Nella puntata di Report condotta ieri da Milena Gabanelli il maestro venerabile Gioele Magaldi
(leader del Grande Oriente Democratico, movimento massonico che tende a
riaffermare l’etica massonica all’interno del Grande Oriente d’Italia)
ha detto senza mezzi termini che la massoneria ha suoi uomini nelle seconde file del potere:
capi di Gabinetto dei ministeri, capi degli uffici legislativi. Figure
che, per il ruolo istituzionale, operano nelle retrovie, ma di fatto
esercitano un potere enorme, soprattutto se si considera che i politici
spesso non hanno le competenze tecniche proprie dei Ministeri di cui
sono a capo e, quindi, si affidano necessariamente ai capi dei propri
uffici legislativi e di gabinetto per la soluzione concreta delle scelte
politiche.
In una intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano questa estate,
l’ex sottosegretario Carlo Malinconico – dimessosi a seguito del
coinvolgimento delle vicende della “cricca”, per quelle che sono state
definite le vacanza pagate “a sua insaputa”
mentre era nei piani più alti di Palazzo Chigi – ha denunciato
sostanzialmente di essere stato “fatto fuori” dalla massoneria e dai
poteri forti.
Una affermazione grave, soprattutto per la persona da cui proviene, che ben conosce gli ambienti governativi.
Scartando l’ipotesi che Carlo Malinconico
(ex Consigliere di Stato) abbia “sparato a zero” su massoneria e
istituzioni repubblicane senza uno straccio di elemento a sostegno delle
proprie gravissime affermazioni, deve ragionevolmente concludersi che
egli sia a conoscenza di fatti e vicende di notevole importanza (e
gravità) della vita delle istituzioni repubblicane italiane degli ultimi
anni o decenni.
Ricapitolando i fatti: Carlo Malinconico è “nato”
nel Consiglio di Stato ed ha svolto la propria carriera parallela
presso le retrovie del potere e del governo della Repubblica. La maggior
parte dei posti di capo d'ufficio legislativo e capo d'ufficio di
Gabinetto dei ministeri (quelli cui ha fatto riferimento il Maestro
Magaldi) sono stabilmente occupate – ormai da decenni – da Consiglieri
di Stato e, in parte più ridotta, da Avvocati dello Stato ed altri. La
massoneria, a dire dello stesso Carlo Malinconico, si sarebbe attivata
per tirarlo fuori gioco dal delicato ruolo di Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri. Altrettanto non è successo a Filippo Patroni Griffi
(Consigliere di Stato e ministro della Pubblica amministrazione, pur
coinvolto nello scandalo della casa del Colosseo acquistata a prezzo
bassissimo grazie ad una sentenza dei suoi stessi colleghi del Consiglio di Stato), ad Antonio Catricalà
(Consigliere di Stato e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri) e ai numerosi consiglieri di Stato che dirigono gli uffici
legislativi e gli uffici di gabinetto. Infine, il “CSM” dei giudici amministrativi
ha “bocciato” la proposta di obbligare i Consiglieri di Stato e
magistrati Tar a dichiarare in un atto pubblico se appartengano o meno
alla massoneria o ad associazione segrete con vincolo di obbedienza.
A
questo punto, non sarebbe necessario che Carlo Malinconico facesse i
nomi, se vuole onorare la propria funzione e dare sostanza ad una
affermazione gravissima che ha pubblicamente reso e che, oggi, ben si
coordina con quelle del leader dei massoni che vogliono
un recupero della propria etica? L’aver, di fatto, gettato il sasso e
ritratto la mano, almeno a mio avviso, non è certamente condotta che
possa riscattare Malinconico (questo, presumo, fosse il senso della sua
intervista a Il Fatto) dalle vicende in cui è stato coinvolto.
Ed ancora, è giusto che un altissimo burocrate a conoscenza
(presumibilmente) di segreti tanto scottanti continui ad avere incarichi
pubblici (gli è stata da poco affidata la Presidenza della Fondazione Valore Italia)
senza prima fare chiarezza assoluta sulle stesse proprie accuse (non
potendo credere, il che sarebbe peggio, che si sia inventato tutto)?
E,
non sia mai, se nei prossimi mesi dovessero saltare fuori nomi di
Consiglieri di Stato – capi di uffici legislativi o di gabinetto
appartenenti alla massoneria, non sarebbe doveroso per il prestigio di
questa istituzione che il suo Presidente Giancarlo Coraggio (che si vocifera si voglia candidare addirittura per la Corte Costituzionale) imponga un gesto di chiarezza e di trasparenza?
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