di Rita Plantera
In occasione del
Nelson Mandela International Day in migliaia si sono riuniti ieri a
Johannesburg davanti all’ambasciata israeliana per una manifestazione
organizzata dal movimento Boycott, Divestment and Sanctions South Africa
(Bds).
La nota frase del primo presidente sudafricano nero – icona mondiale della lotta all’apartheid – “Sappiamo fin troppo bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei palestinesi”
è stato lo slogan sia del movimento Bds sia dell’Anc Youth League
Western Cape (Ancyl), l’ala giovanile dell’African National Congress
(Anc) nella provincia del Western Cape che ha rinviato la sua
manifestazione a Cape Town alla prossima settimana davanti alla South
African Zionist Federation dopo che il comune gli ha negato
l’autorizzazione per oggi.
Entrambe le organizzazioni hanno voluto celebrare la giornata
istituita dall’Onu nel 2009 per onorare il leader sudafricano, scomparso
il 5 dicembre scorso all’età di 95 anni, richiamandosi alla solidarietà
più volte fortemente espressa da Mandela per i popolo palestinese.
“Continuiamo a chiedere l’espulsione dell’ambasciatore israeliano dal
Sud Africa, una decisione in cui sosterremo prontamente il nostro
governo – insieme virtualmente con la quasi totalità della società
civile del Sud Africa”, ha dichiarato alla stampa locale Muhammad Khalid
Sayed dell’Ancyl che ha anche invitato governo e politici “a rimanere
fedeli” alle politiche dell’Anc adottate a Mangaung, Polokwane e in
varie altre conferenze a sostegno della lotta palestinese contro
l’apartheid israeliano.
Il Bds South Africa ricorda come “Nelson Mandela era ben noto per il
suo internazionalismo e il sostegno di lunga data al popolo palestinese.
Mandela ha visitato il suo stretto alleato, il leader palestinese
Yasser Arafat, in diverse occasioni, tra cui una volta nella Striscia di
Gaza (attualmente bombardata da Israele), dove ha detto: “Le storie dei nostri due popoli, palestinese e sudafricano, trovano corrispondenza in modi così dolorosi e struggenti”.
Mercoledì scorso (a seguito delle dichiarazioni del primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu che annunciava di voler intensificare
l’offensiva contro Hamas) il deputato dell’Economic Freedom Fighters
(Eff) Magdalene Moonsamy aveva chiesto al governo sudafricano di
espellere l’ambasciatore di Israele in Sud Africa e di ritirare il
proprio da Israele. Sostenendo “Abbiamo intenzione di andare a Gaza… ci
impegniamo nella solidarietà con il popolo di Gaza”, davanti a una
folla riunitasi di fronte al Parlamento sudafricano a Città del Capo con
striscioni che scandivano slogan come “Free, free Palestine”, “Viva
Palestine, Viva Hamas”, “Netanyahu: un clone di Hitler” e “Israele
dovrebbe essere spazzato via dalla carta geografica”.
A esprimere quanto “Confina con l’insopportabile pensare a un 18 luglio in assenza di Madiba” è stato Desmond Tutu, che ha aggiunto: “C’è
un vuoto nei nostri cuori e nel nostro mondo. Il Mandela Day ci da
l’opportunità di fare cose concrete per contribuire a colmare questo
vuoto, di metterci momentaneamente nei panni di Madiba e continuare il
suo lavoro”. E ancora: “È chiamata Terra Santa. È una terra
speciale per Dio. La nostra libertà non vale davvero molto e la libertà
dei palestinesi sarà la vera libertà degli israeliani…”.
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