Altro che brodino, come il Financial Times ha definito la legge anticorruzione. Per Piercamillo Davigo,
consigliere della Corte di Cassazione, “se uno è rigoroso, fa le cose
diversamente”. A partire da un certo regalino che il magistrato di Mani Pulite proprio non si spiega.
Dottor Davigo, cosa la stupisce di più di questa legge?
Direi il fatto che hanno dimezzato le pene previste nel caso di concussione per induzione. Perché l’hanno fatto?
L’Ocse
chiedeva da tempo all’Italia di punire il privato che paga il pubblico
ufficiale, cioè il concussore, e questa legge lo prevede. Non basta?
No,
perché così si aggira soltanto l’obbligo di punire chi dà denaro al
funzionario pubblico, traendone vantaggi. Il concussore alla fine la fa franca. Viene punito, ma la pena è ridotta. E le norme
favorevoli sono retroattive. Con il risultato che molti processi in
Cassazione verranno annullati.
Meglio eliminare la retroattività?
No, meglio non ridurre le pene!
Quanto ci manca per essere conformi alle richieste dell’Europa?
Non
so cosa fosse ottenibile, ma di certo l’Italia è ancora molto indietro
rispetto agli altri Paesi europei. Se solo ci fosse la volontà,
basterebbe procedere in modo molto più semplice, copiando le convenzioni
internazionali. Così saremmo conformi di sicuro.
Cosa
cambia per quanto riguarda il traffico di influenze, cioè quando i
potenti si mettono d’accordo per darsi un aiuto (illecito) reciproco?
In
questo caso il vero problema è che la pena edittale prevista per questo
reato (cioè la reclusione a tre anni) non consente le intercettazioni
telefoniche. Ma come pensano di scovare questi reati? Li scopriremo solo
se ce li verranno a raccontare.
Almeno, però, hanno
aumentato i termini per la prescrizione da 7 anni e mezzo a 11 per i
reati di corruzione, concussione per induzione e traffico di influenze.
Basterà per terminare in tempo i processi?
C’è un equivoco
di fondo. Non sono i termini di prescrizione a essere necessariamente
troppo brevi, il problema è che in Italia la prescrizione comincia a
decorrere non dalla scoperta del reato, ma da quando il reato è stato
commesso. E di solito non si becca il criminale in flagrante. E’
ridicolo: in altri paesi, una volta che il processo comincia, i termini
per la prescrizione non decorrono più. Poi c’è un’altra questione.
Quale?
Da
noi ci sono 35 mila fattispecie di reati penali, e invece di ridurle,
questa legge le ha ulteriormente aumentate. Rendiamoci conto che anche
se abolissimo il 90 per cento dei reati, ne resterebbero ancora
migliaia.
Forse però andrebbe introdotto il reato di
autoriciclaggio. Oggi quelli che, ricevute le mazzette, usano i soldi
per acquisti e investimenti, non vengono puniti.
Il ministro
Severino ha detto che non voleva ritardare i tempi del disegno di
legge, che se ne occuperà a parte. Forse ha ragione. Però noto che
l’autoriciclaggio è stato inserito nella lista dei reati persino in
Vaticano…
Hanno anche evitato di reintrodurre il falso in bilancio, cancellato dal governo Berlusconi.
Lasciamo stare, l’elenco di quello che manca è infinito.
Cosa pensa invece dell’incandidabilità? I condannati in via definitiva a pene superiori ai 2 anni dovranno mollare la poltrona.
Già.
Peccato che oltre il 90 per cento delle condanne, anche quelle per
concussione, tra rito abbreviato e attenuanti generiche vanno
pesantemente sotto i due anni. E poi basta che uno patteggi per evitare
la condanna. E quindi l’incandidabilità.
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