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29/09/2013

Rifondazione. Ferrero denuncia l'infiltrazione dei servizi segreti

"FERRERO SEGRETARIO DI RIFONDAZIONE : Oggi ho denunciato che vi sono manovre di infiltrazione da parte dei servizi nei confronti di Rifondazione. L’ho fatto perché se qualcuno ha idea di far succedere qualcosa di strano, sappia che siamo al corrente delle loro manovre. Loro si muovono nell’ombra, nell’ambiguità e lavorano per far casino. Noi siamo per la luce, la chiarezza, le battaglie alla luce del sole".

La denuncia è forte e netta, anche se per il momento non dettagliata con nomi e circostanze. Certo, buona parte del caos interno in questo momento a Rifondazione appare persino "eccessivo" rispetto alla tradizione di questo partito.

L'invito che rivolgiamo a tutti i compagni è di mantenere gli occhi bene aperti. C'è un regime in forte crisi strutturale, gente che sta perdendo la certezza del dominio, che è abituata ad alzare polveroni e spaccare tutto (partiti, collettivi, sindacati, ecc). In genere gli infiltrati dei "servizi" scelgono di annidarsi in mezzo a chi urla di più e capisce di meno, tra chi chiama tutti "traditori" (o magari maledice "la casta", come va di moda adesso) e prova a trasformare la ricerca dell'unità possibile nell'impossibilità di unirsi (magari in nome dell'"unità").

Complicato? Solo per chi non conosce la storia del movimento operaio....

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Sbaglia chi pensa o dice che "i servizi segreti devono essere messi davvero male se si riducono a infiltrare Rifondazione Comunista".

Sbaglia anche se è certamente vero che il gruppo dirigente del Prc appare incapace - e non da oggi - di sciogliere i nodi strategici che tengono questo partito avvinto alla  logica dei "cartelli elettorali", il cui capofila - come una maledizione biblica - resta sempre il Pd. E proprio questa incapacità sembra aver aperto un'autostrada alla contestazione "basista" del gruppo dirigente.

Ma stanno realmente così le cose? Certamente no. Nella conflittualità interna al Prc giocano ormai allo scoperto forze che non sono riconducibili alla normale "dialettica interna" di un partito ormai extraparlamentare. È vero, la "strategia" immaginaria del gruppo dirigente punta apertamente al rientro nella "comunità della politica", finanziamenti pubblici compresi. Ma quanti si oppongono sono una "variopinta schiera" (citazione marxiana, cercatevela) che nasconde difficoltà autentiche, indignazione comprensibile e manovre putride.

Peraltro niente affatto "nuove". Abbiamo ritrovato nomi e storie decisamente datate, confusione senza limiti, attacchi pretestuosi (ancorché, come detto, favoriti da una politica spesso suicida). Ricorrenze che ci portano a individuare delle frequenze inquietanti, facilitate  da un atteggiamento irresponsabile praticato per anni dal "partito della rifondazione comunista", entro le quali si sono infilati come una lama nel burro gli infiltrati del Sisde o come si chiama adesso.

Veniamo da un periodo politico idiota, in cui era sufficiente mandare in rete "appelli" - per quanto improbabili - per raccogliere nomi, indirizzi, preferenze, mail, ecc. Non stiamo ovviamente parlando di iniziative serie - come Ross@ et similia, che possono vantare "promotori" con certificazione di "origine controllata" - ma di pagliacciate generiche, promosse da sconosciuti o quasi, cui aderisce chi capita. Sembra un trionfo della "democrazia di base", è invece uno spalancare le porte a Cetto La Qualunque.

Ripetiamo: se il vertice attuale del Prc avesse preso atto di un fallimento strategico (i "cartelli elettorali" a un tanto al chilo), tutto ciò non sarebbe stato possibile. Ma questo non cambia il quadro attuale; Rifondazione è davvero sotto attacco delle spie di professione. Speriamo ovviamente che si apra una stagione di confronto serio sulle prospettive, dopo che il Prc avrà provveduto a rimuovere il tumore che sta provando a ucciderlo. Paradossalmente, ma neppure troppo, il "bacio delle morte" è probabilmente arrivato dalla decisione di promuovere una "lista Ingroia", in cui il magistrato antimafia è stato ahivoi supportato da una pletora di sbirri che metà bastava...

Ora c'è un problema da risolvere. E speriamo davvero che il Prc riesca nell'impresa. Ci sembra infatti che nel potere - checché ne pensino i media che ironizzano a sproposito sulla notizia dell'infiltrazione - esista un "disegno" abbastanza preciso; "ripulire gli angoli" da ogni "sporcizia" non controllata. Spazzar via i "diversi" e quanti potrebbero - malgrado loro - rappresentare un'alternativa credibile. Non pensiamo infatti che il Prc sia oggi "pericoloso" per l'assetto di potere in virtù della propria "saggezza". La sua scelta a favore del 12 ottobre (invece che del 18 e 19) ne rappresenta per intero la debolezza. Ma a prescindere dalle sue intenzioni soggettive, il Prc rappresenta pur sempre un'aggregazione politica consistente (alcune decine di migliaia di iscritti), fatta di persone che non hanno ancora deciso di arrendersi allo strapotere del potere. Questo insieme - al di là del gruppo dirigente - va disperso, polverizzato, cancellato dallo scenario politico.

Come si fa, però, a riconoscere degli sbirri in mezzo a compagni perbene? Ci vuole orecchio, avrebbe sentenziato Jannacci. O almeno saper riconoscere il "giro" che da venti anni o poco più infiltra  l'uno dopo l'altro prima i centri sociali, poi alcune frange non brillanti del sindacalismo di base e ora direttamente le organizzazioni politiche o settori di movimento. Una storia di merda che arriva da lontano (dai tempi della "zarina del Sisde") e vorrebbe andare ancora più lontano.

Si può fermare, sia detto tra noi...

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