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08/10/2012

Massoneria, Carlo Malinconico faccia i nomi

Nella puntata di Report condotta ieri da Milena Gabanelli il maestro venerabile Gioele Magaldi (leader del Grande Oriente Democratico, movimento massonico che tende a riaffermare l’etica massonica all’interno del Grande Oriente d’Italia) ha detto senza mezzi termini che la massoneria ha suoi uomini nelle seconde file del potere: capi di Gabinetto dei ministeri, capi degli uffici legislativi. Figure che, per il ruolo istituzionale, operano nelle retrovie, ma di fatto esercitano un potere enorme, soprattutto se si considera che i politici spesso non hanno le competenze tecniche proprie dei Ministeri di cui sono a capo e, quindi, si affidano necessariamente ai capi dei propri uffici legislativi e di gabinetto per la soluzione concreta delle scelte politiche.
In una intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano questa estate, l’ex sottosegretario Carlo Malinconico – dimessosi a seguito del coinvolgimento delle vicende della “cricca”, per quelle che sono state definite le vacanza pagate “a sua insaputa” mentre era nei piani più alti di Palazzo Chigi – ha denunciato sostanzialmente di essere stato “fatto fuori” dalla massoneria e dai poteri forti.
Una affermazione grave, soprattutto per la persona da cui proviene, che ben conosce gli ambienti governativi.
Scartando l’ipotesi che Carlo Malinconico (ex Consigliere di Stato) abbia “sparato a zero” su massoneria e istituzioni repubblicane senza uno straccio di elemento a sostegno delle proprie gravissime affermazioni, deve ragionevolmente concludersi che egli sia a conoscenza di fatti e vicende di notevole importanza (e gravità) della vita delle istituzioni repubblicane italiane degli ultimi anni o decenni.
Ricapitolando i fatti: Carlo Malinconico è “nato” nel Consiglio di Stato ed ha svolto la propria carriera parallela presso le retrovie del potere e del governo della Repubblica. La maggior parte dei posti di capo d'ufficio legislativo e capo d'ufficio di Gabinetto dei ministeri (quelli cui ha fatto riferimento il Maestro Magaldi) sono stabilmente occupate – ormai da decenni – da Consiglieri di Stato e, in parte più ridotta, da Avvocati dello Stato ed altri. La massoneria, a dire dello stesso Carlo Malinconico, si sarebbe attivata per tirarlo fuori gioco dal delicato ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Altrettanto non è successo a Filippo Patroni Griffi (Consigliere di Stato e ministro della Pubblica amministrazione, pur coinvolto nello scandalo della casa del Colosseo acquistata a prezzo bassissimo grazie ad una sentenza dei suoi stessi colleghi del Consiglio di Stato), ad Antonio Catricalà (Consigliere di Stato e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri) e ai numerosi consiglieri di Stato che dirigono gli uffici legislativi e gli uffici di gabinetto. Infine, il “CSM” dei giudici amministrativi ha “bocciato” la proposta di obbligare i Consiglieri di Stato e magistrati Tar a dichiarare in un atto pubblico se appartengano o meno alla massoneria o ad associazione segrete con vincolo di obbedienza.
A questo punto, non sarebbe necessario che Carlo Malinconico facesse i nomi, se vuole onorare la propria funzione e dare sostanza ad una affermazione gravissima che ha pubblicamente reso e che, oggi, ben si coordina con quelle del leader dei massoni che vogliono un recupero della propria etica? L’aver, di fatto, gettato il sasso e ritratto la mano, almeno a mio avviso, non è certamente condotta che possa riscattare Malinconico (questo, presumo, fosse il senso della sua intervista a Il Fatto) dalle vicende in cui è stato coinvolto. Ed ancora, è giusto che un altissimo burocrate  a conoscenza (presumibilmente) di segreti tanto scottanti continui ad avere incarichi pubblici (gli è stata da poco affidata la Presidenza della Fondazione Valore Italia) senza prima fare chiarezza assoluta sulle stesse proprie accuse (non potendo credere, il che sarebbe peggio, che si sia inventato tutto)?
E, non sia mai, se nei prossimi mesi dovessero saltare fuori nomi di Consiglieri di Stato – capi di uffici legislativi o di gabinetto appartenenti alla massoneria, non sarebbe doveroso per il prestigio di questa istituzione che il suo Presidente Giancarlo Coraggio (che si vocifera si voglia candidare addirittura per la Corte Costituzionale) imponga un gesto di chiarezza e di trasparenza?

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