Fulmine a ciel sereno: Renzi incontra
Prodi e lascia capire che potrebbe essere lui il candidato del Pd, Prodi
risponde di non essere disponibile. Berlusconi dice che l’elezione del
Presidente fa parte del patto del Nazareno. Che significa questa
manfrina?
La posizione di Berlusconi è la più chiara: “di Prodi non se ne parla nemmeno e voglio un Presidente che mi dia la grazia”.
Anche quella di Prodi, traducendo dal
democristianese all’italiano, suona chiara: “Posso essere candidato, ma
solo per riuscire, per cui me lo dovete chiedere in ginocchio e con
assicurazione dei Lloyd di Londra che non fate scherzi da prete”.
Quella più complicata da spiegare è
quella di Renzi. Va da se che l’elezione di Prodi sancirebbe la fine del
Nazareno, per cui non si capisce come andrebbe avanti con la
maggioranza inesistente che ha (soprattutto al Senato). Dunque cerchiamo
di capire cosa vuol fare.
Per la verità, Renzi si è limitato a
dire che non accetterà veti ma non ha fatto proposte precise a Prodi. Il
che vuol dire che, per ora, siamo ai sondaggi, niente di definitivo. Ma
ragioniamo sui possibili sviluppi se la cosa dovesse prender corpo.
Prima ipotesi: Renzi
pensa soprattutto a compattare il partito ed evitare la scissione, per
cui lascia perdere Berlusconi, si fa assicurare da Prodi che non gli
darà fastidio e si lavorerà in tandem, la minoranza non può che dire di
si e con Prodi al Quirinale tutti vissero felici e contenti.
Non mi convince: primo perché non credo
che Renzi si fidi di eventuali assicurazioni di Prodi di non avere
fastidi, secondo perché Prodi non si fida di Renzi, terzo, perché i due
sono su linee effettivamente diverse. Ma, soprattutto perché i numeri
non sono generosi, a meno di una intesa (direi per ora poco probabile)
con il M5s. Infatti Pd+ Sel+ Gruppo per l’Italia+ Ncd + Scelta civica +
ex M5s fa 611 voti, più qualche “cane sciolto” ce ne sarebbe d’avanzo,
ma mettere insieme il centro e Sel non è semplicissimo e non è affatto
sicuro che tutti questi ci stiano (ad esempio l’Udc potrebbe anche
pensare a Casini Presidente) ma, soprattutto, non è affatto sicuro che
poi tutti votino disciplinatamente. Potrebbe riuscire, ma anche no.
Seconda ipotesi, Renzi
si fa dire di no da Prodi per impedire alla minoranza di candidarlo e
quindi, per toglierselo dai piedi. Può darsi, ma, nel caso di bocciatura
degli altri candidati, Prodi potrebbe risorgere come “salvatore della
patria”. E’ un po’ debole come manovra.
Terza ipotesi: Prodi
non si candida ma indica un suo candidato “debole” che Renzi accetta, ad
esempio Parisi, così da rassicurare il giullare fiorentino sul fatto
che non avrà fastidi. Anche questa è debole: stessi problemi numerici
della prima ipotesi, anzi più accentuati e, soprattutto, non si capisce
perché Renzi dovrebbe fidarsi di uno che sarebbe la controfigura di
Prodi.
Quarta ipotesi: Renzi e
Prodi concordano un candidato “di mezzo” per salvare l’unità del Pd, ma
chi può essere questo candidato? Per ora si capisce poco.
Quinta ipotesi: Renzi
infinocchia Prodi, lo candida già dalla prima votazione (quando, essendo
richiesti i 2/3 non c’è pericolo che venga eletto), poi nelle
successive due, fa calare i voti un po’ alla volta ed alla quarta Prodi
viene trombato alla grande. In questo modo la sua candidatura sarebbe
bruciata definitivamente, la minoranza Pd resterebbe senza candidato
alternativo e, da quel momento, iniziano i giochi veri. Mi sembra
l’ipotesi più convincente. Unico neo: Prodi non è una mammola e non mi
pare il tipo da cadere in una trappola così scoperta. Lui potrebbe
starci solo dalla quarta votazione in poi, o con l’assicurazione che
anche il M5s lo voti.
Certo è che ne vedremo di tutti i colori di qui a fine gennaio: è meglio di un incontro di catch nel fango!
A me piacciono le note di colore, quindi direi che è un gran merdaio!
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