Le piccole e medie imprese sono vicine al collasso. E' una questione di
mesi. Il tessuto produttivo del Paese si sta sfaldando. Le banche,
impegnate a comprare titoli di Stato sul mercato internazionale e di
nuova emissione, non concedono più crediti alle aziende. i prestiti sono
in continua contrazione. Il Governo non paga i debiti della PA
di 80 miliardi che Rigor Montis ha rinviato al prossimo esecutivo, dopo
le elezioni del 2013. Nel frattempo le imprese sono strangolate dalle
tasse più alte dell'area UE e dagli interessi di Equitalia quando non
riescono a far fronte ai pagamenti. Ogni giorno falliscono 35 imprese. Nel 2011 sono state 11.600,
il peggiore dato dall'inizio della crisi. La previsione per il 2012 è
di 13.000 nuovi fallimenti, più di mille al mese. Questa è la vera
emergenza nazionale. Tutto il resto, anche il paradiso, può attendere.
La cura di Rigor Montis ha l'obiettivo di salvare le banche ed evitare
la svalutazione dei nostri titoli pubblici, nel frattempo però il Paese
muore. Un'impresa su quattro
chiude entro i primi tre anni di vita. Lo Stato è totalmente assente
nello svezzamento delle imprese, anzi, se può, ne aiuta la morte in
culla con una burocrazia folle e tasse su redditi presunti. Se aprire
un'azienda è quasi impossibile in Italia, farla chiudere è un attimo.
Un'impresa che chiude lascia in mezzo alla strada i suoi dipendenti con
le loro famiglie. Nella ricca Lombardia ben 2.613 aziende hanno chiuso
nel 2011. Un imprenditore che si stanca di questo Stato baronesco e
feudale, cialtrone e vessatorio, se può lascia l'Italia per Paesi più
civili, come la Slovenia, la Carinzia, la Svizzera che lo accolgono a
braccia aperte. Paesi dove i servizi, come la connettività e le poste
per fare un esempio, costano meno e funzionano. La parola "funzionare"
dovrebbe essere scritta dai ministri su una lavagna cento volte al
giorno per prendere coscienza dello sfascio in cui, insieme a Rigor
Montis, ci stanno trascinando. Un Paese non può "funzionare"
senza le imprese. Si crede veramente che si possa vivere soltanto di
servizi, pensioni e Pubblica Amministrazione. Chi paga il conto?
L'ovetto Kinder Passera? Un'impresa che chiude è un fallimento per il
Paese. L'idrovora di Stato sta succhiando la linfa delle piccole e medie
imprese come un immenso parassita. Quando il gettito fiscale di
impresa, e dei suoi dipendenti, verrà meno (è una questione di tempo) lo
Stato chiuderà i battenti. Dove fanno il deserto, la chiamano crescita.
Fonte
Eccoli qui i risultati dell'equa (a parole) austerità: la spirale depressiva. Spero finiremo quanto prima col culo per terra altrimenti il Paese non tenterà mai nemmeno un abbozzo di cambiamento autentico.
Nessun commento:
Posta un commento