Meschina gestione nella ricerca della verità nella tragedia dell’aereo malese abbattuto. Più che la verità si cerca un colpevole d’interesse cui presentare un conto tutto politico per un tragico incidente. L’assurdo di verità e dichiarazioni contraddittorie tra Washington, Mosca, Kiev, Donetsk
Scrive l’agenzia ANSA. “L’aereo della Malaysia Airlines è stato probabilmente abbattuto per sbaglio dai separatisti nell’est dell’Ucraina e non c’è nessun coinvolgimento della Russia. Lo ha detto l’intelligence Usa, e lo riferiscono i media americani”. Due affermazioni e una possibilità: «Abbattuto per sbaglio», «Nessun coinvolgimento della Russia», e l’ennesima ipotesi del ‘Probabile’. La commissaria Ue Aston invita la Russia a collaborare. Il comandante generale della Nato mostra i denti. Obama propone un inasprimento della sanzioni, Mosca ribatte che attorno al Boeing abbattuto c’era un caccia di Kiev.
A qualcuno interessa realmente la verità?
Poche ore dopo che l’aereo è precipitato l’intelligence statunitense diffonde da Kiev la notizia che responsabili della morte delle 298 persone sono i ribelli ucraini e indicano una serie di prove.
La prima è una telefonata di un comandante ribelle che informa un colonnello dell’intelligence militare russa che i separatisti hanno abbattuto un aereo.
Prova supportata da un video che mostra, nella zona controllata dai ribelli, una batteria russa Sa-11 dalla quale manca un missile, quello servito ad abbattere l’aereo.
Successivamente è il Segretario di Stato John Kerry a dichiarare alla CNN di avere le prove che Mosca ha fornito missili Sa-11 ai ribelli addestrandoli all’uso.
C’è una verità pronta all’uso e conveniente ad una parte dalla Comunità Internazionale schierata acriticamente con gli Stati Uniti.
La Russia dopo l’Unione Sovietica
La Russia è accusata di armare i ribelli rifornendoli anche di “armi letali” e i ribelli ucraini sono terroristi.
Lo stesso 17 luglio il Congresso USA approva l’ ”Atto di prevenzione dell’aggressione russa” che garantisce a Ucraina, Georgia e Moldavia lo status di “Maggiori alleati non-NATO degli Stati Uniti” autorizzando il Presidente a fornire a questi e ad altri Paesi dell’Est, direttamente e attraverso la NATO, il massimo aiuto militare ed economico in funzione anti-russa.
Qualche giorno dopo, lo stesso Presidente statunitense nel corso di una telefonata con il suo omologo Putin accusa la Russia di avere dotato di missili anti-aerei i separatisti.
Le affermazioni di parte diventano ‘verità’ per i tifosi dei diversi schieramenti e comunque incidono sui fatti a breve distanza di tempo. La scoperta delle ipotetiche diverse verità successive non potrà più cambiare i fatti.
Due casi su tutti a rinfrescare la memoria
Le “prove” sulle armi di distruzione di massa in possesso di Saddam Hussein e la sua alleanza con Al Qaeda, presentate al Consiglio di Sicurezza ONU dal Segretario di Stato pro-tempore Colin Powell, che scatenò la guerra del marzo 2003 in Iraq.
Più recentemente, le “inoppugnabili prove” sull’uso delle armi chimiche da parte del regime di Bashar al Assad in Siria con la morte di 1400 persone, si rivelano non solo un falso ma una vera a propria macchinazione di Stati interessati ad attivare l’intervento Usa contro Damasco.
Quei satelliti che quando servono non ci sono mai
Nulla cambierà se fra qualche anno emergerà che l’aereo fu abbattuto da una delle batterie Sa-11 di fabbricazione russa schierata pochi giorni prima dalle Forze Armate di Kiev a ridosso dell’area controllata dai ribelli, una zona di guerra stranamente non interdetta ai voli civili.
Oppure, davvero da un missile sparato dai separatisti contro quello che ritenevano un aereo militare di Kiev.
Intanto la Russia non subisce la guerra mediatica e contrattacca.
Mosca denuncia che un jet ucraino sarebbe stato troppo vicino all’aereo malese abbattuto da un missile durante il volo sull’Ucraina orientale. E il Ministro della Difesa russa, Kartopulov, specifica che la presenza del jet potrebbe essere contenuta nelle immagini video del centro di monitoraggio di Rostov.
Inoltre, poiché durante l’evento un satellite USA sorvolava l’area dell’Ucraina orientale Mosca ne chiede dati e immagini.
A carte scoperte tutti, Kiev compresa
Una richiesta arriva dalla Russia anche per Kiev, quella di esibire le immagini che mostrano la disponibilità del Buk, la piattaforma lancia missili, da parte dei separatisti.
Tanto più che secondo il giornale Russia Today - ovviamente sospettabile come tutte le fonti di informazione in questo gioco degli specchi - un generale russo avrebbe mostrato le foto delle disposizioni militari dei filorussi nella zona all’interno della quale sarebbe precipitato il volo Mh17. E nelle immagini non c’è traccia del Buk, oggetto non facile da mimetizzare.
Non è ancora arrivata alcuna risposta da Kiev neppure sul posizionamento delle sue piattaforme lancia missili.
Ma intanto cade un’altra accusa, dopo aver fatto il giro mondiale dei media.
Quella secondo cui i ribelli limiterebbero il lavoro degli osservatori internazionali.
La smentita degli osservatori
Uno di loro, Michael Bociurkiw, spiega che i ritardi sono dovuti al danneggiamento delle linee ferroviarie per i combattimenti in corso tra esercito ucraino e militanti filorussi e che tre esperti forensi olandesi e un team dell’aviazione ucraina sono arrivati sul sito del disastro in cerca di altri corpi delle 298 vittime e hanno avuto un accesso libero.
L’Ucraina non fornisce risposte e chiede invece una sessione straordinaria del Consiglio europeo la prossima settimana per studiare le prove sull’abbattimento del Boeing 777 e condannare i ribelli come organizzazione terroristica.
Avvoltoi e cornacchie
Ogni parte coinvolta con sua colpevole scelta più per schieramento che per elementi concreti. Per ora. Ed ogni affermazione di certezza diventa quindi sciacallaggio, interferenza con la ricerca della verità.
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