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05/09/2013

Serbatoi pieni, pance vuote. La politica UE sui biocarburanti genera fame

Oxfam Italia e ActionAid lanciano una petizione su Change.org per chiedere agli europarlamentari italiani e ai ministri Andrea Orlando (Ambiente) e Flavio Zanonato (Sviluppo economico) di rivedere la normativa oggi in vigore sui biocarburanti. La richiesta è limitare la produzione di biocarburanti provenienti da materie prime alimentari o prodotti sfruttando ingenti quantità di terra e acqua, affinché non entrino in diretta competizione con la produzione di cibo.

Proprio per evitare la competizione tra produzione di biocarburanti e produzione di cibo, la Commissione europea ha proposto, a ottobre 2012, di stabilire un tetto massimo di consumo del 5% (in relazione all’obiettivo del 10% di energia da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti). Secondo Oxfam Italia e ActionAid, tale misura va sostenuta e ulteriormente rafforzata, prevedendone l'introduzione in entrambe le direttive che regolano la politica europea sui biocarburanti ed estendendone l'applicazione anche alle coltivazioni energetiche dedicate.

“Ricavare benzina o diesel a partire da colture alimentari o da colture non alimentari dedicate a fini energetici significa sottrarre terra e acqua alla produzione di cibo. Questo non è sostenibile né eticamente accettabile, perché contribuisce ad alimentare la fame, gli accaparramenti di terra e i cambiamenti climatici”, ha spiegato Elisa Bacciotti, Direttrice Campagne di Oxfam Italia.

“Oggi l’Europa, assetata di biocarburanti, crede di fare una politica verde mentre invece alimenta la fame nel mondo: è necessario cambiare rotta, promuovendo alternative realmente sostenibili nel settore dei trasporti, come ad esempio la mobilità elettrica, il trasporto pubblico e l’efficienza energetica. Chiediamo ai cittadini italiani di far sentire la propria voce per una politica davvero amica del pianeta e di chi ci vive”, conclude Bacciotti.

“L’attuale normativa europea sui biocarburanti ha dei costi sociali ormai non più sostenibili. Basta pensare che i prodotti della terra utilizzati per produrre biocarburanti nel solo 2008 avrebbero potuto sfamare 127 milioni di persone, riducendo la fame nel mondo di quasi il 15%. O che tra il 2009 e il 2013 sei milioni di ettari di terreno, ovvero una superficie grande quasi quanto tutto il centro Italia, sono stati acquisiti da imprese europee in Africa sub sahariana a scapito dei bisogni alimentari delle comunità locali”, riferisce Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid. “Qualsiasi persona di buon senso sceglierebbe di poter sfamare la propria famiglia, invece che riempire il serbatoio della propria auto – per questo crediamo che i cittadini italiani possano sostenere le nostre richieste”, conclude De Ponte.

Nella plenaria di settembre il Parlamento Europeo si esprimerà sulla proposta di una nuova direttiva che propone la riduzione del consumo di biocarburanti prodotti da materie prime alimentari. Anche i Governi stanno negoziando una posizione comune in seno al Consiglio Europeo. La lobby dell’industria di settore sta però ostacolando questa proposta, con l’obiettivo di difendere i propri interessi a discapito di quelli collettivi. Un’influenza che, fino ad oggi, si è fatta sentire: nel solo 2011 i Paesi dell’Unione europea, Italia compresa, hanno sostenuto la produzione di biocarburanti con ben 6 miliardi di euro - soldi dei contribuenti a sostegno di politiche “verdi” che di sostenibile finora non hanno niente.

È possibile firmare e monitorare l’andamento della petizione su Change.org a questo indirizzo.

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