Oxfam Italia e ActionAid lanciano una petizione su Change.org
per chiedere agli europarlamentari italiani e ai ministri Andrea
Orlando (Ambiente) e Flavio Zanonato (Sviluppo economico) di rivedere la
normativa oggi in vigore sui biocarburanti. La richiesta è
limitare la produzione di biocarburanti provenienti da materie prime
alimentari o prodotti sfruttando ingenti quantità di terra e acqua,
affinché non entrino in diretta competizione con la produzione di cibo.
Proprio per evitare la competizione tra produzione di biocarburanti e produzione di cibo,
la Commissione europea ha proposto, a ottobre 2012, di stabilire un
tetto massimo di consumo del 5% (in relazione all’obiettivo del 10% di
energia da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti). Secondo Oxfam Italia e ActionAid,
tale misura va sostenuta e ulteriormente rafforzata, prevedendone
l'introduzione in entrambe le direttive che regolano la politica europea
sui biocarburanti ed estendendone l'applicazione anche alle
coltivazioni energetiche dedicate.
“Ricavare benzina o diesel a partire da colture alimentari
o da colture non alimentari dedicate a fini energetici significa
sottrarre terra e acqua alla produzione di cibo. Questo non è
sostenibile né eticamente accettabile, perché contribuisce ad alimentare
la fame, gli accaparramenti di terra e i cambiamenti climatici”, ha
spiegato Elisa Bacciotti, Direttrice Campagne di Oxfam Italia.
“Oggi l’Europa, assetata di biocarburanti, crede di fare una politica verde
mentre invece alimenta la fame nel mondo: è necessario cambiare rotta,
promuovendo alternative realmente sostenibili nel settore dei trasporti,
come ad esempio la mobilità elettrica, il trasporto pubblico e
l’efficienza energetica. Chiediamo ai cittadini italiani di far sentire
la propria voce per una politica davvero amica del pianeta e di chi ci
vive”, conclude Bacciotti.
“L’attuale normativa
europea sui biocarburanti ha dei costi sociali ormai non più
sostenibili. Basta pensare che i prodotti della terra utilizzati per
produrre biocarburanti nel solo 2008 avrebbero potuto sfamare 127
milioni di persone, riducendo la fame nel mondo di quasi il 15%. O che
tra il 2009 e il 2013 sei milioni di ettari di terreno, ovvero una
superficie grande quasi quanto tutto il centro Italia, sono stati
acquisiti da imprese europee in Africa sub sahariana a scapito dei
bisogni alimentari delle comunità locali”, riferisce Marco De Ponte,
Segretario Generale di ActionAid. “Qualsiasi persona di buon
senso sceglierebbe di poter sfamare la propria famiglia, invece che
riempire il serbatoio della propria auto – per questo crediamo che i
cittadini italiani possano sostenere le nostre richieste”, conclude De
Ponte.
Nella plenaria di settembre il Parlamento Europeo si esprimerà sulla proposta di una nuova direttiva
che propone la riduzione del consumo di biocarburanti prodotti da
materie prime alimentari. Anche i Governi stanno negoziando una
posizione comune in seno al Consiglio Europeo. La lobby dell’industria
di settore sta però ostacolando questa proposta, con l’obiettivo di
difendere i propri interessi a discapito di quelli collettivi.
Un’influenza che, fino ad oggi, si è fatta sentire: nel solo 2011 i
Paesi dell’Unione europea, Italia compresa, hanno sostenuto la
produzione di biocarburanti con ben 6 miliardi di euro - soldi dei
contribuenti a sostegno di politiche “verdi” che di sostenibile finora
non hanno niente.
È possibile firmare e monitorare l’andamento della petizione su Change.org a questo indirizzo.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento