Con una decisione che ha reso isterici i comandi militari statunitensi (e anche il governo italiano) la Procura della Repubblica di Caltagirone ha disposto in queste ore il sequestro dell’impianto satellitare MUOS installato all’interno della base militare della Us Navy a Niscemi. Il decreto è stato emesso a seguito della sentenza del Tar di Palermo del 13 febbraio scorso, che ha accolto i ricorsi presentati dal Movimento No MUOS (avverso alla cosiddetta “revoca della revoca”), ed ha annullato il provvedimento del Dirigente Generale del Dipartimento dell’Ambiente dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana del 24 luglio 2013.
La Procura di Caltagirone era già intervenuta con una istanza il 5 ottobre 2012 e aveva fatto mettere i sigilli al cantiere del MUOS di Niscemi, ipotizzando reati ambientali. Il decreto di sequestro era stato poi annullato il 28 ottobre dalla quinta sezione del Tribunale della Libertà di Catania, che aveva accolto la richiesta dell’Avvocatura dello Stato e ordinato di togliere i sigilli al cantiere e di restituire l’impianto al Ministero della Difesa.
Con questa notizia a rafforzare la battaglia vanno avanti i preparativi per la manifestazione nazionale No Muos convocato per sabato 4 aprile.
Qui di seguito una nota diffusa dai legali del movimento No Muos
Il sequestro del MUOS richiesto dalla Procura e disposto dal GIP di Caltagirone, dà atto di quanto stabilito dal TAR di Palermo il 13 febbraio scorso, e cioè che si tratta di un’installazione priva di autorizzazioni e pertanto illegittima ed abusiva. Ma nonostante la sentenza, nei giorni successivi, la US Navy ha proseguito i lavori e utilizzato le parabole. L’associazione antimafie Rita Atria, che aveva già presentato in passato due denunce penali presso la Procura di Caltagirone per abusivismo e mancanza di autorizzazioni, all’indomani della sentenza del TAR ha depositato anche un’istanza di sequestro, che oggi finalmente vediamo realizzato attraverso l’apposizione dei sigilli. Tutta la vicenda del MUOS, sin dal suo inizio, è stata caratterizzata dall’arroganza e dalla prepotenza del governo degli Stati Uniti, supportato da quello italiano. Infatti, il rigetto delle richieste di sospensiva avanzate dal Ministero della Difesa da parte del TAR di Palermo nel luglio del 2013, avrebbe dovuto cautelarmente imporre alla US Navy di fermare i lavori nell’attesa che si definissero i procedimenti pendenti. Invece gli statunitensi hanno accelerato i lavori per completarli e porci davanti un fatto compiuto dal quale pensavano non si potesse più tornare indietro. Ma si sbagliavano, e il sequestro di oggi è l’ennesimo segnale che quell’installazione non può e non deve entrare in funzione. Avverso la sentenza del TAR il Ministero della Difesa italiano ha presentato appello, la cui udienza per la richiesta di sospensiva si terrà il prossimo 15 aprile presso il CGA di Palermo. Come legali del coordinamento dei comitati proseguiremo nella battaglia giudiziaria fino alla fine, a fianco di tutti gli attivisti e i comitati NO MUOS, per difendere il diritto di tutti a vivere in un posto libero da inquinamento, devastazione e guerre.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento