A Roma, 50 mila persone in piazza per contestare Monti e le sue
politiche. Molte vertenze sociali in un corteo tranquillo che gli
studenti scuotono bloccando la tangenziale e poi tutta la città.
Prossima tappa lo sciopero sociale europeo del 14 novembre.
E' appena terminata la manifestazione del No Monti Day a Piazza San
Giovanni, gli studenti sono ancora in corteo selvaggio sulla Tangenziale
Est di Roma. Alcune prime considerazioni sorgono spontanee su questa
che è stata la prima giornata dell'autunno che ha visto in piazza l'opposizione politica e sociale al governo Monti.
Considerata l'assenza di un movimento sociale forte la manifestazione nei numeri è andata bene.
Circa 50 mila persone (per dare numeri realistici) hanno sfilato in
corteo per le strade di Roma. Una manifestazione eterogenea che ha visto
la partecipazione di lavoratori in lotta (Ilva, Alcoa), di studenti medi e universitari, degli insegnanti in mobilitazione contro l'aumento dell'orario lavorativo e contro il ddl Aprea, di delegazioni del movimento No Tav e per l'acqua pubblica. Tante anche le lotte ambientali presenti. Questo è senz'altro l'aspetto maggiormente positivo del corteo, la presenza di tante lotte e vertenze sociali che
ogni giorno si battono contro la crisi e contro questo governo, con lo
sguardo sempre attento anche alle mobilitazioni europee.
Poco in sintonia con il quadro europeo è sembrato invece l'arcipelago
delle organizzazioni politiche e sindacali presenti nella
manifestazione cui comunque va dato il merito di averla costruita.
Avremmo però voluto vedere in testa al corteo le lotte
della scuola che oggi appaiono come una speranza per tutto il paese. E
invece abbiamo rivisto le solite organizzazioni con i soliti volti,
rigorosamente maschi. Vecchi anche gli slogan ed il modo di stare in
piazza di tante organizzazioni.
Sembra che ancora qui in Italia non si sia imparato molto dagli Indignados spagnoli e dal movimento americano di Occupy. Dal protagonismo diretto e dalla partecipazione di donne e uomini che hanno animato i più grandi movimenti degli ultimi anni.
Fortunatamente a dare un segnale diverso alla giornata del No Monti Day ci hanno pensato gli studenti e i precari che,
partiti dalla Sapienza per poi congiungersi a Piazza della Repubblica
con il corteo nazionale, non si sono accontentati di fermarsi a San
Giovanni per il solito comizio. Hanno proseguito in migliaia in corteo selvaggio verso Porta Maggiore, hanno imboccato la rampa della Tangenziale Est fino allo svincolo della Roma-L'Aquila.
Roma è stata di nuovo bloccata.
Studenti e precari hanno sfilato dietro lo striscione “Piazze invase contro la Troika. E' l'Europa che ce lo chiede”.
Un chiaro riferimento ai movimenti di Spagna, Grecia e Portogallo
perché, di fronte all'Europa dell'austerity, della BCE e dei presunti
governi tecnici, solo una dimensione europea e autorganizzata dei movimenti potrà realmente opporsi alla crisi ed individuarne una via d'uscita radicalmente alternativa.
Le scuole e le università in piazza oggi hanno
espresso ancora una volta la volontà di costruire una dinamica di
mobilitazione ampia e radicale anche in Italia. Non una sommatoria di
tante piccole forze residuali ma una moltiplicazione di forze nuove,
giovani e incazzate, distanti anni luce dai vecchi schemi della sinistra
e dalle sue lotte intestine.
Questo protagonismo dei giovani e dei precari si è visto anche oggi in piazza e su questo bisognerà puntare. Verso lo sciopero sociale europeo del 14 e la giornata di mobilitazione del 16 novembre.
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