Il mnistro Elsa Fornero, impropriamente definita "del lavoro e del
welfare", ammette solo ora di non avere la minima idea di quanti possano
essere gli "esodati".
Ma non per questo cambia idea sul valore della sua "riforma delle pensioni".
Intervenuta
al Giornale Radio Rai, ha confessato di non saper dire ancora adesso, a
un anno dalla folle legge che porta la sua firma, quanti lavoratori
esodati ci saranno in Italia l'anno prossimo. «Rispetto alla dimensione
di questo fenomeno per il 2013 e il 2014 permangono delle zone d'ombra:
alla domanda "quante persone ci saranno in questa situazione nel 2013",
io non ho ancora la risposta».
Chiunque altro, al suo posto - tranne
forse i Fiorito e i Formigoni - avrebbe nello stesso istante tolto il
disturbo. Perché può essere anche, nel governo di un paese, che si
debbano prendere decisioni impopolari. Ma non è ammissibile che se ne
prendano senza avere alcuna idea delle conseguenze sociali, dei costi
umani, del proprio agire.
Il ministro Fornero, invece, vorrebbe
«davvero andare a cercare quasi con il lanternino le persone che nel
2013 e nel 2014 rischiano di trovarsi senza stipendio e senza pensione.
Ci saranno, con un'alta probabilità, e allora vedremo la loro situazione
e aiuteremo quelle persone».
Insomma, dopo, a babbo morto. E solo
se lei stessa verificherà, col suo "lanternino" cimiteriale, se un
circa-sessantenne abbia perso davvero il lavoro, la pensione e gli
ammortizzatori sociali per causa sua.
E' noto che la Ragioneria
generale dello Stato, che assumerà nei prossimi anni la figura centrale
nella legislazione (il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio
obbligatorio impediranno qualsiasi legislazione senza copertura
finanziaria preventiva; ovvero nessuna scelta politica alternativa) ha
rimandato al mittente la proposta di legge Damiano, che puntava a
dilazionare in "scalini" la tempistica della riforma Fornero. Il
ministro quindi avverte: la sua riforma previdenziale «non va smontata».
Il problema, a suo parere, non è solo di "risorse mancanti" ma di
contenuti. Se approvata, la proposta Damiano rischierebbe comunque di
far saltare i principi criminogeni della riforma Fornero. Insomma, se
anche le risorse fossero abbondanti, lei non troverebbe necessario
riconoscere legislativamente il quadro di diritti maturati che lei ha
distrutto.
«Questo ministro è disponibile a discutere "casi", perché
abbiamo già fatto due operazioni di salvaguardia importanti». Ma «va
detto con forza che non abbiamo la possibilità di smontare la riforma
delle pensioni che è stata una buona riforma e che ieri ha ricevuto
ulteriori plausi da organismi istituzionali internazionali come il Fmi.
Ma la disponibilità totale ad aiutare le persone che si troveranno in
difficoltà, quella c'è assolutamente».
"Casi singoli", trovati col lanternino, cui elargire per poco tempo un po di carità. Ma di diritti esigibili non si deve più parlare. Se non c'è qualcuno che soffre, lei come fa a commuoversi?
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