “un esercito Schengen” per spostare rapidamente truppe e carri armati dove sono necessari. “Abbiamo la libera circolazione delle persone, non abbiamo la libera circolazione dell’equipaggiamento militare”, ha affermato. Entro la fine dell’anno dunque, ha fatto sapere, la Commissione presenterà un’iniziativa sulla mobilità militare: “Non possiamo spostare carri armati o artiglieria per difendere il confine se i ponti o le strade sono troppo deboli per trasportarli, o i tunnel troppo piccoli. O se i carri armati devono affrontare le pratiche burocratiche persino ai confini regionali”.

Le parole di Kubilius fanno il paio con quelle del Segretario generale della NATO, Mark Rutte, il quale in una conferenza a Londra ha già annunciato nuovi obiettivi di spesa militare, tra cui un aumento del 400% delle difese aeree e missilistiche e l’acquisto collettivo di almeno 700 caccia F-35 da parte dei paesi membri della NATO, Stati Uniti esclusi.

I guerrafondai dell’Unione Europea e della Nato continuano dunque a battere sul tamburo della guerra che intravedono come una exit strategy alla propria crisi. Un motivo in più per fermarli. Disarmiamoli!! Con ogni mezzo necessario. E per scendere in piazza contro i loro piani sabato 21 giugno a Roma, alla vigilia del vertice della NATO all’Aja, appuntamento alle ore 14.00 a Piazza Vittorio.

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