Gli Stati Uniti e la Russia si ritroveranno a New York, a margine
dell'Assemblea Generale dell'Onu a fine settembre, per provare a fissare
una data per la conferenza sulla Siria. Nota come «Ginevra 2», la
conferenza doveva tenersi a fine maggio ed è stata ripetutamente
rinviata.
L'attenzione però ieri era concentrata sul rapporto
della commissione d'inchiesta del Consiglio dei Diritti Umani, guidata
dal brasiliano Paulo Sergio Pinheiro. Quest'ultimo punta l'indice
contro il governo di Damasco che impedirebbe «in maniera sistematica che i
feriti provenienti dalle zone controllate dalle forze di opposizione o
vicine ad esse siano curati». Gli aerei governativi attuerebbero «raid
sistematici contro strutture mediche e ospedali da campo». Accuse gravi
formulate però sulla base di testimonianze raccolte indirettamente dai
membri della commissione che non sono ancora potuti entrare in Siria.
Ma il rapporto va letto tutto e non solo i capitoli sulle
responsabilità del regime. Sotto accusa sono anche i ribelli,
responsabili secondo Pinheiro di «esecuzioni, presa di ostaggi e
bombardamenti di quartieri pieni di civili». «I crimini di guerra»,
secondo l'Onu, sono stati commessi «da entrambe le parti». «La violenza
sessuale - si legge ancora nel rapporto - ha svolto un ruolo di primo
piano». Sia le forze pro-regime che alcune milizie di ribelli, compresi
membri dell'«Esercito libero siriano» - sostenuto, finanziato e armato
dall'Occidente - hanno «commesso stupri e minacce di stupro per
terrorizzare e punire le donne» della fazione opposta.
«Violenze
sono state perpetrate anche nei confronti dei bambini» e gli autori,
ancora una volta, «sono ribelli e lealisti». Uno scenario che spinge
l'Onu ad affermare che «non esiste una soluzione militare» al conflitto.
«Coloro che forniscono armi creano» nelle parti coinvolte «solo
l'illusione di poter vincere». Per il rapporto inoltre la Siria è «il
Paese più pericoloso per i reporter». Sono 84 i giornalisti morti sino
ad oggi, più circa 12 dispersi.
A tre giorni dalla liberazione di Domenico Quirico, ostaggio per mesi dei ribelli, esprime solidarietà all'inviato de La Stampa Evgenij Satanovskij
tra i maggiori esperti di Medio Oriente, a capo del Congresso ebraico
russo dal 2003 al 2004. Quirico ha detto la verità, afferma Satanovskij
in un'intervista alla agenzia Tmnews, aggiungendo che quello che sta
accadendo in Siria «punta alla creazione di un nuovo califfato
islamico», in un quadro molto complesso in cui si mischiano interessi di
sauditi, Qatar e Turchia e dove nel mondo dell'informazione occidentale
sulla Siria emergono «falsificazioni» che ricordano «1984 di George
Orwell».
Fonte
Solito discorso, se si volesse davvero sedare la carneficina siriana sarebbe sufficiente chiudere i rubinetti di finanziamenti ed armi tanto al governo di Assad quanto ai "ribelli" il resto sono balle fin troppo interessate.
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